N° 4 - Aprile 2022
Dal Diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

Mercoledì 2 marzo - Oggi la Chiesa celebra la festa delle "Ceneri", una ricorrenza molto sentita da tutti i fedeli anche perché segna l'inizio della Quaresima, un tempo di grazia in cui il Signore ci richiama ad una vera conversione e ci esorta a dedicare questi quaranta giorni all'incontro con Dio e con tutti i nostri fratelli. Quindi oggi, giorno di pace e di speranza, siamo chiamati ad una profonda riflessione sulle sorti dell'uomo e del mondo e siamo chiamati a vincere il peccato seguendo gli insegnamenti che Gesù ci ha donato col Vangelo e che tracciano la vera via per giungere ad un mondo migliore, un mondo in cui non regni l'odio, ma solo l'amore.
Quanto sono attuali questi insegnamenti! Oggi purtroppo viviamo giorni terribili nei quali sono stati dimenticati gli insegnamenti di Gesù, giorni nei quali l'odio prevale sull'amore. Viviamo i giorni terribili della guerra, che vedono tanti nostri fratelli sottoposti a drammatici supplizi e molti di loro perdono il più grande dono che il buon Dio ci ha fatto: il dono della vita. Davvero commoventi le esortazioni di Papa Francesco, in occasione della recita dell'Angelus:
"In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un'operazione militare, ma di guerra che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini.
In quel paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria. Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari e sia garantito e facilitato l'accesso degli aiuti alle zone assediate per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura. Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi. Soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato. Prevalga il buon senso e si torni a rispettare il diritto internazionale.
Vorrei ringraziare anche le giornaliste e i giornalisti che, per garantire l'informazione, mettono a rischio la propria vita. Grazie fratelli e sorelle per questo vostro servizio, un servizio che ci permette di essere vicini al dramma di quella popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra.  Grazie, fratelli e sorelle. Preghiamo insieme per l'Ucraina. Qui davanti abbiamo le sue bandiere. Preghiamo insieme, come fratelli, la Madonna Regina dell'Ucraina (segue la recita dell'Ave Maria).
La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi in servizio per questa pace. In questi giorni sono andati in Ucraina due Cardinali, per servire il popolo, per aiutare: il Cardinale Krajewski, elemosinare, per portare gli aiuti ai più bisognosi, e il Cardinale Czerny, prefetto 'ad interim' del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.  Questa presenza di due Cardinali è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: 'la guerra è una pazzia, fermatevi per favore! Guardate questa  crudeltà' ".
Inoltre, tutte le parrocchie sono invitate, questa sera, a pregare per la pace. Anche noi, parrocchiani di Casano, abbiamo accolto di cuore questo appello e ci siamo riuniti a pregare nella nostra Chiesa di San Giuseppe. Padre Michele ha anche ricordato a tutti noi il drammatico momento  che stiamo vivendo e ci ha invitati a pregare con tutto il cuore per i nostri fratelli ucraini e per la pace nel mondo.

Molto sentita la recita della 'Preghiera per la pace' che di seguito riporto:

"Dio dei nostri Padri, grande e misericordioso, Signore della pace e della vita, Padre di tutti.

Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti l'orgoglio dei violenti.

Tu hai inviato il Tuo Figlio Gesù ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,  a riunire gli uomini

di ogni razza e di ogni stirpe in una sola famiglia.

Ascolta il grido unanime  dei tuoi figli, supplica addolorata di tutta l'umanità:

mai più la guerra,  avventura senza ritorno, mai più la guerra,spirale di lutti e di violenza;

mai la guerra tra i popoli, come in questo momento in Ucraina, minaccia per le Tue creature in cielo,

in terra ed in mare.

In comunione con Maria, la Madre di Gesù e madre nostra, Ti supplichiamo: parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della rappresaglia e della vendetta, suggerisci con il Tuo Santo Spirito soluzioni nuove, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra. Concedi al nostro tempo la giustizia, l'unità e la pace. Amen".
Il nostro Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti, ha invitato noi fedeli "ad intraprendere un cammino di profonda revisione della nostra vita", in questo tempo di Quaresima, esortandoci a fermarci, riflettere  e progettare. Ecco l'intervento del nostro Vescovo:
"Con l'inizio della Quaresima siamo tutti invitati ad intraprendere un cammino di profonda revisione della nostra vita. Le vicende della nostra storia, la situazione pandemica che ha segnato profondamente questo periodo, le difficoltà che da tutto ciò conseguono e il disorientamento profondo nel vivere i valori fondamentali della nostra umanità continuano ad interpellarci e a richiedere risposte valide e concrete. È necessario fermarci, riflettere, progettare. La parola del Vangelo ci viene incontro ricordando ad ognuno di noi come non sia sufficiente un singolo atto,  un buon proposito. Siamo infatti chiamati a tracciare un piccolo ma significativo progetto che ci permetta di rivedere concretamente ed efficacemente il nostro cammino. Ecco dunque tre punti di riflessione sui quali ritengo opportuno tenere fisso lo sguardo con attenzione: 1) Non è ciò che entra nell'uomo che contamina l'uomo, ma quello che esce dal cuore dell'uomo (cfr. Marco, 7,15). Con ciò  il Signore ricorda quanto fondamentale sia la conversione interiore. Un cuore pulito genera pensieri ed azioni sane. Non è sufficiente mutare l'esterno, non possiamo accontentarci semplicemente di ciò che si vede. Dobbiamo invece convincerci che solo un rinnovamento interiore può cambiare radicalmente noi stessi, le nostre relazioni,  la società che ci circonda. 2) Non possiamo parlare di cammino di conversione autentico se non ritorniamo a chiamare bene il vero bene e male ciò che è male. Già le dieci parole che Dio aveva consegnato a Mosè sul monte Sinai - i dieci comandamenti - avevano fatto emergere questa necessità. Dobbiamo riappropriarci di quel bene comune che deve essere di tutti e di ciascuno e, proprio come tale, rispettoso della vita umana, del valore della persona,  della libertà autentica,  del creato nel quale Dio ha posto l'uomo e la donna come custodi e non padroni. 3) Il Vangelo però ci ricorda come solo la verità ci farà liberi (cfr. Giovanni 8, 32). Spesso siamo inquinati dalle nostre idee, dalle nostre ideologie. Le nostre relazioni ne risentono profondamente,  ma soprattutto ne risente quella relazione fondamentale che è la relazione con Dio. Siamo quindi invitati a rivedere quell'alleanza che col Signore Gesù si è compiuta nel mistero pasquale di morte e di Resurrezione. Abbiamo bisogno di Lui, che salva. Convertirsi, dunque, non vuol dire soltanto cambiare modo di vivere.  La conversione evangelica richiede un cambio di strada che si realizza nell'accogliere il Signore Gesù come il nostro Redentore, nel deciderci, con responsabilità, a percorrere la sua via, anche quando questa è additata dal mondo come stoltezza o pensiero debole.
I santi, nostri fratelli che ci hanno preceduto, ce lo ricordano quotidianamente.  Nel sano realismo evangelico dobbiamo ammettere che siamo fragili. Con l'apostolo Paolo dobbiamo dire anche noi: "Io non compio il bene che voglio,  ma il male che non voglio" (Romani 7, 19). Abbiamo bisogno di essere rinnovati e risanati dal male del peccato che si annida sempre alla nostra porta. Le nostre forze umane, per quanto generose, non sono sufficienti. Abbiamo bisogno di Cristo, del suo amore e della sua grazia. Non dobbiamo temere di riconoscerlo. Egli è il nostro salvatore, il medico autentico dell'umanità ferita dal peccato. Alla Sua luce siamo chiamati a prendere seria coscienza dell'inquinamento che è in noi. Abbiamo bisogno di un costante cammino di conversione. Non possiamo dunque compiere un percorso autentico senza lasciarci nuovamente immergere nella Sua misericordia attraverso l'ascolto della Parola, l'accoglienza efficace dei suoi sacramenti di salvezza, l'appartenenza viva alla comunità di fede che è la Chiesa.
Infine, se nell'incontro con Cristo il nostro cammino di conversione trova la radice profonda, è altrettanto vero che esso manifesta la sua pienezza proprio nella carità fraterna, nel dono ricevuto e condiviso. L'apostolo Giovanni ce lo ricorda nella sua prima lettera: "Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede" (1 Giovanni 4, 20).
Ecco, dunque, come assieme al cammino interiore siamo chiamati a compiere anche gesti di carità concreta. Ovviamente ognuno di noi può decidere quelli che ritiene più fattibili e urgenti; ritengo utile, però,  segnalarne due proposti rispettivamente dalla Caritas  e dall'ufficio missionario diocesano:

- Sostegno alle famiglie in difficoltà economiche a rischio di emarginazione sociale;

- Sostegno ai progetti sociali, educativi e sanitari del missionario padre Damiano Puccini, in Libano.

A tutti il mio caro saluto,  l'invito a compiere con generosità questo cammino, perseveranti nella preghiera reciproca che ci sostenga verso la grande luce della Pasqua".

Martedì 8 marzo - Oggi è la festa della donna e credo di fare cosa gradita alle nostre lettrici se riporto la bellissima e commovente preghiera di San Giovanni Paolo II del 1996: "Grazie a te, donna!".

"Grazie a te donna - madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio  di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna - sposa,  che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna - figlia e donna - sorella,  che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna - lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale,  economica, culturale, artistica, politica,  per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del "mistero", alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna - consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta "sponsale", che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole  stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità  dei rapporti umani."
Per conto di tutti i lettori, anch'io mi unisco, in un abbraccio fraterno, alle lettrici ed alle collaboratrici del Sentiero, esprimendo loro il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine per tutto quello che, col loro cuore materno, sanno donare a noi uomini, ai figli, alla famiglia ed a tutta la società civile e religiosa. Non finiremo mai di ringraziarle per l'infinita generosità con cui si sanno donare!
Anche Papa Francesco l'8 marzo, all'Angelus, non ha perso l'occasione per unirsi a questo corale ringraziamento: "Oggi, 8 marzo, un saluto a tutte le donne che ogni giorno cercano di costruire una società più umana ed accogliente. E un grazie fraterno anche a quelle che in mille modi testimoniano il Vangelo e lavorano nella Chiesa. E questa è per noi un'occasione per ribadire l'importanza delle donne e la necessità della loro presenza nella vita. Un mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile, perché le donne non solo portano la vita, ma ci trasmettono la capacità di vedere oltre, loro vedono oltre. Ci trasmettono di vedere il mondo con occhi diversi, di sentire le cose con cuore più creativo, più paziente, più tenero. Una preghiera e una benedizione per tutte le donne qui presenti in piazza e per tutte le donne un saluto".
Davvero parole bellissime e commoventi che mirano a trasmettere una corale gratitudine ed a ringraziare tutte le donne, anche se siamo pienamente consapevoli che nessun ringraziamento potrà ripagarle per quello che sanno costruire e donare, Grazie con tutto il cuore  a tutte voi!


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