N° 7 - Luglio 2016
Il ritorno del Preziosissimo Sangue a Luni
di Don Luciano Pesce Maineri



Da: “Luni-Ortonovo e il Santuario di N.S. del Mirteto” di don Luciani Pesce Maineri-1969

 

Nel 1954 ricorreva il 750° anniversario della traslazione da Luni a Sarzana delle pietre sacre, oggetti di valore e reliquie, tra le quali quella dell’ampolla del Preziosissimo Sangue.
Questa ricorrenza veniva celebrata nella Cattedrale di Sarzana con straordinaria solennità. Nel Natale dello stesso anno, dopo il pontificale celebrato dal Pastore della Diocesi, si recavano nel vasto salone dell’Episcopio per porgere gli auguri al Vescovo, il Capitolo della Cattedrale, il Consiglio di amministrazione della stessa e i presidenti delle Associazioni Cattoliche. Nel breve discorso che l’Arcidiacono-parroco mons. Giacinto Bertonelli, ora Abate di S. Maria in La Spezia,  rivolgeva al Vescovo e ai presenti, auspicava che, a conclusione delle celebrazioni in onore del Preziosissimo Sangue, la reliquia fosse riportata solennemente a Luni, per riaffermare la perpetuità della Fede che, da quella estinta città, si era propagata in tutto il nostro territorio e per richiamare a un ripensamento molti che, nel momento attuale, pare avessero dimenticato questo singolare dono della Provvidenza e indurli a ritornare, nel segno del Sangue di Cristo, a quell’unità di Fede di cui si sente bisogno.
Il 21 febbraio 1955, il consiglio di amministrazione della Cattedrale dava il via alla preparazione immediata del ritorno a Luni della Sacra reliquia.
I preparativi di questi festeggiamenti venivano affidati a un Comitato rappresentativo dell’intera città, che accoglieva nel suo seno persone amanti delle tradizioni civiche e religiose, appartenenti a qualsiasi tendenza. E’ noto infatti che, nel culto del Sangue di Cristo, la città di Sarzana si trovava sempre unita, e nello stesso tempo orgogliosa di possedere così insigne reliquia.
La popolazione si entusiasmava e gli organizzatori trovavano un campo propizio alla loro metodica, costante opera di propaganda e di illustrazione dell’alto significato che tale manifestazione assumeva di fronte alla storia. Foglietti volanti col programma della festa, l’invito a tutti i possessori di auto di Sarzana, Arcola, Ameglia, S. Stefano, Castelnuovo, Ortonovo, di intervenire con i loro mezzi al corteo, facevano sì, come descriveremo, che la partecipazione riuscisse così compatta e sentita da parte dei borghi della Val di Magra, che non se ne ricorda una uguale.
Il 30 maggio, secondo giorno di Pentecoste, verso le 17, la Piazza della Cattedrale e tutte le vie adiacenti erano rigurgitanti di macchine e di popolo. S.E. mons. Giuseppe Stella su un camioncino, circondato da alcuni canonici, portando la Sacra reliquia, preceduto da numerose motociclette quale scorta d’onore, iniziava il corteo, seguito da centinaia di auto, avviandosi verso Luni per la via Aurelia, il cui traffico era stato sospeso.
All’arrivo della reliquia, l’anfiteatro di Luni era già gremito all’inverosimile, in modo che parecchio popolo doveva trovar posto nelle strade e nei viottoli adiacenti e fin nei campi.
S.E. mons. Vescovo - eravamo al tramonto -, presenti S.E. mons. Baiardo, vescovo di Massa, S.E. mons. Fenocchio, vescovo di Pontremoli e tutto il seminario al completo oltre a numeroso clero affluito da tutta la vallata del Magra, in uno scenario quanto mai suggestivo, celebrava la Santa Messa e al Vangelo iniziava il suo discorso con queste parole: “Mai come in questo momento mi sono sentito il vescovo di Luni”. Rievocava poi brevemente la storia dell’antica gloriosa città, ne ricordava la Fede apostolica di cui ancora  oggi tutta la Lunigiana gode il beneficio; faceva riferimento a Eutichiano, papa lunense, e all’antichissimo culto al Preziosissimo Sangue. Nelle parole del Presule si sentiva la convinzione profonda di un Vescovo che metteva in evidenza con parole commosse il suo amore, la sua Fede nel sangue di Cristo, di cui la Provvidenza ha voluto arricchire di un’ampolla la nostra regione. Si sentiva quanto stesse a cuore al Vescovo che per questa “peregrinatio sanguinis” da lui voluta, si riaffermasse questo culto e si approfondisse sempre più.
Il ritorno da Luni a Sarzana era stato un vero inimmaginabile trionfo. L’Arcidiacono mons. Bertorelli, che aveva ricevuto dal Vescovo per un singolare privilegio la reliquia, doveva ininterrottamente, a richiesta del popolo che faceva ala al corteo, benedire e benedire la folla che si prostrava al passaggio della reliquia. L’incontro con Sarzana avveniva all’incrocio di Viale Mazzini, Via S. Bartolomeo e Via San Francesco. Qui il Sindaco Paolino Ranieri con la Giunta comunale al completo, il gonfalone e numerosa folla, attendevano. Il Vescovo riprendeva la reliquia e si proseguiva a piedi. La Cattedrale era incapace di contenere tutto il popolo intervenuto.
Questa funzione è stata l’inizio del settenario in preparazione alla festa che si concludeva il 6 giugno, presente il card. Celso Costantini, cancelliere di Santa Madre Chiesa e del fratello Giovanni, Arcivescovo di Colosse, già Vescovo di Luni, e di altri Presuli.



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