N° 3 - Marzo 2020
Dal diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

Domenica 12 gennaio - Battesimo del Signore - Oggi la Chiesa celebra il Battesimo di Gesù. "Tu vieni da me?" si chiede stupito Giovanni il profeta. È lui che deve essere battezzato, purificato dal Messia ed invece è il Messia che viene a farsi battezzare! Giovanni però cerca di impedirglielo dicendo: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?" Ma Gesù gli rispose: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Allora Egli lo lasciò fare. Questo è un avvenimento che ci deve far riflettere e far ricordare il Battesimo di ognuno di noi, facendoci festeggiare con devozione questa importante ricorrenza che ci ha fatti diventare figli di Dio.
Con questi convincimenti, ho partecipato alla S.Messa nella Chiesa di San Martino. Nonostante la giornata abbastanza fredda, è presente un bel numero di fedeli.
Molto profonda l'omelia di Padre Michele che di seguito riporto: "Il Battesimo di Gesù. Qual'è il significato della festa del Battesimo? Abbiamo celebrato il Natale; abbiamo celebrato l'Epifania. Nel Natale abbiamo contemplato il volto dell'amore di Dio in un bambino, il Bambino Gesù. Nell'Epifania abbiamo celebrato che Gesù è offerto a tutti, non soltanto ad un piccolo gruppo, ma a tutti, rappresentati dai Re Magi che arrivano da paesi lontani. Nel Battesimo cosa celebriamo? Il senso di questa festa è proprio ciò che esce da quella voce, dall'Alto. Dopo che Gesù esce dall'acqua del Giordano dove Giovanni Battista battezzava, ecco la voce che viene: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento": ecco la voce che conferma che Gesù è Figlio di Dio, l'amato, presentato a noi, non nel volto di un bambino, non da Maria che ci presenta Gesù, ma il Padre stesso conferma che Gesù è il Figlio di Dio. Ecco il significato del Battesimo che celebriamo. Ma c'è un problema da chiarire. Che cosa ci insegna la Chiesa sul Battesimo? Perché dobbiamo battezzare? Perché i nostri genitori ci hanno battezzati? Perché voi genitori avete battezzato i vostri figli? "Per togliere il peccato originate" mi rispondereste. Allora perché Gesù si è battezzato? Aveva il peccato originale? Perché ci battezziamo? La Chiesa ci insegna che lo facciamo per togliere il peccato originale  che acquisiamo  quando nasciamo, quando veniamo al mondo, col peccato di Adamo ed Eva. Ecco quello che la Chiesa ci insegna . Qual'è allora il senso del Battesimo di Gesù? Perché è importante? Perché, oltre che togliere il peccato originale, con Battesimo veniamo purificati. Perché anche Gesù viene al Giordano, si presenta davanti al Battista e il Battista esclama: "Come mai? Non è possibile! Sono io che ho bisogno di essere battezzato da Te e Tu vieni a me?"  Anche Giovanni Battista riconosce che Gesù non ha bisogno di essere battezzato perché Giovanni Battista offriva un battesimo di penitenza, di purificazione, per essere una creatura nuova perché  dal peccato si va alla grazia. Ma c'è una cosa molto importante e lo dice Gesù stesso: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Conviene che adempiamo ogni giustizia: qual'è la giustizia?  È il piano di Dio, di salvezza che viene presentato nel Suo Figlio Gesù Cristo. È questo che avviene nel Battesimo di Gesù. Ecco il senso della Voce: Dio che presenta il Suo Figlio. È Lui il piano di Dio e il piano di Dio è la salvezza dell'umanità. E allora Gesù si presenta come piano di Dio, il piano della nostra salvezza perché il Battesimo di Gesù inaugura la missione pubblica di Gesù in quanto, essendo stato confermato che Gesù è Figlio di Dio, viene confermata la Sua missione. Ma qual'è la Sua missione? È il piano di Dio, la Sua giustizia, cioè il piano di salvezza per cui ha un senso il nostro Battesimo, per mezzo del Battesimo di Gesù. Perché? Ecco ascoltiamo la seconda parte. Tre immagini: i cieli che si aprono; lo Spirito che scende; la Voce che si sente, la Voce del Padre. Ecco ciò che avviene nel nostro Battesimo per mezzo del Battesimo di Gesù: i cieli che si aprono, come quando Gesù esce dall'acqua del Giordano. Infatti si sono aperti i cieli per noi quando siamo stati battezzati. Si sono aperti per noi non perché eravamo bambini bravi, neonati, ma si aprono i cieli perché Gesù li ha aperti per noi, per cui ha un senso la frase che Gesù dice, nel Vangelo di Giovanni, al Suo discepolo Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita". Sempre nel Vangelo di Giovanni, dice al Suo discepolo Filippo: "Chi ha visto me ha visto il Padre".

Gesù è la via, è Lui che ha aperto i cieli per noi.

Ecco ciò che avviene nel nostro Battesimo. Nel momento in cui siamo battezzati, si aprono i cieli. In quel momento potremmo morire tranquillamente perché entreremmo subito nella gloria del Padre. Inoltre, quando ci battezziamo, scende anche lo Spirito del Signore su di noi come una colomba. Nell'immagine biblica scende e si posa su Gesù. Ebbene, avviene anche su di noi quando ci battezziamo: scende lo Spirito e dimora in noi e diventiamo il nido, la casa dello Spirito di Dio. Avviene perché Gesù ha aperto i cieli  per noi e una volta che si aprono i cieli, scende lo Spirito su di noi, come è sceso su Gesù. Sempre Giovanni, all'inizio del suo Vangelo, dice: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" e "A quanti L'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio". Ecco: si aprono i cieli, scende lo Spirito Santo e c'è una voce che dice: "Questo è il mio Figlio l'amato e in Lui ho trovato il mio compiacimento". Nel Battesimo anche noi diventiamo, per mezzo di Gesù, figli di Dio e Gesù ci dice: "Sei il mio figlio amato. In te ho trovato il mio compiacimento". Lo dice anche il Padre nel nostro Battesimo, grazie a Gesù che ci ha aperto la via perché Lui è la via e la verità: Lui ci dà la vita nel Battesimo. Com'è bello! Dobbiamo riconoscere che siamo privilegiati  perché la Chiesa dà un vero senso al Battesimo. Non perché l'abbia inventato la Chiesa; non perché lo abbia inventato il Papa, ma perché lo abbiamo ascoltato nella Parola di Dio in questa domenica, per cui ha un senso il nostro Battesimo nel nome di Gesù: non soltanto perché toglie il peccato originale, ma perché Gesù ci dice: "Io sono la via, ho aperto per te la via al Cielo" ed ancora: "Hai ricevuto lo Spirito Santo e quindi la tua vita ha un senso: essere testimone nel mio nome. Tu sei figlio di Dio perché per te ho dato la mia vita e sei così diventato figlio di Dio". Ecco perché è importante il Battesimo e ogni anno dobbiamo festeggiare il giorno del nostro Battesimo. Ricordiamo il giorno in cui siamo nati ed allora perché non ricordare il giorno in cui siamo diventati figli di Dio? Ecco, allora dobbiamo tutti ricordare il giorno del nostro Battesimo per dire: "Signore, in questo giorno sono stato battezzato e Ti ringrazio perché hai aperto le porte del Cielo per me e mi hai donato lo Spirito Santo e così sono diventato la casa dello Spirito Santo e mi hai chiamato "Figlio amato" ".
Ecco, diciamo questo al Signore in questa domenica. Dobbiamo sentire questa gioia dentro di noi e chiediamo l'intercessione della nostra Madre, la Vergine Santissima. Amen"
Venerdì 31 gennaio - Oggi ricorre la festa di S.Giovanni Bosco e quindi la comunità di Isola festeggia con devozione il suo Patrono. È una ricorrenza molto sentita non solo dai fedeli di Isola ma anche da quelli dell'intero Vicariato di Luni. La Chiesa infatti è veramente gremita di fedeli ed anche la Corale, diretta da Nicoletta, è presente al gran completo per contribuire a rendere la Santa Messa la più solenne possibile.

Sono presenti tutti i parroci ed i diaconi del Vicariato, oltre l'immancabile Don Romano  La Santa Messa è celebrata da Don Franco Pagano, rettore del Seminario Vescovile diocesano e, dal 2011, Parroco di San Francesco in Sarzana. Veramente profonda la sua omelia che di seguito riporto: "Sia lodato Gesù Cristo. Vi dico intanto grazie per l'invito a vivere con voi questa festa a voi molto cara: la festo di San Giovanni Bosco.

Non è la prima volta che vengo in questa parrocchia, ma è la prima volta che celebro Messa proprio il giorno della festa di San Giovanni Bosco e quindi questa è per me una gioia tutta particolare e poi è anche molto particolare perché dovete sapere che diciotto anni fa ero proprio insieme a Don Carletto. Eravamo insieme in una parrocchia cittadina ed io stavo diventando sacerdote e gli ultimi due anni di cammino in preparazione al sacerdozio li ho vissuti accanto a Don Carlo e quindi ci ha uniti un'amicizia che ci ha accompagnati in tutti questi anni e pertanto lo ringrazio per essere stato sempre una figura un po' come Don Bosco, un po' paterna e sempre vicina, capace anche di ascoltarmi in tanti momenti anche un po' difficili.  Ma oggi siamo qui perché molti anni  fa c'è stato Don Bosco che ha lasciato una traccia talmente importante che dopo molti, molti anni noi ce lo ricordiamo ancora. Ci ricordiamo ancora di Lui perché chi fa del bene lascia una traccia nella storia che non è facile cancellare perché il bene è come la luce: non la puoi nascondere. Si può nascondere la luce del sole? Si, se ci mettiamo dentro una stanza o ci tappiamo gli occhi ma, anche se non la vediamo, quella luce continua ad esserci e così è Don Bosco. Magari oggi tanti non sanno nemmeno chi è Don Bosco, ma noi si, perché siamo venuti qua e qualcuno è venuto anche da qualche altra parrocchia. Noi è come se avessimo voluto quest'oggi guardare la sua luce, la luce che ha lasciato.
E sapete perché è riuscito a lasciare una luce? Perché un giorno ha dato ascolto a  qualcosa che Dio aveva messo nel suo cuore.

Aveva nove anni. Qualcuno di voi ha nove anni? Qualcuno sì. Aveva dunque la vostra età: nove anni. È andato a dormire forse un po' prima dell'ora in cui ci andiamo noi, perché allora la luce non c'era e quindi è andato a dormire molto presto e la sua mamma - si chiamava Margherita - gli ha suggerito, come suggeriscono tutte le mamme cristiane, di dire le preghiere prima di dormire e poi Don Bosco si è addormentato. Si chiamava Giovannino in quell'epoca. Giovannino si è addormentato e quelle parole che aveva pronunciato con la mamma: "Ave Maria, piena di grazia......." lo hanno aiutato ad aprire il suo cuore a qualcosa che Dio voleva far nascere in Lui. Ha avuto un sogno: ha sognato i suoi amici, ragazzi che si picchiavano l'uno con l'altro. Chi bestemmiava e tutti alzavano le mani. Giovannino, che era di famiglia contadina e quindi bello robusto, abbastanza forte, si è buttato in mezzo a quei ragazzi che litigavano ed ha incominciato, per separarli, a picchiare anche Lui. Poi, ad un certo punto, una signora, una donna proprio come questa immagine  di Maria (rivolgendosi alla statua della Madonna Ausiliatrice), una donna così gli ha detto: "No, non con la violenza, non con le percosse, non facendo male, ma con l'amore". Avrebbe dovuto aiutare i più piccoli a smettere di fare le cose che non andavano ed incominciare invece a fare il bene.
Ma era solo un sogno, solo un sogno fatto a nove anni. Poteva finire tutto lì, ma la mamma Gli disse una cosa, perché al mattino, appena svegliato, disse alla mamma: "Mamma, mamma, ho fatto un sogno, ho sognato....."  e lei gli ha detto: "Aspetta, portalo nel cuore questo sogno. Chissà che Gesù non ti abbia voluto dire qualcosa!"

Giovannino quel sogno se lo porta sempre nel cuore. Un sogno bellissimo che forse tutti noi potremmo fare: il sogno di poter fare del bene, lasciare il mondo un po' meglio dì come l'abbiamo trovato, non imitando le persone che non fanno del bene, ma spronandole a farlo. Giovannino lo porta nel cuore questo sogno e poi vede che Lui era capace di catturare l'attenzione dei suoi amici. Giovannino era molto simpatico, molto brillante, giocava, sapeva fare dei bei giochi, sapeva fare anche giochi di prestigio ed aveva anche una bella parlantina. Infatti parlava bene e quando raccontava le storie tutti Lo stavano ad ascoltare. Erano impressionati. E allora pensò: "Ma allora io posso fare del bene, usando questi doni che Gesù mi ha dato, perché sono simpatico e so fare molte cose che posso utilizzare per fare il bene degli altri. Quindi non per me, per fare molti soldi, ma posso farlo perché altre persone possano essere felici".
È così Giovannino sente in cuore un desiderio: diventare sacerdote, ma fare il sacerdote, nel Suo cuore, nella Sua mente, voleva dire: "Io dò tutto quello che ho, tutte le mie capacità le dò a Dio perché solo quando le dò a Dio finiranno benissimo, finiranno nel modo migliore: guadagnerò il Paradiso ed aiuterò tanti ad andare in Paradiso". Sono le ultime parole che Giovannino, quando sarà sacerdote e sarà vecchio, dirà ai Suoi ragazzi. È partito sognando ed è arrivato vedendo il Suo sogno concretizzarsi: tanti ragazzi che Lo hanno seguito e Lui, mentre sta per morire, li guarda e dice: "Vi aspetto tutti in Paradiso". Quello era il Suo grande desiderio.

Ma concludo con un piccolo riferimento alla parola di Dio, ma soprattutto a come la parola di Dio ha cambiato anche la vita di Don Bosco perché Don Bosco cosa ha fatto? Ha voluto bene ai Suoi ragazzi. La preghiera di oggi diceva che Don Bosco è stato padre e maestro, un papà che ha detto che per educare bisogna voler bene. Diceva: "L'educazione è una cosa di cuore". Bisogna voler bene e noi tutti abbiamo il compito di voler bene, in un mondo dove tutto si fa per forza, a volte si fa' sopportando ed un po' guardando all'utile che se ne ricava: "lo faccio fino a lì perché ......niente di più". Finché mi torna comodo, lo faccio e poi, quando diventa impegnativo : "Chi me lo fa fare?".
Il problema è che non ragionano così solo i bambini, ma anche noi adulti: "Chi me lo fa fare? Che tornaconto ne ho? Cosa me ne viene in tasca?". "No - Lui dice - gratuitamente: le cose si fanno come un papà. Le cose si fanno per amore. Le cose si fanno come le avrebbe fatte Gesù: volendo bene" e quando Gesù parla ai bambini, intorno a Sé, dice: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite perché, dove c'è un cuore puro come un bambino, lì inizia il regno dei cieli. A loro appartiene il regno dei cieli".

E poi fu un maestro e non è facile fare gli educatori perché bisogna farsi anche un po' violenza, tenere anche il muso duro, riuscire a superare a volte anche tante difficoltà, ma Don Bosco sa che educare significa dire la verità. Non dire: "Va bene tutto", ma bisogna anche correggere ed allora, un giorno, un bambino molto speciale va nella camera di Don Bosco e Gli dice: "Io voglio diventare santo". Oh bella! "Voglio diventare santo. Cosa devo fare?" E Don Bosco lo ha guardato un po', gli ha sorriso e gli ha detto: "Per diventare santo ci vogliono tre cose:

1 - Fare bene tutti i vostri doveri: andare a scuola, studiare, stare attenti e l'impegno che

      ci mettiamo è la palestra della nostra santificazione e cioè, come il mio corpo si

       allena facendo sport, così la mia anima si allena facendo il bene e quindi il bene è la

       palestra dell'anima. Quindi fare bene tutti i nostri doveri: è lì che ci santifichiamo.

       Non occorre fare cose straordinarie!

2 -  Stare sempre allegri. Non vuol dire ridere sempre: uno che ride sempre non è detto

       che vada in Cielo, però bisogna stare con il cuore sereno. Quando c'è qualcosa che

       non va, bisogna dire: "Signore, tanto lo so che Tu mi vuoi bene !" Così faceva Don

       Bosco che ha avuto un sacco di problemi, però ogni volta diceva: "Va bene: se Dio lo

       permette vuol dire che ci potremo tirar fuori un bene. C'è una difficoltà: stringiamo

       I denti ed andiamo avanti. Siamo sempre sotto lo sguardo di Dio. Essere sempre

       allegri. L'allegria è la gioia del cuore". Lo dice anche San Paolo: "Essere sempre

       allegri. Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, facendo il bene".

3 -  È simpaticissimo: portare a Gesù i nostri amici.

Fai queste tre cose e sei santo subito, immediatamente. Tutto perfetto! Ora, ad esempio, lunedì andate a scuola e ci sarà qualche vostro amico che oggi non è venuto alla Messa e magari qualche vostro amico domenica non verrà alla Messa e tu prova a parlargli di Gesù: "Sai, sono andato alla Messa. È proprio bello! Ho imparato un sacco di cose. Gesù ci ha detto un sacco di cose belle, intelligenti: ci ha aiutati ad essere più buoni. Perché la domenica prossima non vieni anche tu?" I bimbi ci danno dei punti, ma se lo facessimo anche noi più grandi?. Don Bosco parlava ai ragazzi, ma parlava ai ragazzi perché capissero gli adulti ed è stato capace di trasformare il mondo con la Sua santità.
Bene, chiediamo stasera a Don Bosco di aiutarci .
A proposito, quel bambino poi è diventato santo: si chiama Domenico Savio ed è uno dei fiori più belli del suo Oratorio, ma chissà quanti altri bambini sono diventati santi e non lo sappiamo, grazie a Don Bosco! Speriamo anche noi di poterli raggiungere nel Paradiso ".

                                                                                                            


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