N° 8 - Ottobre 2014
La Redazione
  Il segno della pace? Scambiamocelo così, con moderazione
di La Redazione




Le indicazioni del Vaticano

 

            Si intitola “L’espressione rituale del dono della pace nella Messa” la lettera che la Congregazione per il Culto divino ha pubblicato con la data dell’otto giugno, nella solennità di Pentecoste, con l’approvazione di Papa Francesco.
Il documento si richiama al Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia che si svolse nel 2005, al termine dell’Anno eucaristico indetto da Giovanni Paolo II. In quell’occasione la riflessione dei padri sinodali si dedicò anche allo scambio della pace il cui svolgimento prima della Comunione, fu notato, può rischiare di distogliere l’attenzione in un momento così delicato della celebrazione: tanto che non mancarono le proposte per spostare questo gesto in altri punti della liturgia, ad esempio prima dell’offertorio.
Il documento della Congregazione conferma la decisione di mantenere lo scambio della pace prima della Comunione, ma offre allo stesso tempo “alcune indicazioni pratiche per meglio esprimere lo scambio della pace e per moderare le sue espressioni eccessive che suscitano confusione nell’assemblea liturgica proprio prima della Comunione”.

“Se i fedeli non comprendono e non dimostrano di vivere, con i loro gesti rituali, il significato corretto della pace, si indebolisce il concetto cristiano della pace e si pregiudica la loro fruttuosa partecipazione all’Eucaristia”.

“Sarà necessario che nel momento dello scambio della pace si evitino definitivamente alcuni abusi come:

- L’introduzione di un “canto per la pace”, inesistente nel rito Romano.

- Lo spostamento dei fedeli dal loro posto per scambiarsi il segno della pace tra loro.

- L’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a qualche fedele.

- Che in alcune circostanze (…) lo scambio della pace sia occasione per esprimere congratulazioni, auguri o condoglianze tra i presenti”.

“Si invitano tutte le Conferenze dei Vescovi a preparare delle catechesi liturgiche sul significato del rito della pace nella liturgia romana e sul suo corretto svolgimento nella celebrazione della Santa Messa”.




  Pellegrinaggio mariano mensile
di LA REDAZIONE





CHIESA DELLA SPEZIA-SARZANA-BRUGNATO

Pellegrinaggio mariano mensile

presieduto da S.E. mons. Luigi Ernesto Palletti

SABATO 4 OTTOBRE 2014

Madonna dei Poveri (La Spezia)

 

 

Ore 7,30 a Montepertico (loc. San Luca) e in processione recitando il Santo Rosario si raggiungerà la piccola chiesa dove verrà celebrata la Santa Messa. Al termine, incontro conviviale.

Alle ore 6,45 il pullman partirà dalla piazza del Municipio e proseguirà per Isola, chiesa di Caffaggiola, Luni Mare, Fiumaretta


I PARTECIPANTI SONO PREGATI DI PRENOTARSI DAI PARROCI


  Il nonno
di Jolanda Restano



La Festa dei Nonni è stata introdotta negli 
Stati Uniti nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, una casalinga del West Virginia, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade iniziò a promuovere l’idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, obiettivo fondamentale per l’educazione delle giovani generazioni la relazione con i loro nonni, portatori di conoscenza ed esperienza.
La festa è un momento di incontro per dire "Grazie!" a chi ci ha cresciuto e ha dedicato tanto tempo ai nipoti, seguendone i passi come angeli custodi. Il 2 ottobre, giorno della ricorrenza, è infatti dedicato anche agli Angeli Custodi. 
I nonni sono figure insostituibili nell'infanzia di ogni bambino, che diventato adulto ne ricorderà per sempre le coccole, le storie raccontate prima di andare a dormire, i giochi e i tanti momenti spensierati.




Il nonno

C’è un amico assai speciale

con cui gioco niente male;

con lui scherzo, parlo, rido

e felice a lui mi affido.

Se ho i compiti da fare

o se invece vo a giocare,

non importa, sai perché?

Lui è sempre accanto a me!

Che sia giorno, notte o sera,

alba, inverno o primavera,

che sia estate oppure autunno

io sto bene con il nonno!





  Padre Alberto Beggi
di L. Raspini


La decisione di pubblicare le poesie di Padre Alberto è sorta spontaneamente fra alcuni amici con l’intento di mantenerne vivo il ricordo.
Raccogliere le sue poesie è stato come incontrarlo di nuovo per ascoltare le sue laconiche parole e i suoi silenzi pregnanti di senso. Lo contraddistinguevano una straordinaria acutezza mentale e una grande capacità di discernere le anime. La sua calma serenità, unita all’attitudine all’ascolto e all’osservazione, lo coronavano di un alone sacrale, di un fascino riservato e virtuoso, nascosto agli occhi distratti dei superficiali.
Emergeva in tutte le attività, persino negli atteggiamenti più ordinari, la saggezza dotta dei vecchi e lo stupore sempre dei bambini. Tutto in lui diventava contemplazione lodante, ogni sguardo rivolto al creato: al suo gatto Fiocco, ad ogni fiore, ad ogni foglia incontrata lungo una passeggiata, ad ogni momento della giornata.

Le sue poesie trasfondono questa ricca vita interiore. Quiete, silenzio, raccoglimento orante sono la cifra che denota i suoi versi, nei quali le connotazioni oggettive e paesaggistiche, dopo essere delineate con penetrante accuratezza nella loro essenza, vengono sublimate metafisicamente e spiritualmente per riferire l’intima relazione dell’anima con Dio.
Dio che viene riconosciuto “Bontà gratuita che si rivela all’uomo”, il quale pur riconoscendosi nullità rispetto all’Assoluto, “vita di cenere soffiata / per la cattedrale dell’essere”, vive tuttavia proteso e “aperto sull’immenso”.

Il tema del passato permea la trama di molti componimenti, nei quali la memoria dolce del “tempo andato”, lungi dal trasformarsi in malinconico ripiegamento introspettivo, si carica del valore intrinseco delle cose e delle persone che ormai non sono più, per recuperarle nella loro pienezza di significato in una dimensione eterna. 

 

                                                           L. Raspini

 P.S.) Nelle pagine de “I nostri poeti” da questo numero riportiamo alcune sue poesie



  Profilo di Padre Alberto: Santino Beggi (1915 – 1998)
di Romano Parodi






 

Padre Alberto apparteneva ad una facoltosa famiglia ortonovese. Tra i suoi antenati, moltissimi sacerdoti. Il primo, conosciuto, fu un certo Nicolò Beggi, cappellano della chiesa di S. Rocco fuori le mura (dove oggi c’è il cimitero) nel 1580.
Poi ricordiamo Giulio Beggi (1600) segretario del Card. Cibo Malaspina, autore di molti scritti, compreso gli sponsali di Veronica Malaspina con Giuliano dei Medici.
Veronica diverrà poi “famosa” per un fatto di sangue e protagonista, nel bene e nel male di molti romanzi. Infatti  pugnalò a morte il marito e la sua amante nel suo letto matrimoniale, ma poi si pentì e divenne santa.

Poi ci fu un famoso storico, l’avvocato Silverio Beggi che salvò il duomo di Carrara dai frati di San Frediano che ne rivendicavano la proprietà, e poi decine di altri sacerdoti e suore, compreso quel Frontelmo Beggi, suo zio, che scrisse la storia della chiesa del Carmine di Sarzana.
Nei dintorni del paese di Ortonovo esistono ancora tre ‘maestà’ fatte collocare dai Beggi, compresa quella assai rara nella quale è raffigurata una donna, Lunarda.

Allo scoppio della prima guerra mondiale la famiglia, alienava le proprietà terriere ortonovesi e si trasferiva in Versilia, dove investiva in aree fabbricabili e in industrie estrattive a Serravezza.
(Un giorno passando davanti al cimitero, fra Forte dei Marmi e Querceta, sono entrato e ho visto una cappella con sopra la scritta: “I BEGGI DI ORTONOVO”, se ne avete l’occasione, visitatela, c’è anche la sua tomba).

Nel 1938 Santino Beggi celebrò la sua prima Messa assumendo il nome di Padre Alberto. La seconda guerra mondiale sconvolse la famiglia. Perse il suo unico fratello, Marino, alpino della “Julia”, disperso sul fronte russo (Un fatto curioso: non risulta nella lapide dei lucchesi dispersi in Russia, perché era ortonovese, e nel nostro elenco non c’è (una lapide da noi, unico comune d’Italia (?), non esiste. Caro Elio, è nato qui o là? Fammelo sapere, dovrebbe essere nato nel 1920).
Anche Santino subì la deportazione e poi entrò all’Università del Sacro Cuore a Milano. Morto il padre abbandonò l’abito Domenicano e passò al clero secolare per poter assistere la madre ammalata ed officiava nel Duomo di S. Martino. Intellettualmente dotato e con una profonda passione per tutto lo scibile umano, amava rinchiudersi nella sua vasta biblioteca. Teologia e filosofia erano per lui occasioni di profonda riflessione, meditazione ed elevazione spirituale. Non privo di mezzi viveva vita modesta secondo l’insegnamento evangelico. Morì il 7 aprile del 1998, lasciando tutto il suo vasto patrimonio all’Università Sacro Cuore di Milano, e il palazzo di famiglia, nel centro di Lucca, alla “Divina Provvidenza” di don Orione, in memoria di don Pesce.

Il compianto don Lucio Felici, fratello di Giulio (che Dio t’abbia in gloria amico mio), quando era economo dell’Ordine, ne curò la vendita e mi chiese informazioni di questi Beggi (“ i S’gondin”) e mi disse che le Belle Arti della Toscana lo facevano disperare in merito a quella vendita.

                                                                              

                                               


  ORA DI ADORAZIONE PER LE VOCAZIONI
di La Redazione



GRUPPO INTERPARROCCHIALE – ORTONOVO

 


 

ORA DI ADORAZIONE PER LE VOCAZIONI

 

CHIESA  PARROCCHIALE DI NICOLA

 

TUTTI SONO INVITATI A PARTECIPARE

Lo splendore della Chiesa è legato allo splendore del suo sacerdozio; era perciò necessario trovare il mezzo di suscitare nella Chiesa sacerdoti numerosi e santi. Il sacerdote è un uomo divino e non può crearlo l’industria umana, ed ecco perché Gesù stesso si è premurato di additarci questo mezzo nella preghiera, quando ha comandato:

 

Pregate dunque il Signore della messe, affinché mandi operai nella sua messe”.


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