N° 4 - Aprile 2018
Dal "diario" di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

Giovedì 1 marzo - Come ogni giovedì, alle ore 21, Padre Michele, il nostro nuovo parroco, nella Chiesa di S.Giuseppe dà vita ad una bellissima cerimonia di Adorazione Eucaristica, elevando al Signore delle bellissime preghiere, canti sacri e profonde catechesi.
Padre Michele (Miguel Tuch), da qualche giorno parroco di San Giuseppe e San Martino, è nato a San Pedro La Laguna, Sololà, Guatemala il 16.12.1967. Ordinato sacerdote il 29.9.1992 nella Città del Guatemala, ha insegnato Sacra Scrittura nel Seminario della sua Congregazione Fraternità Missionaria di Maria in Guatemala dal 1992 al 1995. Iniziata la sua missione in Italia, ha svolto il suo ministero sacerdotale dal 1996 al 2017 nella Diocesi di Latina (Lazio).
Si è laureato in Teologia Biblica presso l'Università dell'Urbaniana in Roma ed attualmente è anche Segretario della Comunità presente in Italia.
Ringraziamo dunque il Signore e la nostra Madre Celeste del grande dono che hanno fatto alla nostra parrocchia, affidandoci a questo meraviglioso Pastore, come prima ci avevano affidato a Padre Onildo e negli ultimi mesi, prima dell'arrivo di Padre Michele, avevamo avuto il grande dono della meravigliosa guida di Padre Mario, oggi parroco di San Lazzaro, una comunità molto importante per l'elevato numero di fedeli. Ringraziamo il Signore e la Congregazione Fraternità Missionaria di Maria che dal lontano Guatemala ci ha inviato questi meravigliosi angeli.
Fatte queste doverose premesse, ritorniamo all' Adorazione Eucaristica del primo giovedì del mese perché mi preme riferire ai lettori la bellissima e profonda omelia svolta da Padre Michele che ci ha magistralmente illustrato il Vangelo di Giovanni (2,13 - 25): Gesù è il nuovo tempio di Dio in mezzo al suo popolo. La terza domenica di quaresima è infatti caratterizzata da un intervento di Gesù nei confronti del Tempio di Gerusalemme in occasione della Pasqua, un episodio che l'evangelista Giovanni mette all'inizio del ministero di Gesù. L'evangelista Giovanni vuole focalizzare che il tempio rappresenta il primo e più significativo compito del Messia ed al tempo stesso progetta tutto il ministero di Gesù nella prospettiva della sua morte e resurrezione. Per capire l'intervento di Gesù bisogna ricordare innanzitutto che nell'Antico Testamento la Pasqua viene sempre definita "la Pasqua del Signore". Come mai allora Giovanni utilizza l'espressione: "la Pasqua dei Giudei"? Per "giudei" nel quarto vangelo non si intende l'intero popolo, ma si identificano i capi del popolo, quindi i sommi sacerdoti tutti coloro che avevano un potere verso il popolo. Per l'evangelista la Pasqua non è più la Pasqua del Signore, ma è la festa di coloro che avevano il potere. Le feste liturgiche sono uno strumento in mano alla casta sacerdotale per controllare il proprio potere e soprattutto per sfruttare in nome di Dio la gente. L'episodio si apre con una indicazione cronologica: Gesù sale a Gerusalemme ed è vicina la "Pasqua dei Giudei" ed entra nel Tempio. E trova "gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Dinnanzi a questa realtà Gesù reagisce in modo molto duro: "Fatta allora una frusta di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato". Il gesto di Gesù conferisce all'episodio un certo carattere di violenza non solo verbale perché Gesù non trova nel Tempio un atteggiamento religioso, ma un luogo per i grandi affari, come se fosse un mercato.
Allora, scrive l'evangelista che Gesù fa una frusta di cordicelle. Questa è un'immagine tradizionale con la quale si identifica il Messia e con la frusta di cordicelle avrebbe dovuto fustigare i peccatori che l'evangelista identifica con i capi religiosi.
Gesù cacciò tutti dal tempio: al primo posto l'evangelista mette le pecore che sono l'immagine del popolo. Gesù è il pastore che viene a liberare il suo popolo, il suo gregge, dalla schiavitù del potere sacerdotale. E come mai Gesù se la prende con i venditori di colombe? Il motivo è duplice: la colomba era l'animale che i poveri potevano permettersi di sacrificare a Dio ed inoltre la colomba nel Vangelo è l'immagine dello Spirito di Dio. Allora Gesù non tollera che l'amore di Dio sia venduto; l'amore, quando viene venduto e comprato, si chiama prostituzione. Di fronte all'azione di Gesù i discepoli non comprendono, loro pensano che l'azione di Gesù sia una purificazione del tempio per restituirlo all'antico splendore. Gesù non è venuto a purificare il tempio, ma è venuto ad offrire un'immagine nuova del Tempio nella sua persona, presenta un volto di Dio completamente differente. Non è un Dio che toglie agli uomini, ma un Dio che dà. Non un Dio che chiede sacrifici, ma un Dio che è lui che si sacrifica. Con Gesù non c'è più da offrire a Dio, ma bisogna accogliere un Dio che si offre agli uomini. Fino a questo momento i Giudei sono stati muti testimoni di quanto Gesù aveva fatto. Ora però intervengono chiedendo a Gesù: "Quale segno ci mostri per fare queste cose? Gesù risponde: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Quando Gesù dice "distruggete questo santuario" Gesù sta parlando della sua persona, mentre i suoi interlocutori pensano che Gesù stia parlando della costruzione. È chiaro, secondo l'evangelista, che Gesù parlava della sua resurrezione, lasciando così intendere che, in forza di essa, il suo corpo sarebbe diventato il vero tempio in cui Dio abita in mezzo al suo popolo. Con Gesù, il santuario di Dio, cioè dove Dio manifesta la sua gloria, il suo amore, non sarà più un luogo costruito dall'uomo, ma l'uomo stesso nella persona di Gesù.
Nell'antico tempio, nell'antico santuario non tutti potevano accedere; bisognava essere puri e non tutti erano in queste condizioni di purità. Con Gesù, vero ed unico santuario di Dio, è Gesù stesso che va incontro agli uomini, va incontro a coloro che la religione ha escluso da Dio.
L'evangelista conclude questo episodio con una constatazione un po' amara: dice che Gesù non si fidava di loro perché conosceva tutti. "Egli infatti conosceva ciò che c'è nell'uomo". L'evangelista invita a non proiettare in Gesù le proprie aspettative, perché Gesù non è venuto a realizzare la volontà degli uomini: loro aspettavano il messia riformatore, il messia che veniva a purificare le istituzioni religiose, ma Gesù aiuta a realizzare la volontà del Padre e la volontà del Padre è ben diversa dalle visioni umane, dalle ambizioni dei discepoli e del popolo.

Sabato 3 marzo - Oggi si svolge il Pellegrinaggio Mariano di Quaresima, che fa tappa ai Pagliari.
Io purtroppo debbo rinunciare a questo consueto e commovente appuntamento. Un nostro parrocchiano proprio sabato deve ricoverarsi per un intervento chirurgico ed ha assoluto bisogno di assistenza e nessuno può trasportarlo all'ospedale ed assisterlo. Io non ho avuto un attimo di esitazione. Ho sentito in cuor mio la voce del mio amato Vescovo che mi diceva: "Vai. Io sono con te" ed allora alle ore 6,30 in punto mi sono avviato verso l'ospedale col malato a bordo e l'ho assistito per tutta la giornata, rendendomi utile anche ad altri ricoverati che avevano bisogno di aiuto. Io ho vissuto una intera vita in ospedali di tutta Italia per ricoprire importanti incarichi di grande responsabilità e quindi non potevo sottrarmi a queste incombenze morali e civili. Tuttavia è forte in cuor mio anche il rincrescimento di non poter consentire ai lettori del Sentiero di vivere le importanti sensazioni provate in occasione del pellegrinaggio Mariano Mensile, magari attraverso la lettura della cronaca che mensilmente cerco di fornire e soprattutto degli elevati messaggi del nostro Vescovo che riesce sempre a riempirci di commozione, spronandoci alla preghiera per le vocazioni sacerdotali. Allora, per non venir meno a questo mio compito, mi affido a quanto riferito da "Avvenire", il giornale che porta la voce della Chiesa in tutte le parrocchie ed in molte famiglie: "Nell'omelia, monsignor Palletti ha commentato la pagina del Vangelo prevista dalla liturgia del terzo sabato di Quaresima, con la parabola detta del figliol prodigo." È una pagina tra le più famose del Vangelo- ha detto -, anche se riportata solo da Luca, con la sua grande abilità descrittiva, quasi pittorica". "Di che cosa ci parla dunque il Vangelo di oggi? Della negatività del peccato, della necessità di conversione, dell'altro figlio che, pur stando nella casa del Padre, non ha capito. Ma - sottolinea Palletti - la parabola è la risposta di Gesù ai farisei e agli scribi, che mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Oggi il Vangelo ci ha insegnato che Gesù accoglie e mangia coi peccatori. Gesù si è fatto vicino a noi perché noi abbiamo bisogno della Sua misericordia. Ma noi accettiamo che Gesù entri nella nostra vita e che mangi con noi? Significa accettare un'immagine di Dio diversa dalla nostra. Gesù mangia coi peccatori. I farisei se ne erano accorti, per scandalizzarsene, noi non ce ne accorgiamo, mentre dovremmo riscoprirci peccatori, e convertirci". "La conversione del figlio significa, nelle sue intenzioni, tornare a casa da servo. Ma a casa c'è il cuore di Dio, Padre che ama. La conversione è lo strumento con cui vogliamo rimettere a posto le cose. Ma poi c'è la misericordia di Dio, c'è Gesù che accoglie. La conversione è la risposta che dobbiamo al Vangelo. Riscopriremo così la relazione vera di amore e di contemplazione del Padre che sta nei cieli”. “In questo tempo di Quaresima, facciamo esperienza di essere accolti e, a nostra volta, accogliamo: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". Il vescovo ha infine ricordato il motivo principale dei pellegrinaggi mariani, che è la richiesta di vocazioni, in particolare sacerdotali, a servizio della Chiesa locale. Ad essa si aggiunge la richiesta di preghiere per la santificazione del clero".

Lunedì 19 marzo - Oggi ricorre la festa di San Giuseppe, nostro Patrono, insieme a San Martino.
Io ho partecipato alla Santa Messa delle ore 10 anche per accompagnare all'organo i canti dei fedeli, pur sapendo che la maggior parte dei fedeli partecipa alla Messa Solenne delle ore 18. Infatti, in quest'ultima funzione, la Chiesa era stracolma di fedeli, molti dei quali provenienti anche da altre parrocchie, in particolar modo da Isola.

Alla con celebrazione della Santa Messa hanno partecipato tutti i parroci del Comune, oltre a don Andrea, Parroco di Colombiera-Molicciara e Vicario Generale di Luni ed i bellissimi canti sacri sono stati eseguiti dalla Corale di San Giuseppe, diretta da Piergiusepp
Veramente profonda l'omelia di Padre Michele, nuovo parroco di San Giuseppe e San Martino, che di seguito riporto: "....San Giuseppe è uomo giusto, cioè timorato di Dio, capace di accogliere la voce dell'Angelo che Gli ha parlato in sogno. Quando quest'uomo, chiamato Giuseppe e promesso sposo di Maria, si è reso conto che Maria era incinta avrebbe voluto dire: "Non mi sposerò più con te. Come mai sei incinta?". Però dice il brano del Vangelo che Giuseppe avrebbe voluto farlo segretamente, nel silenzio, senza denunciarla pubblicamente perché una donna trovata in quella situazione, in quei tempi veniva lapidata. Ma Giuseppe voleva farlo segretamente. Ecco, vediamo che questo uomo giusto, come dice l'Evangelista Matteo, va oltre la legge della giustizia. Possiamo dire che Giuseppe trasgredisce la legge, ma si vede già in quell'uomo la legge dell'amore e la nostra Chiesa vede San Giuseppe come patrono della Chiesa universale. In questo nostro Patrono la Chiesa vede anche un uomo che sa custodire non soltanto la sua fede nel progetto di Dio, ma anche accogliere e custodire Maria come madre del figlio di Dio ed anche custodire Gesù non soltanto umanamente ma anche nella grazia, un uomo fiducioso, un uomo umile e ubbidiente alla parola di Dio.
Possiamo dire che Giuseppe diventa il modello dell'educatore che sa custodire ed accompagnare Gesù nel Suo cammino di crescita. Possiamo dire che la missione di San Giuseppe è educare. Ecco, da lì noi siamo chiamati tutti. San Giuseppe fu capace di custodire Maria, che per la Chiesa e per noi è la Madre della Chiesa e il tempio del Verbo di Dio e, come dice l'apostolo Paolo, anche noi siamo tempio dello Spirito Santo e questo sta a significare che noi siamo tempio dello Spirito santo e che quindi noi siamo chiamati a vedere in Maria non solo la Madre di Gesù, ma anche Gesù stesso nella nostra vita per farlo crescere, come ha fatto San Giuseppe.

Ma San Giuseppe è anche modello di ogni papà. Anch'io non sono papà fisicamente, ma spiritualmente sono un papà, un padre perché Dio mi ha affidato questa comunità, come anche i miei confratelli. Possiamo dire che ogni cristiano è papà se sa custodire, come ha fatto San Giuseppe, il tempio del Figlio di Dio che è Maria che ha saputo custodire Gesù che è il Verbo di Dio, che è la grazia di Dio.

Ogni catechista deve custodire Gesù. Ogni papà, ma anche ogni educatore a scuola, deve vedere in San Giuseppe un custode per poter custodire l'educazione e darle il giusto peso.

Ecco, preghiamo questa nostra Santa Eucaristia perché ogni educatore diventi papà ed ogni papà diventi educatore. Questo vuol dire che ogni cristiano deve diventare educatore e papà della grazia di Dio.

Noi siamo fortunati, in un certo senso, perché abbiamo San Giuseppe come patrono e siamo chiamati a vedere in San Giuseppe un uomo umile e semplice, che ha accettato ed accolto di essere sposo di Maria e papà di Gesù. Certamente sappiamo benissimo che San Giuseppe non era fisicamente il papà di Gesù perché il papà di Gesù è il Padre Celeste, ma San Giuseppe ha accolto questa chiamata da Dio e la Sua amicizia. Possiamo dire che San Giuseppe e Maria sono i primi seguaci di Gesù: sono la prima Chiesa di Gesù, che hanno custodito in Gesù.

San Giuseppe si è lasciato guidare da un sogno nel quale ha ascoltato la voce di un Angelo, l'Angelo del Signore quando Gli dice di non temere. È un uomo fiducioso, un uomo della fede, come abbiamo ascoltato anche nella seconda lettura.

Ecco, preghiamo perché anche noi oggi possiamo rinnovare il nostro compito di educatori, di custodire la bellezza e la grazia che Dio ci ha dato. Quest'uomo chiamato Giuseppe ha fatto una scelta: la scelta di credere nel progetto di Dio. Anche noi dobbiamo fare la nostra scelta e seguire il progetto di Dio, il progetto dell'amore e portare avanti la nostra missione come cristiani.

Chiediamo questo al Signore e chiediamolo a San Giuseppe perché ognuno di noi possa custodire ciò che il Signore gli ha dato. A ognuno di noi il Signore ha dato una missione da compiere come a San Giuseppe. Chiediamo questo al Signore nella Sua bontà e nella Sua grazia.


<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti