N° 9 - Novembre 2012
Spiritualità

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  (26) Segni e simboli cristiani
di Ratti Antonio


 
 
 

(26)   Segni e simboli cristiani

Con la ventiseiesima puntata si conclude la rubrica “Segni e Simboli cristiani” con alcune considerazioni sull’edificio chiesa. Qualunque sia la pianta ( croce greca, croce latina, a una o a più navate ) e a qualunque stile appartenga ( romanico, gotico, neoclassico, barocco,  moderno ) l’edificio chiesa è il luogo sacro deputato a tutti i riti della Chiesa ( Messa, Vespri, incontri di preghiera, matrimoni, esequie, somministrazione dei Sacramenti ), quindi è il centro nodale di ogni comunità cristiana. Oltre agli elementi di arredo ( banchi, sedie, dipinti, affreschi, vetrate, organo o armonio, ecc. ) sono sempre presenti, perché determinanti e indispensabili allo svolgimento delle attività sacre, l’altare, il tabernacolo, la fonte battesimale, l’ambone e il trono episcopale, se la chiesa è la cattedrale di una diocesi, cioè, la chiesa del vescovo. Un tempo, ormai molto lontano, in ogni comunità, piccola o grande, ricca o povera, il primo pensiero era la costruzione della propria chiesa che doveva essere il centro e al centro, anche fisicamente, del paese o del villaggio, a indicare che quel luogo d’incontro e di preghiera era realmente il sito più importante dell’intera comunità. Oggi le cose, non è in alcun modo difficoltoso verificarlo, sono cambiate. Nelle periferie esistono interi quartieri, brutti da vedersi e spersonalizzanti, perché frutto solo della speculazione, privi della loro chiesa o relegata in un anonimo fondo commerciale.  Sono i così detti quartieri dormitorio dove non esiste nessuna volontà né struttura idonee a stimolare la vita di aggregazione e la nascita di un tessuto socialmente attivo; ne consegue che anche l’edificio chiesa e la Chiesa diventino elementi del tutto marginali. Al tempo d’oggi nessuno ne sente il forte bisogno interiore e affronterebbe l’idea di edificare un duomo di Milano, un San Pietro e, forse, neppure il santuario di Nostra Signora del Mirteto.

 
 

  Ognuno di noi, per la propria salvezza, ha bisogno di convertirsi e di amare il prossimo.
di Un’assidua lettrice


 
 
 


            Se ci amiamo veramente dobbiamo cambiare, dobbiamo convertirci. Dio è misericordioso e ci perdona sempre, ma ognuno di noi deve impegnarsi a seguire il Vangelo di Gesù e quindi -come già detto- cambiare, ritrovare la nostra anima, pentirci degli errori facendo la santa confessione e facendoci aiutare dai nostri sacerdoti; e dimostrando poi con la nostra vita il cambiamento, cercando di non ripetere più gli stessi errori ed essere misericordiosi con gli altri e con noi stessi. Se riconosciamo i nostri sbagli ci verrà più facile perdonare; tutti ne abbiamo fatti e non dobbiamo vedere solo quelli degli altri. Winston Churchill disse: “Tutti gli uomini commettono degli errori, ma solo i più intelligenti imparano da essi”.

            Nel suo libro “L’aldilà nei messaggi di Medjugorie. La Regina della pace chiama l’umanità alla salvezza”, padre Livio scrive così (pag. 174): “La Madonna, dopo aver già mostrato l’aldilà ai sei veggenti nel novembre 1981 attraverso visioni, ha fatto fare un vero e proprio viaggio a due di loro a novembre del 1982. I due veggenti, Viska e Jakov, erano nella casa di Jakov, si trovavano in sala e sfogliavano un album di fotografie, verso le due del pomeriggio. Improvvisamente la Madonna è apparsa e ha detto loro: “Adesso vi porto a vedere l’Inferno, il Paradiso e il Purgatorio. La Madonna li ha presi per mano e i due ragazzi sono spariti per 20 minuti, come ha testimoniato la mamma di Jakov, che non li ha trovati in casa. Questo è un elemento di grande concretezza e realismo che ben si accompagna al viaggio corporeo che i due veggenti hanno compiuto. Una concretezza rimarcata dal fatto che sono usciti di casa passando per il tetto che si è aperto per lasciarli salire in cielo con la Madonna… Questo per sottolineare (pag. 175) la profonda realtà e concretezza in un mondo che sempre più crede che con la morte terrena finisca tutto e dopo non ci sia più nulla. Senza Dio l’uomo perde la parte migliore di sé, corrompe la natura dell’anima, privandola del suo destino di gioia eterna.

            Viska ha ricordato le parole che le ha detto la Madonna: “Queste persone che si trovano qui all’Inferno vi sono andate con la loro propria volontà, perché loro vi hanno voluto andare. Quelle persone che qui sulla terra vanno contro Dio, già incominciano a vivere un Inferno e poi solo continuano” 

E’ un richiamo esplicito -dice sempre padre Livio (pag. 177)- alla responsabilità dell’uomo e, in fondo, a quella autoesclusione dalla salvezza di cui parla anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, che poi questa scelta di autoesclusione, come dice la Madonna, cominci già sulla terra lo si capisce guardandosi intorno…. Nel messaggio del 20 luglio 1982 la Regina della pace dice sul tema del Purgatorio: “In purgatorio ci sono tante anime e tra queste anche persone consacrate a Dio. Pregate per loro almeno sette Pater, Ave, Gloria e il Credo. Ve le raccomando! Molte anime son in Purgatorio da molto tempo perché nessuno prega per loro. E’ questa quindi la prima preoccupazione della Madonna: che ci siano tante anime verso cui noi dobbiamo usare la Grande Carità della preghiera per liberarle dal Purgatorio”.

Dal messaggio del 2 novembre 1981: “Vi ho fatto vedere il Paradiso per mostrarvi quale felicità attende coloro che amano Dio”.

Dal messaggio del 1° novembre 1986: “Figli cari, fate il Paradiso amandovi qui sulla terra tra di voi!”.

                                                                                 
 
 
 

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