N° 8 - Ottobre 2019
Dal diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

- Domenica 16 giugno 2019 - Oggi è festa solenne nella Chiesa di S.Giuseppe in Casano, che è stracolma di fedeli, corsi per festeggiare cinque nostri fratelli e per accogliere il nostro Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti che provvederà ad impartire il sacramento della Confermazione, noto più comunemente come Cresima. Si tratta di un sacramento molto significativo ed importante in quanto esprime la discesa dello Spirito Santo sui credenti tramite l'imposizione delle mani da parte degli Apostoli e dai loro successori, i Vescovi.
Oggi il Vescovo deve imporre le sue mani su tre bimbe e due bimbi che hanno fatto il loro percorso formativo con grande impegno e commozione, come ha sottolineato Federica nel ringraziare, a nome della Parrocchia, Nuccia per l'impegno profuso nella preparazione di questi cinque futuri soldati di Cristo.

Anche il coro, diretto da Piergiuseppe, è al gran completo per arricchire la cerimonia con bellissimi inni sacri.

Molto profonda e significativa, come sempre, l'omelia del Vescovo che di seguito riporto: "Celebriamo oggi la solennità della Santissima Trinità. È una solennità importante perché non ci parla di qualche cosa e neppure semplicemente di un evento sia pur grande e decisivo, ma ci parla di Qualcuno, o meglio ci parla di Dio. E se volessimo ancora di più approfondire, potremmo dire che è Dio che ci parla di Sé stesso perché da soli non saremmo mai stati capaci di raggiungere questo mistero. È vero: la conoscenza di Dio può essere intuita dall'uomo attraverso le Sue opere, come se io guardo un quadro, comprendo che qualcuno debba averlo fatto; se io guardo una cosa creata, comprendo che qualcuno debba averla fatta e così, guardando il creato, posso comprendere che dietro quell'opera c'è un autore. Posso anche comprendere che quel l'autore deve essere in gamba visto che l'opera è così grande; deve essere molto potente perché veramente l'opera è grandiosa però oltre non riesco ad andare.

Qui invece si tratta non solo di conoscere che Dio è Dio, ma di cogliere realmente l'identità di Dio, la Sua intimità, cosa che Lui solo ci rivela, altrimenti noi non avremmo potuto coglierla.

Allora cosa vuol dire Santissima Trinità? Vuol dire una cosa molto semplice: vuol dire che il nostro Dio è uno solo però non è un mistero di solitudine ma un mistero di comunione perché tre sono le Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, pur essendo un'unica natura e dunque è un solo Dio, ma un mistero di comunione perché dall'eternità le tre persone si amano l'una l'altra.

Come facciamo ad arrivare a questo mistero? Beh! È attraverso il Figlio che è una di queste tre persone, il Figlio che, facendosi uomo come noi, rende noi, piccole creature, capaci di ascoltare in un modo nuovo, di vedere in un modo nuovo e di ricevere una rivelazione nuova: Gesù nella nostra umanità, perché in quanto Dio rimane tale ma prende anche la nostra umanità, parla con la parola degli uomini, vive nella nostra storia, compie i nostri gesti, trasmette a noi quelle verità alle quali da soli non saremmo stati capaci di giungere. E come lo fa? Lo fa innanzitutto facendoci vedere quelle che sono le relazioni fra Lui e il Padre che è nei cieli, fino a quel momento invisibili. C'erano dall'eternità, ma noi non potevamo vederle. I nostri occhi qua in terra non sono capaci di vedere direttamente Dio però Lui che è figlio di Dio, vivendo e continuando a vivere il Suo essere figlio di Dio ma dentro la nostra umanità, è come se li avessimo vissuti perché abbiamo visto Gesù che si rivolge al Padre dicendo: "Abbà, Padre" e dunque intraprende un dialogo col Padre Suo che è nei cieli. Si vede se noi leggiamo il Vangelo: il Vangelo è un dialogo con i discepoli, ma è ancora di più un continuo dialogo fra Gesù e il Padre Suo che è nei cieli. Però, nello stesso tempo, Gesù compie le stesse cose del Padre Suo che è nei cieli. Anzi, le compie e le vive in modo tale che i Suoi contemporanei comprendono la pretesa di Gesù ma, trattandoLo come solo uomo, pensano che Lui stia bestemmiando e dicono: "Tu che sei uomo non sei Dio". In effetti noi nella rivelazione sappiamo che Lui è anche figlio di Dio. E allora è Dio il Padre che è nei cieli, ma è Dio anche il Figlio che, facendosi uomo, ha compiuto le cose di Dio qua in terra. Nello stesso tempo il Padre e il Figlio ci fanno una promessa: il dono dello Spirito.

E questa promessa ci è fatta non semplicemente come il dono di una Forza, ma il dono di una Persona. Se noi andiamo a vedere come Gesù ci parla dello Spirito Santo, comprendiamo che ci parla non di qualcosa ma di Qualcheduno. Dice: "Egli verrà, prenderà dominio, ve lo farà conoscere e porterà la verità tutta intera". Questa è una persona: non è una forza! Ci sta parlando di qualcheduno, ma di un Qualcheduno che è capace di illuminare, santificare, salvare: sono caratteristiche di Dio! Nessuna creatura di Dio è capace di fare questo. E allora quel brano del Vangelo del Signore Gesù che parla col Padre e Lo chiama: "Abbà, Padre" quel Signore Gesù che compie i gesti di Dio fino al punto di essere addirittura frainteso, ma qui non fa un passo indietro, quando vuole chiamare il Signore Gesù che ci parla dello Spirito e ce lo promette come l'invio di una persona: "Verrà il Consolatore che sarà con voi sempre ". Allora comprendiamo come si rivela a noi in modo certo nella fede, però profondamente legato alla rivelazione di Gesù, il mistero di Dio. Dio è uno e tale rimane, ma in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo e questo mistero noi lo esprimiamo con tanta semplicità, a volte dimenticandocelo un po', ma ogni volta che ci facciamo il Segno della Croce, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, riconosciamo l'unico Dio in tre Persone. Potremmo dire: "È bello questo mistero!". Noi conosciamo un pochettino di più del mistero di Dio, ma facciamoci una domanda: "Ma Dio ci rivela i Suoi misteri per soddisfare le nostre curiosità o perché ci servono?" Perché potrebbe anche rivelarli per soddisfare le nostre curiosità, ma sarebbe una figura di Dio un po' strana questa! Se Dio ci rivela i misteri e soprattutto se ci rivela Se stesso è perché questo serve alla nostra salvezza. Ma allora domandiamocelo: "Ma che cosa serve sapere che Dio è uno in tre persone? Non era sufficiente sapere che Dio è uno, punto e basta?”. Se ci ha rivelato questo vuol dire che questo serve a qualcosa. A che cosa? Cerchiamo di capirlo insieme. Possiamo comprendere questo nella misura in cui andiamo lontano da noi, ad una delle prime pagine della Sacra Scrittura, il libro della Genesi che però tutti abbiamo in qualche maniera in testa. Quando Dio crea, dice: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza". E questo lo distingue da tutte le creature: noi ci distinguiamo dalle altre creature. "Fatti ad immagine e somiglianza di Dio" perché abbiamo un'anima, perché abbiamo un'intelligenza, perché abbiamo una volontà, perché abbiamo una libertà. Se Dio è mistero di comunione come veramente Si sta rivelando, perché il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si hanno per tutta l'eternità e se noi siamo fatti ad immagine di quel Dio lì, noi non possiamo permetterci di non vivere in comunione con gli altri. E qui ci cambia completamente la vita. Se Dio è un mistero di solitudine, io posso vivere nella mia solitudine, ma se Dio è un mistero di comunione io non posso vivere nel mio isolamento, tant'è vero che il Signore, dopo aver rivelato questo mistero, dice: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". La salvezza giunge a noi personalmente. Dio salva ognuno di noi personalmente, ma dentro il Suo popolo, inserendolo in un popolo che vuole in comunione con Dio e con i fratelli e quando l'Apostolo Paolo ci vuole esprimere questa grande realtà dice che noi siamo membra di un unico corpo. Le membra sono importanti, ma se sono unite a tutto il corpo e Gesù dice che siamo i tralci di un'unica vite. I tralci sono importanti, ma se sono uniti ad un'unica vite. Allora comprendiamo quanto è importante questo. Sapere che il nostro Dio è un Dio di comunione non ci permette più di essere dei credenti isolati, dei credenti privati, dei credenti, oggi diremmo, "fai da te".  Dobbiamo credere nella fede del popolo di Dio che è fede, dobbiamo vivere nella vita del popolo di Dio che è la fede, dobbiamo accogliere la parola di Dio nelle mani viventi della Chiesa. Allora comprendiamo che cambia tutto. Se il nostro Dio non è un Dio solitario, isolato, in solitudine, ma è un Dio di comunione, se è Lui che tende la Sua comunione a noi, piccole creature, noi non possiamo non vivere in comunione; altrimenti tradiremmo l'immagine della somiglianza di Dio. Ecco perché siamo battezzati, diventiamo figli di Dio, ma anche membri del popolo di Dio, della Chiesa. Ecco perché siamo confermati e diventiamo testimoni, ma per essere testimoni, insieme, dell'unica fede.

Ecco perché ci nutriamo dell'Eucaristia unendoci al Signore Gesù che ci unisce gli uni gli altri, perché siamo chiamati ad esistere in comunione. Ognuno di noi è un individuo ma l'importante è non metterci gli uni contro gli altri. Sapete qual’ è la cosa più drammatica che dice Caino? Conosciamo i due figli di Adamo ed Eva: Caino e Abele. Caino, molto moderno, fa subito fuori Abele perché siamo a distanza di migliaia di anni, ma non è cambiato niente! Ma il tragico non è quello lì semplicemente, che sarebbe già tragico, ma quando Dio gli dice: "Dov'è Abele?", lui risponde: "Ma sono io il custode di mio fratello?" cioè in termini moderni: "Affari suoi". Oh, quanto siamo Caini in questo! Forse nell’ammazzare Abele, no ma nel dire: "Affari suoi" Eh!

È successo un incidente: "Affari suoi: se lo è andato a cercare!". È morto per overdose: "Affari suoi: se lo è andato a cercare!". Son tutti "Affari suoi". Ma se noi siamo fatti per essere in comunione gli uni con gli altri, dobbiamo volerci salvi gli uni con gli altri. Non possiamo più dire: "Quello è uno scarto e sono affari suoi". Quello è un fratello! Magari deviato, magari lontano, magari perverso, ma è un fratello! Capite quanto cambia? Se il nostro Dio non è un Dio isolato, ma un Dio di comunione e se siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio, deve cambiare tutta la nostra esistenza! "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati". Ecco, è per questo che chiediamo il dono dello Spirito: lo chiediamo per i nostri Cresimandi, lo chiediamo anche su di noi e lo chiediamo nonostante le nostre fragilità. Però la fragilità non deve sostituire il bene". Quindi il Vescovo procede alla somministrazione del Sacramento della Confermazione a due nostri fratellini ed a tre sorelline. - Lunedì 29 luglio - Oggi dobbiamo festeggiare una grande ricorrenza: l'anniversario della lacrimazione della Madonna ad Ortonovo e bene ce lo ha ricordato Padre Domingo nell'ultimo numero del Sentiero. Era il 29 luglio 1537 quando alcune donne del paese erano intente a pregare davanti all'affresco della Deposizione di Cristo dalla Croce, dove la Vergine viene raffigurata accasciata e semi - svenuta ai piedi della Croce. Ebbene, mentre le donne erano assorte nelle loro preghiere, l'immagine della Madonna cominciò a lacrimare sangue vivo. Prese da immenso stupore ed emozione e forse anche un po' spaventate, le donne corsero in paese per riferire il fatto miracoloso e la notizia si propagò immediatamente, tant'è che nutrite folle di fedeli correvano al piccolo oratorio, attratte anche dalle notizie  di grazie e guarigioni che in quel luogo si ottenevano  per intercessione della Madonna.

Per accogliere le folle dei fedeli che correvano sempre più numerosi, i priori della Confraternita nel 1540 decisero di utilizzare le sostanziose offerte elargite dai pellegrini, nella costruzione di un grande santuario in onore della Beata Vergine Addolorata che, negli anni a venire, fu oggetto di modifiche ed ampliamenti, fino ad arrivare alla meravigliosa struttura attuale.

Ecco perché il 29 luglio di tutti gli anni il Santuario ricorda il fatto miracoloso con solenni cerimonie religiose. Anche quest'anno Padre Domingo, volendo solennizzare la ricorrenza, ha chiesto anche la partecipazione della Corale di Isola, diretta da Nicoletta.

Numerosi son i fedeli che sono corsi, richiamati da Maria Santissima e per rivivere momenti di intensa commozione.

Sono presenti tutti i parroci del Vicariato di Luni per concelebrare la S. Messa solenne delle ore 11 con Padre Michele, coadiuvati dal diacono Agostino Cavira
I commoventi canti eseguiti in onore della Madonna contribuiscono a rendere la S. Messa davvero pervasa da intensa partecipazione e solennità.
Molto profonda l'omelia di Padre Michele che di seguito riporto: "Questo giorno è il giorno in cui siamo invitati a contemplare Gesù insieme a Maria. Questa contemplazione ci rivela qualcosa di immensa importanza: Maria sotto la Croce, ai piedi della Croce. Guarda Gesù ma accanto a Maria, come abbiamo ascoltato, ci sono anche altre due donne e ci sta anche il discepolo amato da Gesù. Quale madre non piangerebbe il suo figlio, guardandolo immersa nella sofferenza? Quale madre? Tutte le mamme. Sicuramente, voi mamme presenti avete vissuto l'esperienza di vedere un figlio che soffre. Si sente qualcosa dentro, si soffre con lui. Il cuore palpita e la tristezza, il dolore si fanno sempre più acuti.

Oggi, nella nostra comunità celebriamo la lacrimazione della Madonna in quel giorno, in quel momento, quelle persone che erano presenti, che hanno visto, che hanno contemplato e noi oggi  celebriamo, non materialmente, non fisicamente, quel momento, ma lo celebriamo spiritualmente, come nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato dove a Maria viene rivelata la maternità, un'altra maternità, una maternità universale, una maternità spirituale , dove ognuno di noi è partecipe, dove Le viene rivelata questa missione. Non più una madre solo di Gesù, ma una madre che diventa madre di tutti. "Donna, ecco tuo figlio" e da quel momento Maria diventa partecipe della missione salvifica dell'umanità, partecipe della redenzione salvifica di Cristo. Ora possiamo comprendere il pianto di Maria: non è soltanto il pianto verso Gesù, ma verso ognuno dei Suoi figli, noi che siamo partecipi e anche in questo momento siamo con Maria e Maria piange insieme a noi ed ha un significato profondo quel pianto di Maria. Ma perché Maria piange? Per i Suoi figli che non erano presenti in quel momento sotto la Croce, ma solo Giovanni. Gli altri discepoli, quella comunità che Gesù aveva chiamato, che aveva formato, Lo ha lasciato solo. Solo Maria ed altre due donne sono presenti, insieme al discepolo amato che la tradizione identifica con l'Apostolo Giovanni. Quando noi ci allontaniamo dal guardare Gesù Crocifisso, quando noi ci allontaniamo con le nostre debolezze o con i nostri peccati, Maria piange non il Suo Figlio Crocifisso, ma i Suoi figli che si allontanano dai piedi della Croce.

Ecco il senso del pianto di Maria: piange quando noi non ci comportiamo bene, quando non realizziamo e non mettiamo in pratica la parola di amore di Dio: la Sua misericordia.

Ecco, chiediamo a Dio Onnipotente che oggi sia un giorno significativo per noi. Magari siamo abituati a celebrarlo ogni anno, ecco oggi possiamo affermare: "Oggi ricorre di nuovo il 29 di luglio. Andiamo a celebrare, andiamo a fare una preghiera alla Madonna". Non è questo il senso?

Siamo partecipi di quello che avvenne 482 anni fa. Anche oggi siamo partecipi con la grazia della forza dello Spirito Santo. Noi dobbiamo sentire questo, altrimenti diventa qualcosa che non ha nessun significato. Invece ha un profondo significato! In questo posto immaginate che Maria ha pianto! Immaginate questo, per cui è importante che, grazie alla parola del Signore, possiamo essere anche noi insieme a Maria. Quel pianto di Maria verso di noi. E se noi siamo con Maria, con Maria guardiamo Gesù Crocifisso. Maria indica Gesù Crocifisso, ma Gesù ci dona Sua Madre come nostra Madre. Diventa nostra Madre.

Ogni cristiano deve accogliere Maria come sua Madre, come il Discepolo amato: "Ecco tua Madre!". Allora accogliamo Maria come nostra Madre. Ogni cristiano è chiamato ad accoglierLa nella sua vita umana e nella sua vita spirituale ed essere con Maria, guardando Gesù Crocifisso che guarda noi che siamo consegnati nelle mani di Maria. Maria diventa nostra Madre e noi diventiamo Suoi figli. Ecco ciò che celebriamo oggi.

Chiediamo al Signore che questo avvenga nella nostra vita,oggi: questa santa benedizione e questa grazia possano riempire la nostra vita, possano alleviare tante volte le nostre sofferenze fisiche, i nostri dolori fisici. Lo chiediamo al Signore perché ci doni sempre un cuore capace di accogliere l'altro, di accogliere gli altri con amore, nella misericordia, nella speranza e nella carità.

E chiediamo l'intercessione della nostra Madre, la Vergine Santissima.  Amen."

 

                                                                                                    


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