N° 4 - Aprile 2022
Questa insolita primavera
di Marta


Da alcuni giorni è Primavera e, sebbene, splenda un magnifico sole tiepido e confortevole, il tutto è in contrasto col vento che viene giù dal Nord, capriccioso e piuttosto freddo, che penetra nelle ossa. E’ Marzo: non dimentichiamolo! E’ quasi normale. Ma in questa primavera c’è qualcosa di deprimente, di diverso dalle altre, che si avverte nell’aria e dall’umore della gente: sono i venti di guerra che arrivano fino a noi e che, gelidi, ci straziano il cuore; si avverte il brusco cambiamento come un’improvvisa alterazione delle cose a cui ci eravamo abituati e che consideravamo certezze. Grande è la fatica che spesso l’uomo affronta per sopravvivere nel naturale quotidiano, figuriamoci in un clima di aggressione feroce, cinica e senza un valido perché. Ricordo quando bambina io ed i miei genitori correvamo, sotto i bombardamenti per raggiungere il rifugio, il mio piangere dalla paura, la mamma che mi rincuorava con le parole più dolci…. Presto saremo tutti in salvo. Ecco! Il mio pensiero, oggi, è con il popolo ucraino, con chi deve fuggire, se gli è possibile, in cerca di salvezza e di un oscuro futuro, abbandonando le cose più care. Non a tutti è concessa questa fortuna e le bombe, quando cadono per la barbara volontà di chi le lancia per fare tutto il male possibile, non guardano in faccia a nessuno. Le immagini televisive ci parlano delle mamme che scappano raccogliendo in fretta i figli e un fagotto di plastica con poche cose. Poi… nel rifugio incomincia un’altra odissea: i bimbi che piangono, che non comprendono cosa accade, hanno paura, hanno fame, hanno sete, hanno bisogno di essere cambiati, che nella concitazione della fuga hanno perduto il ciuccio, chi non ha più il suo orsacchiotto e, per i più grandicelli, la sicurezza della loro cameretta. Avvertono la paura degli adulti e stressati piangono.
Signore, i loro pianti e le loro sofferenze sono preghiere che salgono al Cielo: ascoltale.
E’ normale che un “qualcuno” nel 2022  consideri una seria necessità “giocare” alla guerra per ricostruire l’impero URSS che era imploso da solo?  L’ambizione trova sempre un malefico con tanto, troppo potere, da minacciare il mondo intero e scatenare un conflitto. Il volto rigido, mai una piega, gli occhi inespressivi, immobili, fissi sul suo paranoico disegno di grandezza, ordina di lanciare bombe e missili per distruggere ogni cosa e più persone possibili. Solo così il malefico esulta fiero del suo machiavellico potere. Assieme ai suoi fidi lacchè, meschini, quanto opportunisti pur di conservare le proprie posizioni di rilievo, persegue i suoi perversi fini di conquista sottoponendo anche il suo popolo a inutili sofferenze.
Quanto durerà ancora questa crudeltà?  Si dice fino al 9 maggio, giorno che ricorda la fine del nazismo, perché “l’operazione militare speciale,” non la guerra, in Ucraina ha il benefico scopo di “denazificare” il popolo oppresso da un neonazismo, solo per aver votato liberamente senza aver messo gli oppositori al carcere duro.
L’opinione pubblica mondiale non pensava, caro popolo ucraino, che foste così determinati nell’affrontare le sofferenze di una guerra, la vostra, dentro la guerra del Covid.
L’augurio di noi impotenti osservatori è che la vostra forza e coraggio possano rovesciare la situazione costringendo l’aggressore a fermarsi, non a ragionare, poiché ne è incapace.
Voi donne e mamme, sole a proteggere i vostri piccoli, perché i papà sono lontani al fronte a difendere la libertà della patria, avete tutta la nostra ammirazione.  A voi mamme, cui rimane l’amorosa responsabilità dei vostri figli, non potete mai essere stanche, sfiduciate, avere sonno, o ammalarvi.
Compito immenso è essere sempre vigili e rassicuranti, cercando in tutti i modi di lenire  i disagi  materiali e psicologici con i quali i vostri bambini vivono giorno dopo giorno. Le immagini che quotidianamente la Televisione ci mostra, rendono conto del dolore e della forza che ogni mamma ha per rendere meno pesante la triste condizione che ogni bimbo è costretto a subire.  Mi tornano in mente le immagini del film di Benigni “La vita è bella”, quando il papà cerca di trasformare in gioco le brutture del lager.  Ci sarà un domani migliore, questa è la spinta decisiva per non mollare.  Le menti malate possedute dalla smania di potere, non possono sempre avere la meglio: il protagonista è solo e isolato dal mondo civile ed anche i suoi sodali cominciano a dubitare: solo il timore delle dure conseguenze li mantiene fedeli al capo.
Con la guerra, che ho vissuto io, oltre ai bombardamenti, alla paura di incontrare tedeschi per strada o nei campi, andavamo a raccogliere gli erbetti e tutto ciò che era mangiabile, perché scarseggiava il cibo; ricordo che arrivò anche il tifo. Morirono in tanti ed anche il mio babbo e mio fratello ne furono contagiati e rischiarono parecchio. Grazie al Cielo guarirono entrambi.
Si disse che l’acqua era inquinata: chiusero molte fontane e si doveva bollirla prima di poterla usare. Una volta una cannonata colpì in pieno la stalla della zia Alma e, purtroppo, morì l’asino Poldo, che, con il suo sacrificio, ci permise di mangiare per una settimana tanto spezzatino. Questo è solo un episodio di quella vita dove la normalità era sconvolta e ciò che premeva era la sopravvivenza. Questi piccoli ricordi di vita personale fanno parte della nostra Storia, poiché era un intero popolo che viveva nell’incubo di non farcela, eppure lottava per resistere, proprio come oggi il popolo ucraino che cominciava ad assaporare la libertà di decidere il proprio futuro dopo secoli di dominio degli zar e poi degli oligarchi che ben conosciamo.

           BUONA PASQUA a tutti e ci porti il regalo gioioso della pace.


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