N° 7 - Agosto-Settembre 2012
Spiritualità
  QUELLA CAREZZA DEL SIGNORE
di Doretto


 

 

Oggi è domenica 22 luglio: alle ore 9 sono ancora a letto e mi sento un disastro; dire che mi sento male è molto riduttivo; in più si è aggiunto anche il mal di denti. Che faccio? Vorrei andare a Messa e fare la Comunione, nutrirmi del Pane di Vita, ma in queste condizioni dove vado? Una vocina dice: “E va be’, per questa domenica rinuncia!”. Ma l’Eucaristia? Rinuncio anche a quella? Dico a mia moglie: “Cosa ne diresti se telefono a don Andrea e mi faccio portare la Comunione a casa? Come vedi, sto male!”. E lei: “E sì, e poi domani stai meglio, vai a prenderti il giornale e se lui ti vede cosa penserà?”. E allora cosa faccio?

Ed ecco che si scatena dentro di me una lotta che mi fa stare ancora più male. Sono in queste condizioni quando squilla il telefono: “Pronto? Sono la Francesca, ti vengo a prendere al solito orario. Ciao, ci vediamo dopo”. Sono rimasto di sasso. Ecco la risposta a tutto il mio turbamento. Gesù non mi aveva abbandonato! E, quasi per incanto, tutti i miei acciacchi si sono placati. Mi sono alzato da letto e subito dopo ecco la Francesca che con la sua auto mi viene a prendere e insieme andiamo a Casano, nella nostra chiesetta di San Giuseppe,  dove troviamo le nostre “anime sorelle” ed è inutile dire che è subito gioia. E poi la Francesca mi dice: “Andiamo assieme a fare le Letture; vuoi leggere la prima o la seconda?”. Scelgo la seconda. E’ un lettera di San Paolo che parla di due popoli che diventeranno uno solo.  E poi, più tardi, eccola, l’Eucaristia! Nel ricevere il corpo di Gesù mi sono commosso: era un pianto di gioia. Quanto bene mi vuoi, Gesù! E quanti doni ci fai; ci illumini sempre di più.

Padre Onildo è partito da alcuni giorni per il Guatemala a trovare i suoi famigliari e al suo posto c’è oggi, a celebrare la Santa Messa, padre Mario. Al termine passiamo in sacrestia per salutarlo; con me ci sono anche Francesca, Federica, Adriana, Ottavia, Elisa e mi viene spontaneo raccontare al sacerdote il dono che mi aveva fatto Gesù con la telefonata della Francesca (ma per me non è stata la Frà a telefonarmi, ma Gesù). E padre Mario ci dice: “Questa è stata una carezza del Signore!”.

Ora immaginate: noi che all’ascolto di queste parole ‘è stata una carezza del Signore’ il nostro cuore ha esultato e ci è venuto spontaneo lodare Dio per tutti i doni che continuamente ci elargisce facendoci capire quanto Lui ci ama! Inutile dirvi la gioia che ci ha pervaso tutti quanti. Quelle parole hanno risuonato come musica celestiale. Ho notato una lacrima scendere dagli occhi della Federica: mi è sembrata una stilla di paradiso.

Ma nella notte ecco la solita vocina ch3e mi dice: “Ma non ti chiedi come è potuto succedere tutto questo? Semplice, perché tra di voi c’è Unità! Sì, perché siete uniti come Gesù ha chiesto al Padre prima di andare a morire: “Padre, che tutti siano una cosa sola come io e Te, fa che tutti siano Uno”. E Gesù sa che voi vi sforzate di vivere questo comandamento, e vi ha dimostrato con questa carezza che siete sulla buona strada”. E penso: se non ci fosse stata questa unità tra di noi, chi mi avrebbe telefonato quella mattina? Io sarei rimasto a letto; avrei perso la Messa, magari piangendomi addosso… E invece Gesù mi ha detto: alzati, vieni da me, non sei ancora così derelitto da non partecipare alla mia Mensa, vedrai che ti darò gioia e forza per proseguire questa meravigliosa avventura che è la vita. E infatti eccola la Tua carezza che ha dato gioia a me e agli altri.

Cari lettori, ho imparato una cosa semplice: quando il Signore ci manda dei doni, non li dobbiamo tenere per noi, dobbiamo fare partecipi anche gli altri nostri fratelli. Ed è per questo che questa “carezza” vorrei estenderla a tutti voi, e dire (soprattutto a me): non scoraggiamoci mai, Gesù è vicino a noi, ci ama, non ci abbandona mai; è più vicino di tutti coloro che ci circondano. Il segreto è amarlo in Unità con gli altri che si nutrono di Lui con l’Eucaristia; se siamo uniti Lui sarà sempre con noi e non ci abbandonerà. Nella gioia ma soprattutto nel dolore. Penso che i primi cristiani tutto questo l’abbiano capito subito ed è per questo che erano un cuore solo ed un’anima sola e il mondo intorno a loro si convertiva. Dicevano: “Guarda come si vogliono bene!”. E i cristiani con l’Unità hanno conquistato il mondo.

Rispolveriamola questa Parola e cerchiamo di viverla.

 

 

 

  LA PACE VERA E’ L’AMORE
di Un’assidua lettrice


 
 

La strada per trovare la vera pace è amare, perdonare, credere in Dio coerentemente.

 

            Durante tutta l’estate ho molto meditato su una frase di Giovanni Paolo II che ho ascoltato durante un’omelia di un diacono alcuni mesi fa: “Nei rapporti che abbiamo con le persone, per andare d’accordo, non bisogna guardare la cosa che disunisce, ma le tante cose che ci uniscono”. Se guardiamo solo la cosa che ci ha fatto “arrabbiare” il rapporto si allontana sempre più, ma se guardiamo tutte le altre belle qualità di una persona il rapporto continua sereno. E così dovrebbero fare gli altri con noi quando sbagliamo.

            Da questa e altre frasi e altrettante riflessioni profonde ho voluto tirar fuori il massimo, godendomi ancora di più le piccole cose, le piccole azioni della giornata, le persone che mi sono accanto, radicando in me la convinzione che non è il luogo dove vivi che ti rende felice, ma è la nostra forza interiore e le persone che abbiamo accanto che ci rendono belli i posti dove siamo. Posso avere la villa con piscina e altre belle cose, ma se non ho l’amore dentro di me e delle persone intorno, non ho proprio nulla. E l’amore, per fortuna, non si compra: dipende solo dal nostro cuore. Dobbiamo mettere al centro della nostra vita Gesù, in maniera coerente!

            Voglio ora trascrivere alcune frasi del Papa polacco, tratte dal libro “L’Amore è la spiegazione di tutto” (Angelus del 11.6.95). “Dio è Amore e in Lui non v’è ombra di male. Da dove viene dunque tanta violenza che devasta così di frequente la storia umana?

Il Credente conosce la risposta: essa viene dal cattivo uso di quel dono meraviglioso che è la libertà; viene dall’egoismo umano che asseconda i richiami menzogneri del diavolo, nemico di Dio e dell’uomo. Dio vuole che l’umanità formi sempre più una sola famiglia, ma un nemico semina zizzania per suscitare inimicizia tra l’uomo e Dio e tra uomo e uomo. Cristo Gesù, con la sua morte e risurrezione ci ha liberato dal potere del peccato. Egli è la nostra Pasqua e la nostra Pace!”. Inoltre (Angelus del 29.3.98): “C’è bisogno di perdono cristiano, che infonda speranza e fiducia senza indebolire la lotta contro il male.

C’è bisogno di dare e ricevere misericordia. Ma non si diventa capaci di perdono se prima non ci si lascia perdonare da Dio, riconoscendosi oggetto della Sua misericordia.

Saremo disponibili a rimettere i debiti altrui solo se prenderemo consapevolezza del debito enorme che è stato a noi condonato. La Vergine è invocata dal popolo cristiano come Madre di Misericordia. In lei l’amore misericordioso di Dio si è fatto carne, e il suo cuore immacolato è sempre in ogni luogo rifugio sicuro dei peccatori”.

            Riguardo alla grande misericordia e bontà di Dio ho voluto approfondire le mie poche e recenti conoscenze sulla Divina Misericordia.

Oltre ad aver letto qualcosa nel “diario” di suor Faustina Kowalaska, ho fatto visita alla chiesa di Canevara (MS) dove, da quattro mesi, è comparso su un drappeggio il volto di Gesù, sotto il meraviglioso dipinto murale di Gesù misericordioso.

Il parroco, don Ernesto, dice semplicemente che è un segno per non avere paura. La mia fede è così forte dopo le esperienze di Medjugorie, che io credo alle parole di quel parroco. Comunque solo la bellezza di quel dipinto merita una visita, perché gli occhi di Gesù mettono dentro a chi li osserva grande pace e speranza.

Penso che quell’immagine con la scritta “Gesù confido in Te” dovrebbe essere presente in tutte la chiese, poiché è importante sapere quanto Dio ci ama e quanto è misericordioso; ed è anche importante sapere il significato dei due raggi che escono dal cuore di Gesù e non dobbiamo però aspettare la prima domenica dopo Pasqua (della Divina Misericordia) per venerare questa sacra immagine.

            Un’altra bella pagina che mi ha dato una forte emozione soprattutto perché da sempre sento molto forte la mia vocazione di moglie e di madre è questa: “Col matrimonio, sposi carissimi, avete iniziato l’attuazione di un grande progetto: fondere le vostre persone fino a diventare una sola carne e far nascere, da questa stupenda unione, la vita, la vita dell’uomo. Siete collaboratori del Creatore nella diffusione e nell’educazione della vita umana. L’amore sponsale sfocia per sua natura nell’amore paterno e materno.

Il vostro essere-padre ed essere-madre tuttavia - voi lo sapete - va al di là del semplice fatto fisico, per divenire un generare spirituale. Ecco la vostra opera educativa! Siete chiamati a comunicare al frutto della vostra unione non solo i beni materiali, ma anche quei beni dello spirito e quelle virtù, quegli ideali e quei valori morali, che costituiscono l’eredità più preziosa. Per essa i vostri figli sapranno esservi grati. L’eredità dei beni materiali, per quanto importante, può essere rubata dal ladro o consumata dalla tignola; l’eredità di una vita fatta di esempi retti e santi è un tesoro che nessun ladro può rubare e nessuna tignola consumare” (incontro con le coppie di sposi del 28.10.89).

            Sono veramente certa che se ognuno di noi rimette nella propria vita Gesù misericordioso, Maria lo accoglie con amore nella propria famiglia e, seguendo i messaggi della nostra Mediatrice, che da 31 anni  parla ai veggenti a Medjugorie, le cose miglioreranno e arriveremo alla vera pace.

            Vi saluto tutti, cari lettori, e vado al mio “cammino” quotidiano, sperando che Maria ci aiuti tutti a trovare la strada giusta, oppure che ci dia la forza di rimanere su quella che abbiamo voluto trovare aprendo la famosa porta (“Spalancate le porte a Cristo”).

In questo anno e mezzo ho voluto solo provare la mia forte testimonianza di ciò che Medjugorie mi ha dato. Io, come tanti altri, credo a quei messaggi perché ho provato direttamente dentro di me quello che mi è successo. Ho trovato la fede (la cosa più importante) attraverso la quale si riesce ad apprezzare ancora di più quello che ci circonda. Senza Dio non possiamo fare nulla; è Lui che ci ha creati, non dimentichiamolo mai, e a Lui tutti dobbiamo tornare, se lo vogliamo, seguendo il suo Vangelo.

Grazie a tutti.

 

                                                                                                         

 

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