N° 4 - Aprile 2022
Storie dei lettori
  Dal Diario di un Pellegrino
di Gualtiero Sollazzi


 C E N E R E

 

Quaresima di nuovo. Il rischio è pensare all’anno liturgico, quaresima compresa, come un tran tran anziché come un vento impetuoso dello Spirito da far sbattere le porte. Anche questo ‘tempo quaresimale’: viene per scuoterci, con l’aiuto  di ‘segni’ che si fanno segnali. La cenere, intanto.  Il rito appare un po’ strano con quelle testa da porgere perché sopra ci cada un pizzico di polvere grigia. Ma se scaviamo, ce n’è da imparare. Per esempio, che siamo provvisori. Che un giorno somiglieremo a quella polvere che ci facciamo mettere sul capo con un po’ di fastidio, specie se pelati, e che ci diventa maestra.  Vien da ridere quando sentiamo in un alterco: “ Lei non sa chi sono io!” Già, chi sei? Uno importante, un ricco, un dirigente che fa il bello e il brutto? Al papa, dopo l’incoronazione, come usava una volta, mentre incedeva sulla sedia gestatoria, gli si avvicinava un cerimoniere con una stoppa che si consumava  bruciando e gli proclamava in latino: “ Così passa la gloria del mondo “. Totò, nella sua celebre “ ‘A livella”, dirà: “ ‘A  ‘o ssaje che d’è?...”
Come dire: ma di che ti vanti? Benedetta la cenere, allora; ci racconta il momento provvisorio, ci annuncia che siamo nell’attesa della beata speranza, ci fa realisti e umili come, del resto, Dio ci sogna.


  DUE VECCHIE SIGNORE D'EPOCA
di Anna Maria Tarolla



  1. Nel piazzale d'uno sfasciacarrozze si ritrovarono affiancate, per essere demolite, una Cadillac anni '60 ed un Maggiolino del 1979. La Cadillac col suo aspetto austero aveva fatto sognare intere generazioni, mostrava la carrozzeria opaca con ruggine e ammaccature. Delle ruote sforacchiate se ne contavano due. Pertanto se ne stava   appollaiata sopra un fianco. Dai sedili, simili a vagoni di “prima declassata” pendevano lembi di pelle. Il contachilometri illeggibile. La radio di nichel, rarità da museo, faceva bella mostra al centro del cruscotto. E sotto, un portaritratti con il viso di bimba che consigliava: “ Papà...vai adagio”. Stranamente s'era salvato lo stemma della casa: vera quisquilia per i collezionisti. Più malandato appariva il tenero Maggiolino. Privo delle quattro ruote, costretto su basi di fortuna, assomigliava più ad un battello di fiume che ad un'auto di strada. Il cruscotto già essenziale per nascita, mostrava la sua nudità. Integri erano il volante e lo specchietto retrovisore da cui penzolava un corno  portafortuna. Esilaranti le due targhette (quelle che si trovavano sui vagoni ferroviari ) che ammonivano: “ Vietato fumare”“Non gettate alcun oggetto dal finestrino”. E per sedili solo bambagia. La Cadillac appena si accorse del Maggiolino, con aria sprezzante lo apostrofò:   “formula uno”>< Ciò che dici è verità -replicò il povero Maggiolino- però non cambierei il tuo passato col mio. Stracolmo di momenti memorabili: in montagna, al mare, sui fiumi. Gli innamorati trovavano in me una piacevole alcova. Il peggio l'ho vissuto quando finii in un fosso stracarico di ragazzini; risolto fortunatamente. L'avventura che più mi fa onore è la volta che accompagnai all'ospedale una ragazza con le doglie. Sai, il suo piccino lanciò i primi vagiti sul sedile dietro. Avrai sentito parlare del mio antenato, il mitico Maggiolino distintosi nella guerra oltre confine? Un onore  enorme. La “formula uno” ? Io non l'ho mai sognata. Preferivo le competizioni d'autocross, in cui  ho vinto  trofei.> Intanto sul Maggiolino i topi s'abbuffavano con gli ultimi avanzi. Mentre sulla Cadillac un cagnolino schiacciava un pisolino.   il Maggiolino – anche nella malasorte, io sono sempre il più bistrattato. Come puoi notare, sopra di me i topi ballano, mentre su di te è ospite un cagnolino.> Ecco arrivare il carro attrezzi per rimuovere le auto. Ostentando una gentilezza inusitata la Cadillac si rivolse all'amico di sventura:  accomodati, a te il passo!> < Non dovresti meravigliarti – di rimando la Cadillac. Ben conosci le mie nobili origini.>< Non è per la tua nobiltà che mi cedi il passo. E' perché temi la fine. Chissà quanto pagheresti pur di arrivare ultima.>  < Povera me-si lamentò la nobile signora –mi faranno a pezzi.> < Sono consapevole anch'io della fine- aggiunse il Maggiolino- Spero che la mia carcassa sia adagiata in fondo al mare come approdo per i pesci.> Un trillo improvviso interrompe la scena: è la sveglia che suona. Allora stavo sognando? Guardo fuori. Nel cortile c'è il mio Maggiolino.  E c'è la Cadillac del signor Pasquale, ferma lì da anni. Ammantata di polvere, pare una nobildonna ormai decaduta. Il Maggiolino pimpante malgrado l'età, va ancora a zonzo tra l'incredulità della gente. Ed oggi, dove mi condurrà ?


  IL LUPO E L’AGNELLO
di Antonio Ratti



Un lupo vide un agnello che beveva ad un torrente, sotto di lui, e gli venne la voglia di mangiarselo. Così, gli disse che bevendo, sporcava la sua acqua e che non riusciva nemmeno a bere.

Ma tu sei a monte ed io a valle, è impossibile che bevendo al torrente io sporchi l’acqua che scorre sopra di me!”  Rispose l’agnello. 

Venuta meno quella scusa, il lupo ne inventò un’altra: “Tu sei l’agnello che l’anno scorso ha insultato mio padre, povera anima.”

E l’agnello, di nuovo, gli rispose che l’anno prima non era ancora nato, dunque non poteva aver insultato nessuno.

Sei bravo ad inventare delle scuse per tutto” gli disse il lupo, poi saltò addosso al povero Agnellino e lo mangiò.

Contro chi è malvagio , il buonsenso non basta a difendersi. 

Esopo


E’ superfluo indicare l’analogia tra la favola e gli eventi di questi giorni nell’Europa orientale, tanto è palese la protervia  sanguinaria del più forte.
Il greco Esopo ( 620 a.C.  -  564 a.C. ) non è soltanto il primo e più antico, perché stiamo parlando del VII- VI sec. a. C., è anche il più grande favolista della storia ( copiato dal latino Fedro e dal francese La Fontaine ), e soprattutto è il più attento osservatore dei comportamenti umani che vengono evidenziati e descritti con apparente ironia e levità, ma, in realtà, con la severa precisione e competenza di esperto psicologo e sociologo. L’amarezza che traspare dai suoi brevi e fotografici raccontini ( es. La cicala e la formica, La volpe e l’uva ) ci fa intendere come i suoi protagonisti animali abbiano a guidarli solo il naturale istinto della sopravvivenza, mentre il suo vero bersaglio, l’uomo, è dotato di ben altro che lo distingue, o dovrebbe, come l’intelligenza, la libertà e la capacità di discernere il bene dal male, il corretto dallo scorretto.           
 
Ne consegue che i primi non sono colpevoli delle loro azioni ( il pesce grande mangia il piccolo, il leone mangia la gazzella per obbedire alla legge della conservazione della specie ), né punibili, al contrario gli umani, che utilizzano i medesimi comportamenti discutibili e prepotenti, meriterebbero severe punizioni.
L’ipocrisia, la disinformazione e la censura sono elementi determinanti per perseguire i propri obiettivi: in Ucraina non c’è la guerra, ma “solo una speciale operazione  militare” a tutela e difesa di due territori giustamente ribelli al governo centrale che ha la colpa di essere stato eletto  democraticamente con libere elezioni e la “denazificazione  dai pericolosi nazionalisti  ucraini, oltre al riconoscimento dell’annessione della Crimea sottratta con la forza nel 2014/15. Per queste “poche cose” è sceso in campo l’80% delle forze militari convenzionali e minacciata la guerra chimica e nucleare. Il tutto nella certezza che nessuno avrebbe  militarmente affiancato l’Ucraina per non scatenare la terza guerra mondiale e atomica.

Si è approfittato del senso di responsabilità degli altri per i propri pretestuosi e deliranti fini.
Non ci troviamo di fronte al barbaro cinismo di un super lupo, che aspira a ricreare una versione  moderna della obsoleta URSS staliniana?

Oltre alla Messa natalizia al Cremlino presieduta dal patriarca moscovita, lui può presenziare anche ai prossimi riti della settimana santa perfettamente sintonico col patriarca e riconciliato dal patriarca (dall’ elevata caratura morale e spirituale), ma lo escludo riconciliato da e con COLUI, che tutto vede e provvede: l’aggressione e la guerra non hanno mai giustificazioni, né distinzioni in buone e cattive.
E sarà la classica eccezione a quanto dice Gesù: “ Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimettete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi.” (Gv.20,22-23 )

                                                                                                     

                                                                                                            Antonio Ratti

  CALENDARI, CHE PASSIONE!
di Olimpio Galimberti



All’inizio di quest’anno, il calendario del 2022 l’avete comprato o, com’è capitato a me, siete stati “inondati” da calendari, della farmacia, dell’assicurazione, di un’agenzia pubblicitaria, di esercizi commerciali ( negozi che frequento ), di una tipografia, degli allegati di alcune pubblicazioni, di enti assistenziali, sia laici che religiosi?
Ci sono tanti tipi di calendari, per tutti i gusti, per tutte le esigenze. Ci sono anche calendari d’arte, quelli che propongono riproduzioni di capolavori del passato, ma anche opere di artisti viventi. A proposito di questi ultimi, mi confidava un corniciaio che essendogli rimasti invenduti parecchi calendari illustrati da un noto pittore e i calendari, si sa, hanno una scadenza, ha avuto l’idea di ritagliare le foto dei dipinti del noto pittore, incorniciarle graziosamente e andarle a vendere nei mercatini a cui spesso partecipa.
Ci sono anche i calendari “fai da te”, quelli realizzati con foto “di famiglia”. Anche a noi, mia moglie ed io, è capitato di cimentarci in quella impresa, qualche anno fa, quando i nipoti, cinque, erano piccoli. Non è stato facile scegliere le foto, distribuire gli spazi in maniera “equa”, tener conto dei primi piani e delle foto di gruppo, della qualità delle foto ( “Questa foto è bella, ma è un po’ mossa, non ce n’è un’altra migliore? “ )

Tornando ai calendari ricevuti quest’anno, mi sono trovato “omaggiato” anche di un calendario/lunario di Padre Dionisio, il barbuto frate cappuccino che chi ha qualche anno sulle spalle ricorderà certamente con affetto ( Padre Dionisio è stato cappellano dell’Arsenale da 1948, ha fondato la “Casa del Fanciullo/Sorriso Francescano”, si è sempre dato da fare per aiutare  “gli ultimi”)
Nel calendario di Padre Dionisio, oltre alle parole del Papa ed ai consigli per la salute, ci sono dodici ricette della tradizione spezzina che mi fanno venire un dubbio: l’appetito vien mangiando o leggendo quelle ricette?


  La civiltà
di Romano Parodi


La civiltà di un popolo si vede dalla sanità pubblica

“Sventurato quel popolo che ha bisogno di miracoli”

 

30 marzo 2020 ore 16.30 : il ragazzo di 17 anni morto in California per coronavirus era stato rifiutato dall’ospedale  perché non aveva l’assicurazione sanitaria. Lo racconta Rex Parris, il sindaco di Lancaster, «Non aveva l’assicurazione sanitaria e non lo hanno curato…”

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Questa è una storia vera, accaduta là, nel paese dove per i poveri non c’è medicina; dove, ci sono 5milioni di clochard,  dove nessuno viene a piangere le migliaia di cadaveri  seppelliti nelle fosse comuni, ma dove solo l’amore e la fede di una bambina di otto anni, ha trionfato sulla disumanità di certi brutti ceffi miliardari. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.

Una sera, il papà in lacrime, disse alla mamma: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo". La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito tutto.

Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.

"Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?".

"È per il mio fratellino, signor  farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo".
"Che cosa dici?" borbottò il farmacista.
"Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo".
Il farmacista accennò un sorriso triste."Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli".
"Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?".
C'era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione.
Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei.
"Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".
"Il signor  farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho".

"Quanto hai?".
"Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete…." Aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa….".
L'uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l'altra prese dolcemente la manina della bambina.
"Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno".
Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell'uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
"Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sarà costata…".
La sorellina sorrise senza dire niente… un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l'amore e la fede di una bambina.

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Avevano pochi capelli, e bianchi. Se ne sono andati senza un addio. Negli ospedali e nelle case di cura. Nati negli anni trenta o quaranta, hanno preso le macerie della Grande  Guerra è hanno fatto Grande l’Italia. Si parla di trentamila, un numero sconvolgente. Sono morti in solitudine, senza parenti, senza funerale. - Senza di loro poche le speranze di un mondo migliore. Hanno ridimensionato la sanità pubblica a vantaggio di quella privata. Risultato, non ci sono posti letto per il Covid.
 Meditate gente, meditate.


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