N° 3 - Marzo 2020
Spiritualità
  MISTERI
di Don Domenico Lavaggi(prete e vostro conterraneo)



Dopo lo scoppio delle bombe atomiche si videro delle forme umane stampate contro un muro rimasto casualmente in piedi nelle città giapponesi colpite. Le autorità affidarono ad esperti fisici nucleari giapponesi e statunitensi il compito di esaminarne l’origine e la provenienza. Gli esperti dichiararono che lo scoppio delle bombe nucleari aveva trasformato i corpi delle persone da materia in energia, facendoli volare ed imprimere nel muro rimasto in piedi, quindi quelle figure erano le persone che morirono sotto i bombardamenti. Negli anni 80 del secolo scorso scoppiò una guerra mediatica a proposito dell’origine e provenienza della sindone. Il Papa Paolo VI affidò lo studio ad un gruppo di esperti affinchè ne provassero l’autenticità. Questi esperti dissero al Papa di non aver scoperto l’origine della figura impressa nel lenzuolo, ma di aver appurato l’origine della tela, che risultava tessuta con fibre di lino esistente in Israele ed in Medioriente al tempo di Gesù. Fu il fisico nucleare italiano Antonino Zichichi a definire l’origine e la natura stampata nella sindone, rifacendosi alla scoperta fatta dagli scienziati relativa alle figure sui muri giapponesi. Zichichi disse che l’energia espressa dalla resurrezione di Cristo era pari allo scoppio delle bombe nucleari e che aveva trasformato il corpo di Gesù da materia ad energia, imprimendola sul lenzuolo. “Questa”, disse, “ è la mia scoperta scientifica”, ma, da cattolico praticante, era convinto che la figura impressa nella sindone fosse un mistero. Insieme ad un gruppo di levantesi mi recai a Torino in occasione dell’esposizione mondiale della sindone e mi inginocchiai con venerazione, vedendo in essa il mistero nascosto che parla della resurrezione di Cristo. Ho proposto il titoli “Misteri” in quanto ritengo che tutte le creature terrestri siano misteri che parlano di Dio. Spesso trascorro il tempo nella mia stanza pregando e rileggendo mentalmente i testi scolastici studiati in seminario ed i libri letti successivamente; guardando dalla finestra osservo una pianta di limoni che in primavera presenta un’esplosione di fiorellini che piano piano si trasformano in frutti  finchè si colorano di giallo dichiarando così la loro maturazione e, se mi sporgo dalla finestra scorgo un gruppo di canne che al minimo soffio di libeccio o di tramontana, si piegano fino a sfiorare il suolo, ma vedo anche un bosco di castagni che non si piegano neppure quando soffia un vigoroso vento di libeccio e di tramontana, avendo essi radici profonde. L’esempio della pianta di limoni mi ricorda il mistero della vita umana : l’uomo nasce come il suo fiorellino e cresce fino a maturare per essere spremuto. L’esempio delle canne e dei castagni mi ricorda mio padre che, avendo lui radici profonde, ( fede e libertà di pensiero) mai si è piegato al vento di libeccio o di tramontana  e tutto questo è stato per me la forza per rimanere fedele alla mia vocazione.


  L'ABBRACCIO DEL PADRE
di Roberto



“E non lasciarci soccombere nella tentazione”
Tra gli interpreti della Bibbia è ormai acquisito che la traduzione abituale “e non ci indurre in tentazione”, “et ne nos inducas in tentationem”, non è felice, anche se l'abbiamo ripetuta per secoli e nella sua formulazione originale, greca, potrebbe anche essere accettata, perché il termine greco ha due significati: tentazione e prova.
Se la tentazione non può venire da Dio, la prova si; in questo caso, prendendo atto delle nostre fragilità, chiederemmo al Padre di “non indurci nella prova”, perché non siamo pronti, ci sentiamo deboli, abbiamo bisogno di sostegno.
Ma se resta il significato di tentazione, allora sarebbe meglio adattare la traduzione: Dio, infatti , non può tentare al male.
L'autore della lettera attribuita a Giacomo lo ricorda. “Nessuno, quando è tentato, dica: sono tentato da Dio; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male” (1,13).
Anche Gesù, che conobbe la tentazione, venne condotto dallo Spirito nel deserto, ma a tentarlo fu il diavolo. Benché la tentazione non sia peccato, è la porta, la strada che conduce al peccato, se non la si respinge, se non si resiste.
Qual è la radice della tentazione? Dove sta il motivo per cui siamo chiamati a fare del male? Nel fatto che non conosciamo pienamente Dio, ne abbiamo una falsa idea. Pensiamo che il rapporto con Dio sia limitante; Egli è geloso, non vuole che l'uomo divenga simile a Lui, per questo limita
il nostro bene. La tentazione viene dall'accettare una falsa idea di Dio, dal crearsi un Dio a nostra immagine: geloso, invidioso, che non desidera il nostro bene, ma il nostro male. Per questo si cede alle tentazioni, che muovono sempre dal nostro egoismo, dal mettersi al centro di tutto, dal cercare quello che riteniamo essere il “nostro bene” invece del bene.
Quello che riteniamo essere, magari in buona fede, il “nostro bene”, non è sempre il bene. Abbiamo bisogno di aprire mente e cuore alla luce della parola di Dio, alla conoscenza della verità, alla comprensione della sua Misericordia.
La tentazione è il segno più evidente della nostra umanità; anche Gesù conobbe la prova della tentazione, segno e garanzia della sua umanità. La nostra preghiera al Padre, sarà quella che non ci lasci cadere, che non ci abbandoni nella tentazione, ci sostenga nella lotta inevitabile che la tentazione stessa porta con sé.
Se è chiaro che la tentazione al male non può venire da Dio, la tentazione in quanto prova, lotta, cimento: si. La prova della fede può provenire dalla stessa verità di Dio.
Chiediamo al Signore di non abbandonarci nelle prove di ogni giorno, che diventano tentazioni per la nostra fede, la nostra adesione a Lui, e per questo richiedono sempre conversione, preghiera e penitenza. Per non entrare nella tentazione non bastano le ragioni e i convincimenti umani, occorrono vigilanza e preghiera: “vigilate e pregate per non entrare in tentazione, per non cadere nella tentazione”.
Non abbandonarci, o Dio, nella tentazione che la legge debba prevalere sull'uomo, nella tentazione del castigo e della punizione invece che la Misericordia e il perdono, nella superficialità di seguire le logiche del mondo invece che la logica del Vangelo. Maria aiutaci a sciogliere i nodi complicati di tante situazioni del nostro mondo; Tu che sei Madre di Misericordia, aiutaci ad essere misericordiosi come il Padre Nostro celeste.

 


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