N° 3 - Marzo 2016
Spiritualità
  Anche attraverso la ‘vera amicizia’ respiriamo l’armonia di nostro Signore
di Stefania


 

          Questa mattina aprendo il Vangelo per nutrirmi della Parola, il caso ha voluto che capitassi alla lettera agli Efesini dove, al capitolo quinto, Gesù ci parla di ‘come’ usare bene il nostro tempo nella famiglia domestica, nel dovere dei genitori a educare i figli, al rispetto reciproco che ci dev’essere nel proprio lavoro tra datore e dipendente, ricordandoci che entrambi siamo figli del solito Padre, e quindi uguali ma con responsabilità diverse: principio che dovrebbe valere in ogni relazione che quotidianamente incontriamo. In questa pagina Gesù ci consiglia quali sono le armi di un cristiano per attuare queste relazioni e non cadere, quindi, con i nostri comportamenti sbagliati, nelle mani degli ‘spiriti maligni’.
Come sarebbe bello se tutti fossimo in grado di mettere sempre in pratica i suoi consigli, o almeno impegnarci costantemente e con fiducia a farlo! Vivremo certamente in un mondo migliore; un mondo dove non si respira l’ansia, la paura, l’angoscia e l’ingiustizia, ma l’armonia, in quanto ognuno di noi non si sentirebbe né superiore né inferiore a qualsiasi altra persona che incontra. Ognuno di noi assume così il proprio ‘valore vero’, non per il titolo di studio, bellezza, ricchezza…, ma per quello che realmente è, per come si comporta, per la sua lealtà, onestà, bontà… Com’è bello vivere tra noi quando ci impegniamo reciprocamente in questo: l’amicizia vera ne è una bella prova.
Il mondo odierno ha bisogno di queste ‘vere relazioni’ per essere ‘ripulito’, e ad ognuno di noi spetta la sua parte se lo vogliamo risanare e saremo così avvolti da quella pace che ci permette di vivere in armonia con tutti. Penso inoltre che oggigiorno abbiamo sì bisogno di tante cose per vivere, ma ciò di cui abbiamo più bisogno è di circondarci di ‘persone vere’ con le quali condividere le nostre necessità spirituali e, perché no, materiali. E’ anche vero che il Signore ci ha creati tutti diversi (la nostra bellezza sta proprio nella nostra unicità) ed è per questo che possiamo godere la ‘vera pace’ solo lavorando su noi stessi, per essere noi stessi, con la consapevolezza che abbiamo bisogno uno dell’altro per cui: io ti rispetto, ma tu devi rispettare me. “Amare e essere amati”. Questo è il ‘regno di Dio’! E come diventa più bello vivere anche se le difficoltà sono tante, avendo la certezza che il nostro Dio è un Dio d’amore, che è padre di ognuno di noi. Papa Francesco qualche giorno fa diceva che la nostra porta del cielo non ci verrà aperta attraverso il denaro che abbiamo accumulato o per il titolo di studio; non serve il denaro, lassù, e nemmeno il sapere: la porta del cielo ci verrà aperta per quanto abbiamo amato. E’ proprio vero, tutto ciò che è essenziale per vivere non si compra col denaro, ma solo vivendo sani legami, poiché attraverso questi troviamo l’armonia del vivere quotidiano.
Buon Anno Santo della Misericordia a ciascuno di noi, attraverso la nostra quotidiana conversione, e Buona Pasqua, vivendo ognuno di noi da veri discepoli del Risorto.

                                                                                        



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  Maria, Donna per eccellenza
di Giuliana Rossini



 

          Nel recente viaggio di papa Francesco a Cuba e in Messico, ciò che mi ha maggiormente colpito è stato vedere la grande devozione e l’affetto filiale del pontefice nei confronti di Maria, in particolare durante la sua visita alla Madonna di Guadalupe.
Il suo raccoglimento, la luce del suo volto e anche il dolore in occasione delle forti parole pronunciate, tutto ha dato all’avvenimento un rilievo straordinario. Dal canto sua la Vergine “Morenita”, così amata dal popolo messicano, pareva voler abbracciare col suo sguardo materno tutti i suoi figli, particolarmente in questo anno della misericordia divina.
Mi è parso che, nella sua apparizione, si sia dispiegata la fantasia di un Dio che, abituato a farsi l’altro nella Trinità, ha suggerito alla Madonna di farsi uno con la popolazione locale, india tra gli indios. Solo così Ella ha potuto conquistare i cuori.
Le parole di Bergoglio, poi, non hanno lasciato dubbi sul messaggio di speranza e di salvezza che era venuto a portare in quelle terre tanto vicine alla sua sensibilità.
Un popolo martoriato, devastato da violenza, povertà, droga, soprusi di ogni tipo, lo ascoltava con amore e, spesso, col volto rigato di lacrime. Francesco ha sottolineato, in modo particolare, in quel paese bello per colori, sapori, musiche e una grande gioia di vivere, la drammatica condizione delle donne. Esse rappresentano un numero elevatissimo tra i “desaparecidos”, probabilmente trasportate negli Stati Uniti come merce per la prostituzione, ma sono anche considerate trofei di guerra fra gruppi rivali violenti che uccidono con estrema leggerezza. Senza contare il loro dolore come madri, spose, figlie, sorelle private dei loro cari. Francesco, commentando questi fatti, ha ricordato, proprio lì a Guadalupe, la Madonna della Visitazione che, recandosi dalla cugina Elisabetta, porta in grembo la salvezza: Gesù.  Anche il Messico ha nel proprio grembo la possibilità di riscatto, ma occorre l’impegno forte di tutti per uscire da una situazione che appare assai difficile e puntare lo sguardo su Maria che indica nel suo Figlio l’unica salvezza possibile.
Mi piace questa fiducia del papa nella “Donna per eccellenza”, ma che si riversa su tutte le donne del mondo. Nel libro “La famiglia genera il mondo”, compendio delle catechesi del mercoledì sulla famiglia, mi avevano fatto riflettere le parole che egli dedica alla donna.
Nell’ultima catechesi, che dà il titolo al libro, Francesco sostiene che esistono molti luoghi comuni, anche pesanti, sulla donna considerata come la tentatrice che trascina al male.
Invece nella Bibbia, dopo il peccato originale di Adamo ed Eva, leggiamo parole forti e significative al riguardo. Dio, rivolgendosi al serpente tentatore, dice: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe (Gen. 3-15). “Mediante queste parole, dice il papa, Dio segna la donna con una barriera protettiva contro il male… Vuol dire che la donna porta una segreta e speciale benedizione per la difesa della sua creatura dal Maligno!”. E continua: “Pensate quale profondità si apre qui!... C’è spazio per una teologia della donna che sia all’altezza di questa benedizione di Dio per lei e per la generazione!
(ibid. pag. 107). Parole straordinarie che aprono grandi prospettive. Questa apertura della Chiesa sprona, non solo le donne, ma tutti quanti a impegnarsi maggiormente nel campo dell’evangelizzazione e ad andare avanti con entusiasmo e impegno rinnovati.
Proprio in questo inizio di quaresima, tutti siamo chiamati a rinnovarci, a cambiare, a capovolgere il nostro modo di pensare. Nella prima domenica di quaresima, padre Onildo ci invitava a trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Per me, ciò significa soprattutto guardare tutti quelli che mi passano accanto con occhi nuovi, scevri da giudizio; deporre i macigni che talvolta ci portiamo dentro per parole o fatti che ci hanno offeso: perdonare, anzi, dimenticare ogni cosa e mettere tutto nel cuore di Gesù. Ma significa anche credere nell’amore di Dio, abbandonarsi a Lui, al suo sguardo amoroso, farsi vedere da Lui, come dice Maria nel Magnificat: “Ha guardato l’umiltà della sua serva…”.
Uno degli autorevoli commentatori del viaggio papale in Messico raccontava un gustoso aneddoto. Un giorno il Curato d’Ars, entrando in chiesa, vide un saltimbanco che eseguiva i propri esercizi davanti al Santissimo. Richiesta una spiegazione, questi, con assoluta semplicità di cuore, rispose: “Sono venuto a farmi vedere da Lui!”.
Possa questo periodo di preparazione alla Santa Pasqua renderci puri e semplici di cuore, come quel saltimbanco, veri e propri bambini evangelici!
Buona quaresima e Santa Pasqua a tutti!!

 

                                                                    

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