N° 5 - Maggio 2013
LA BIBBIA, DUE LIBRI, UN LIBRO (PARTE PRIMA)
di Carlo Lorenzini

 

 

 

 

                   “Nella Bibbia – dice lo scrittore portoghese Josè Saramago – si narrano crudeltà, carneficine, incesti, violenze di ogni genere”. Ed è vero nella Bibbia c’è tutto questo, basta aprire e leggere. Anche a caso. Ma  che ciò avvenga è necessario, affinchè Israele possa imparare pian piano a riconoscere l’alleanza con il Signore e a fare propri i 10 Comandamenti delle Tavole mosaiche. Occorre tempo perché all’accettazione della Legge, frutto dell’alleanza voluta dal Signore, segua la sua fedele applicazione. Ogni passo in avanti in questo senso rappresenta un momento di elevazione della civiltà umana verso un livello standard accettabile. Del resto, nel suo piano di salvezza, Dio prima impone l’obbedienza alla Legge, poi, con il Figlio, propone all’uomo in modo definitivo la legge dell’amore.

Leggiamo nel libro dei Numeri XV 32 – 36:  “Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna nel giorno di sabato. Quelli che l’avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità. Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora deciso che cosa gli si dovesse fare. Il Signore disse a Mosè: -Quell’uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori l’accampamento –. Tutta la comunità lo condusse fuori l’accampamento e lo lapidò; quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè”. Più avanti, al numero XVI abbiamo il castigo di tre che si ribellano a Mosè: “ Il Signore li farà inghiottire dalla terra, loro, tutti i loro familiari e i loro beni”. In evidenza c’è la figura di Giacobbe (Genesi 28, 29, 30) che non è affatto uno stinco di santo. Fra i due fratelli, Esaù e Giacobbe, il Signore preferisce Giacobbe, pur essendo un tipo facile all’inganno e al sotterfugio: un tipo dalla moralità accomodante; approfitta dell’ingenuità del fratello per rubargli la primogenitura; approfitta della cecità del padre per prendere per sé la benedizione paterna. Un soggetto, come si vede, piuttosto disinvolto (e, quanto a disinvoltura, è degno allievo del nonno Abramo, il quale, in occasione del suo viaggio in Egitto, non esita a servirsi della bellezza della moglie Sara, per farsi donare dagli Egiziani e diventare ricco). Il nostro Giacobbe è così sleale nei confronti del fratello Esaù, che a un certo punto ha paura delle sue reazioni. Tanto che la madre Rebecca gli suggerisce di andarsene da casa e di rifugiarsi presso lo zio Labano, fratello della mamma, in Mesopotamia. Poiché è ancora scapolo, in casa dello zio mostra di sapersi ben destreggiare con le quattro donne della famiglia: le sorelle Lia e Rachele, figlie di Labano, e le due serve, Baia di Rachele e Zelfa di Lia. Quattro donne che, deboli custodi della loro castità e oltremodo smaniose di figli e di maternità, sono ben disposte di avere l’occasione di unirsi a lui per rimanere incinte e regalargli un figlio. Così Giacobbe andrà a raggiungere la dimora dei padri, lasciando in questo mondo 13 figli, 12 maschi ed una sola femmina: sette figli da Lia, compresa la femmina; due per ciascuna da Rachele, Baia e Zelfa. Continuando, nel primo libro dei Re (cap.18)  leggiamo come Elia, il profeta difensore della religione dei padri, tuona contro Acab, re di Israele, perché ancora idolatra. Anzi, il profeta sfida il re alla prova del fuoco ordinandogli: “Convoca i tuoi israeliti e i 450 profeti-sacerdoti del vostro dio Baal sul monte Carmelo, si prepari noi e voi un altare con, sopra ciascuno, un giovenco squartato da bruciare, si prepari la legna con il giovenco squartato; poi ciascuno invochi il fuoco dal proprio dio; quel dio che avrà concesso il fuoco, sarà il vero dio”. Per primi affrontano la prova i profeti di Baal, che falliscono e vengono derisi dai fedeli di Elia; mentre il Signore di Elia manda al suo profeta il fuoco che consuma l’olocausto. A questo punto, tutti si prostano a terra esclamando: “Il Signore è Dio!”. Elia ordina ai suoi:  “Afferrate i profeti di Baal e fate che non ne scappi uno”. Li afferrano ed Elia li fa scendere nel torrente Kison e li scanna uno ad uno. Anche il profeta Eliseo, ha un bel caratterino; infatti, (Libro dei Re cap.2) mentre da Gerico, di cui aveva risanate le acque, sta andando verso Betel, incontra per strada un gruppo di ragazzetti (pueri parvi) che si burlano di lui dicendo: “ Vieni su, pelato; vieni su, calvo!”. Egli si ferma, li guarda e li maledice nel nome del Signore. Allora escono dalla boscaglia due orse che sbranano quarantadue fanciulli. Nel libro di Gosuè (cap.VI) si inneggia all’arte di fare la guerra. “Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra, le mura della città (Gerico) crollarono; il popolo salì allora verso la città, ciascuno diritto davanti a sé e occuparono la città. Votarono poi lo sterminio, passando a fil di spada ogni essere che era nella città, dall’uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e perfino il bue, l’ariete e l’asino….. Incendiarono poi la città e quanto vi era; soltanto l’argento, l’oro e gli oggetti di rame e di ferro deposero nel tesoro della casa del Signore”.

 Il Signore guida Giosuè nella marcia verso la terra promessa. Ma è una marcia, questa, che lascia dietro di sé devastazioni, stragi e nessun rispetto per la vita umana: le città vengono rase al suolo, le campagne devastate, gli animali abbattuti, le persone, tutte, trapassate dalla spada. Non si può dimenticare la storia di Caino (Genesi cap.4).  Adamo si unì ad Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: “Ho acquistato un uomo dal Signore”. Successivamente partorì suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore della terra. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì i promogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: “ Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il tuo istinto, ma tu dominalo.” Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna.” Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Questi riportati sono solo alcuni esempi, tra gli innumerevoli narrati nel Vecchio Testamento e nemmeno i più crudi, di come l’uomo senza una regola o legge da rispettare, sia vittima della propria forza bruta e dell’intelligenza posta al servizio esclusivo del proprio interesse e tornaconto. E’ il trionfo dell’egoismo più becero e animalesco. Partendo da questa situazione di disordine il Signore prepara il riscatto del genere umano.

(segue la seconda parte nel prossimo numero).

 

 

                                                                                                                              


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