N° 4 - Aprile 2022
Spiritualità
  La festa di San Giuseppe
di Enzo Mazzini


Oggi è la festa di S. Giuseppe, una ricorrenza molto sentita da noi parrocchiani di Casano perché San Giuseppe è il nostro patrono ed anche perché San Giuseppe, in quanto sposo della Vergine Maria e padre legale di Gesù e quindi Custode del Redentore, suscita molta devozione in tutti i fedeli. Non per niente Pio IX, dopo aver istituito, nel 1847, la festa del Patrocinio di San Giuseppe, proclama, l'8 dicembre 1870, San Giuseppe Patrono Universale della Chiesa "al fine di ottenere per i suoi meriti e per la sua intercessione, con più efficacia la misericordia di Dio, perché siano allontanati i mali che affliggono la Chiesa". Inoltre Pio XII istituisce la festa liturgica di San Giuseppe Artigiano e la fissa al primo maggio perché "l'umile artigiano di Nazareth non solo impersona presso Dio e la Santa Chiesa la dignità del lavoratore del braccio, ma è anche sempre il provvido custode dei lavoratori e delle famiglie”.
Nella sua verginale e santa unione con Maria, si è manifestata la volontà di Dio di purificare e santificare la famiglia, santuario dell'amore e della vita. Inoltre, obbediente alla parola dell'angelo, preserva Gesù dalla congiura di Erode, svolgendo il suo illuminato servizio paterno e protettivo nei confronti della sua famiglia e di tutte le famiglie del mondo. A Lui Dio Padre ha affidato il suo Bene più caro, il suo unigenito Figlio, rendendolo Custode del Redentore e quindi della Chiesa.
Inoltre, oggi è anche la festa del papà e, tra l'altro, riveste per me una grande importanza perché a questa ricorrenza è legato anche un motivo affettivo: è il compleanno di mio nipote Piergiuseppe che considero un fratello e lo era anche  del suo papà e mio cognato, il Preside Prof. Giuseppe Franciosi. Potete quindi immaginare quali fossero i festeggiamenti nella loro casa, per San Giuseppe, ai quali ovviamente partecipavo anch'io. Infatti, Giuseppe era mio cognato ma, nei miei confronti, ha svolto il ruolo di guida, di modello ed anche di padre in quanto, dopo aver frequentato le scuole medie a Fivizzano, sono stato ospitato da lui e da mia sorella Giulia e nella loro casa ho vissuto, come un figlio, per tutti gli anni degli studi liceali ed universitari ed anche dopo, fino al mio matrimonio. Addirittura, hanno voluto organizzare, nella loro casa, anche un ricco rinfresco nuziale il giorno del mio matrimonio. Ecco  perché, ancora oggi, vivo questa festa con grande commozione ed un profondo rimpianto.
Giuseppe, che è stato uno dei soci fondatori del Sentiero e che, per una vita, ha regalato a noi lettori delle commoventi pagine nel suo "diario di un parrocchiano", ci ha lasciati il 22 febbraio 2014 ed io, dopo il compianto grande Walter, ho raccolto la sua impegnativa eredità di compilazione del "diario". Ecco perché sento il dovere, anche a nome della  Redazione del Sentiero, di ricordare la sua memoria in occasione dell'anniversario della sua morte e del suo compleanno. Inoltre Giuseppe è stato anche Preside della nostra Scuola Media per una vita e quindi ha contribuito alla formazione di varie generazioni di nostri  concittadini e quindi la sua dipartita ha toccato l'intera cittadinanza e soprattutto il mondo cattolico per quello che Giuseppe Franciosi ha rappresentato nella vita  pubblica e religiosa locale.
Con questo  stato d'animo ho partecipato al commovente Triduo in onore di San Giuseppe, arricchito da profonde preghiere e meditazioni predisposte da Padre Michele.
Oggi viene celebrata la festa patronale, con grande partecipazione di fedeli alla Santa Messa solenne, arricchita da bellissimi canti diretti da Piergiuseppe e con la partecipazione di Padre Domingo e del diacono Agostino Cavirani.

Molto profonda l'omelia di Padre Michele di cui, per motivi di spazio, riporto solo la prima parte:

"Come ho detto all'inizio, celebriamo questa festa di San Giuseppe che è la festa del nostro Patrono ma è anche la festa del papà. Perché? Perché diciamo che San Giuseppe è un papà? S. Giuseppe diventa papà perché diventa un "custode “di Gesù e se Gesù è il Corpo Mistico che viene anche simboleggiato come Chiesa, vuol dire che anche San Giuseppe è un papà della Chiesa e cioè la paternità di San Giuseppe è nell'essere custode: diventa padre. Questo vuol dire che dove c'è un cristiano che custodisce Cristo, egli diventa un custode ed a Sua volta diventa un papà, un padre.
Non è necessario avere un figlio nella figura di S. Giuseppe perché sappiamo benissimo ciò che ci raccontano i Vangeli e cioè che Giuseppe non ha avuto un rapporto con Maria. Lo sappiamo benissimo che Maria concepisce per opera dello Spirito Santo e che la Chiesa considera Giuseppe Padre di Gesù attraverso il progetto di Dio. Questa è la verità. La Chiesa ci offre S. Giuseppe come custode di Cristo e quindi custode  della  Chiesa e ogni cristiano diventa papà perché custodisce Cristo, come ha fatto S. Giuseppe.
Se leggiamo i Vangeli, ci rendiamo conto che questo personaggio, Giuseppe, non parla per niente.  Agisce soltanto. Potremmo dire che è un personaggio emarginato, di cui i Vangeli parlano poco: solo all'inizio, nei primi capitoli e qualche accenno durante il ministero di Gesù, solo all'inizio quando la folla sta dicendo: "Ma Lui - Gesù - non è figlio del falegname? Non è figlio di Giuseppe?" Ecco, soltanto questi accenni nel ministero di Gesù. Soltanto all'inizio si parla un poco della sua vita e del suo agire. Cosa sappiamo di S. Giuseppe? Questo: che diventò un papà putativo - dice la Chiesa - cioè possiamo dire oggi un papà che accoglie, nella sua vita e nella sua famiglia, Gesù.
Sappiamo che è un falegname, della discendenza di Davide e che si prende cura di Maria  e di Gesù, ma anche uomo giusto. Poi, che è un uomo dei sogni e, se guardiamo dove viene descritto nei Vangeli, in realtà questo personaggio - Giuseppe - diventa un personaggio essenziale nel progetto e nella storia della Salvezza di Dio. Essenziale perché Dio entra nella storia umana di questo uomo chiamato Giuseppe, non perché Dio abbia bisogno dell'uomo, ma Dio sceglie deliberatamente, nella sua provvidenza, un volto umano come aveva fatto, tanti secoli prima, molto prima di questo uomo - Giuseppe - per entrare nella storia umana, per realizzare il suo progetto, non con segni straordinari, ma sempre nelle piccole realtà della vita. Sceglie questo uomo umile e giusto. La figura di Giuseppe umanizza, incarna l'azione di Dio,  diventando custode di Maria e di Gesù. Giuseppe si lascia evangelizzare dal progetto di Dio e cioè tutto ciò che è umano, in Giuseppe diventa progetto e volto di Dio.
Noi, in questo momento e nella nostra vita,  dovremmo chiedere al Signore di darci il dono di comprendere la sua volontà, in tutto quello che ci capita. Cosa vuole Dio da me e da voi? Ogni cosa nella nostra vita quotidiana. Non dobbiamo aspettare un momento straordinario, perché Dio chiama sempre. Giuseppe, per accogliere la volontà ed il progetto di Dio deve convertirsi. Come? Deve rinunciare a sé stesso, al suo progetto, al suo sogno. A che cosa deve quindi rinunciare Giuseppe? Deve rinunciare a farsi una sua famiglia, ad avere dei figli, a costruirsi una casa, a vivere la sua vita secondo il suo progetto. Possiamo capire questo anche quando Gesù dice nei Vangeli: "Chi mi vuol seguire, rinneghi sé stesso e prenda la sua croce".  È proprio questo ciò che fece questo uomo chiamato Giuseppe!  Giuseppe, come ho già detto, ha un'aspettativa, nella sua vita, di sé stesso, del suo progetto futuro, come ogni essere umano. Sicuramente, quando voi avete formato la vostra famiglia, quando siete stati fidanzati, sicuramente parlavate dei vostri progetti: "Cosa dobbiamo fare?  Dove dobbiamo abitare? Quanti figli vogliamo? Ebbene, perché Dio potesse entrare nella vita di questo uomo, si è resa necessaria la rinuncia all'immagine che Giuseppe si era costruita della sua vita, rinuncia  perché potesse diventare  veramente chi è Giuseppe, cioè incontrarsi con sé stesso,  con la luce di Dio.
Carissimi, questo passaggio di conversione è importante anche per noi perché, se non avviene questo passaggio, rimaniamo bloccati dall'immagine che ci siamo costruita o immaginato di come dovrebbe essere la nostra vita, la nostra famiglia e quando ci viene negata questa immagine che noi abbiamo costruita, che cosa avviene? Ci arrendiamo! Siamo delusi perché ci è stata negata la vita  che noi sognavamo. Ebbene, S.Giuseppe ci insegna che quando accogliamo il progetto di Dio, proprio lì nasce qualcosa di nuovo. Lui, Giuseppe, si lascia spogliare di tutto. Si fida di Dio. Viene modellato dall'azione di Dio. Possiamo dire che diventa, nelle mani di Dio, un uomo nuovo.
Ecco, anche noi, se vogliamo accogliere la volontà di Dio, dobbiamo lasciarci modellare dal progetto di Dio e non dal nostro progetto. Giuseppe ci insegna che l’uomo deve essere capace dell'ascolto. Questa è la prima dinamica dei sogni. Non è che Giuseppe, per capire la volontà del Signore, deve andare a dormire e poi sognare. Non è questo!  Il sogno biblico è la capacità di ascoltare la voce del Signore nella nostra vita, per mezzo della Sua parola. E come? Nella preghiera.
Quando noi leggiamo nei Vangeli che Giuseppe ha sognato qualcosa, l'autore, e cioè l’Evangelista, dice: "Giuseppe destatosi (dal sonno), prese con sé il bambino", cioè agisce, si lascia guidare da quella parola che ha riflettuto, cioè Giuseppe diventa un uomo spirituale, un uomo di preghiera, per accogliere la volontà del Signore.
Sono tre le cose molto importanti  che riassumono ciò  che ho detto: Giuseppe, in primo luogo, accoglie tutto ciò che è intorno a lui, ciò che è umano e da lì comprende il progetto di Dio, della sua vita quotidiana, ciò che realizza ogni giorno; poi è capace di rinunciare al suo progetto per entrare nel progetto di Dio è poi, terza indicazione, diventa un uomo di preghiera.
Qual è la tentazione nostra davanti alla situazione della vita o davanti al progetto di Dio? È di ripiegarci in noi stessi, ciò che Giuseppe non ha fatto, ma ha accolto la volontà divina. Cosa accade quando noi ci ripieghiamo in noi stessi?  Cerchiamo dei colpevoli, non siamo felici perché non abbiamo la vita che vorremmo e pensiamo: "Non è questo quello che ho immaginato, che ho progettato...". Insomma, guardiamo sempre ciò che non c'è e invece Giuseppe ha accolto quello che aveva davanti: ha accolto  Maria, ha accolto Gesù. Ha preso la custodia di quello che aveva ed ha realizzato il progetto di Dio. 
Ecco quello che ci insegna la festa che celebriamo: noi dobbiamo realizzare il progetto di Dio dove siamo......".

                                                                                                                                                 Enzo

  Confessioni di Sant? Agostino
di La Redazione


Il perdono è come l’amore, senza limiti e senza confini.

Rientrate nei vostri cuori, voi che siete lontani da Dio che vi ha creato.

Rimanete stabilmente con Lui e sarete salvi;

riposate in Lui ed avrete la pace.

Dove volete andare?

In cerca di sofferenze?

Dove volete andare ?

Il bene che desiderate viene da Lui. 

 Confessioni di sant’Agostino

  La croce è la perfezione della storia umana
di Card. Carlo M. Martini


La croce è la perfezione della storia umana …. la chiave definitiva della storia, anche se è difficile predicare e presentare questa fede che si compie sulla croce.
Card. Carlo M. Martini

<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti