N° 3 - Marzo 2022
LA B I B B I A
di Antonio Ratti

 LA     B I B B I  A   

2  Nuovo Testamento.    Quando le primissime comunità cristiane si radunavano per pregare, sull’esempio degli ebrei, leggevano e commentavano un brano dell’Antico Testamento, cui faceva seguito il racconto della vita e degli insegnamenti di Gesù da parte di coloro che lo avevano conosciuto personalmente e seguito nella sua predicazione. Come sempre, gli anziani erano i testimoni viventi; quando vengono a mancare, nasce l’urgenza di mettere per iscritto le loro testimonianze dirette. Nascono così i Vangeli, gli Atti e le Lettere degli Apostoli, che sono da subito considerati e preservati  come preziosi tesori da avere la stessa autorità delle Scritture dell’Antico Testamento.
Verso la fine del II secolo d.C. i 4 Vangeli, ritenuti fedeli al pensiero e al messaggio di Gesù, sono già considerati come la “Scrittura” ufficiale della Chiesa.  Anche l’Apocalisse di Giovanni e le lettere di Paolo e quella agli Ebrei ( la cui paternità è sconosciuta, dopo essere stata per secoli attribuita a Paolo ) sono usate comunemente dalla Chiesa durante i riti sacri. Praticamente il Nuovo Testamento nella sua forma attuale era già in uso molto prima che i grandi Concili ecumenici del IV secolo ( Nicea 325, Costantinopoli 381, Efeso 431 ) lo confermassero teologicamente corretto, e ne promulgassero l’elenco o “Canone”, escludendo gli scritti ritenuti apocrifi. Ricordo che questi Concili hanno definito la teologia trinitaria e cristologica, cioè il mistero di Dio Uno e Trino e Gesù Cristo Vero Dio e Vero uomo, sulla base degli insegnamenti di Gesù, riportati fedelmente dai Vangeli, quindi dal Nuovo Testamento.
Fino all’invenzione della stampa ( 1500 ) per molti secoli i libri erano trascritti a mano da scribi e amanuensi: in molti monasteri la riproduzione manuale dei testi era l’attività principale. A noi sono arrivati migliaia di questi manoscritti più o meno completi, che usano l’aramaico e il greco come lingue,  con alcune differenze del contenuto e di scrittura degli episodi. Da ciò la necessità di confrontare le varianti introdotte dai copisti lungo i secoli per cercare di ridefinire il testo originale. Per l’Antico Testamento la versione più famosa è quella in greco detta “ dei 70 ”   che risale al III-II secolo a.C.  Il Nuovo Testamento è stato a sua volta tradotto in greco, siriaco, georgiano, armeno e copto. Ovviamente circolavano anche traduzioni della Bibbia ( A. e N. Testamento ) in latino divenuto la lingua parlata in tutto il vastissimo Impero romano. Per mettere un po’ di ordine tra le tante versioni latine, verso il 400 d. C. San Gerolamo, grande conoscitore delle lingue mediorientali ( ebraico, aramaico, greco ), rende pubblica la sua versione latina dell’intera Bibbia, detta “Vulgata”  o “Volgata”, che da allora diventa il testo ufficiale della Chiesa  cattolica. Una curiosità: con l’invenzione della stampa, il primo libro stampato è la Bibbia  ( Venezia 1516 – 1517 ).

Non possiamo separare le due parti della Bibbia, ritenendo l’Antico Testamento esclusivo degli Ebrei, perché i primi 5 libri ( detti Pentateuco ) contengono la “regola di vita”, cioè i 10 Comandamenti ( la Legge che Dio ha dato all’uomo nel segno della sua alleanza ). I Comandamenti infatti riguardano le relazioni con Dio, con la famiglia, con il prossimo e regolano i vari aspetti del culto dovuto al Creatore, della vita familiare, del sesso, della proprietà e della veracità e onestà. Innumerevoli sono i richiami e le citazioni che Gesù fa dall’Antico Testamento, e, quando gli viene chiesto di riassumere la Legge, egli cita due espressioni del Deuteronomio 6,5 e del Levitico 18,19 : “Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze.”  E questo è il primo e più grande comandamento. Il secondo è simile: “Ciascuno deve amare il prossimo suo come se stesso.” Ricordiamo che i 10 Comandamenti si trovano scritti proprio nei due libri citati. Dovrebbero bastare queste parole che Gesù cita dall’Antico Testamento per comprendere come per i cristiani sia impossibile scindere le due parti della Bibbia: esse rappresentano  l’intera storia dell’uomo, dell’alleanza e della salvezza  eterna offerteci da Dio-Padre.  Il legame con l’Antico Testamento non finisce qui, infatti nella  Messa, la “Liturgia della parola”  contiene sempre un brano dei profeti ( prima lettura ) a dimostrazione che Dio attraverso un uomo anticipa il suo progetto di salvezza e un Salmo, segno tangibile della vera e sincera riconoscenza della creatura verso il suo Creatore. Certamente l’uomo e la società sono molto cambiati in 2500 - 2800 anni, per cultura, progresso, modo di esprimersi e consuetudini di vita, pertanto  questi antichi testi vanno interpretati per essere compresi, mentre è estremamente chiaro  che l’alleanza con Dio dipende esclusivamente dall’uomo, cioè, da noi: Lui i suoi impegni li ha già mantenuti tutti, attraverso la predicazione e il sacrificio del Figlio, Gesù Cristo. Fin dalle prime righe della Bibbia è manifesta per l’essere umano la totale libertà di decidere: sì, accetto l’alleanza, oppure palesare indifferenza. Anche le conseguenze sono altrettanto ovvie ( per il principio di causa-effetto).( 2, continua )
Antonio Ratti


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