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di Don Romeo Rossetti
Quando fui nominato parroco di S. Martino e andai a visitare la chiesa, rimasi un po’ impressionato per il fatto di trovarmi di fronte ad una strana costruzione che grondava di antico e dava quasi l’idea di una chiesa abbandonata, anche perché, in seguito ho saputo che era stata completamente disintonacata per riportarla all’antico e poi annerita e verniciata per eliminare i danni provocati dalla disincrostazione. Dato ciò mi sentii un po’ turbato, ma la mia mente e il mio cuore passarono poi alla massima stima e al massimo godimento artistico e liturgico, quando conobbi, e anche profondamente, la storia nei secoli di quella chiesa. Procedo per sintesi tralasciando i particolari che sono però a disposizione. 1) È esistente già nel secolo VI come Corte di Iliolo e Cappella di S. Martino e non ha mai cessato di essere il centro di tutta l’attività religiosa, e per molti secoli anche politica, fino alla metà del 1800. 2) In diversi periodi diventa sede vescovile (dipendente da Luni). 3) Nel 1185 diventa autonoma rispetto a Luni, amministrata da un gastaldo vescovile. 4) Nel 1226 la Corte di Iliolo e la chiesa di S. Martino diventano completamente autonome e gli atti relativi sono firmati a S. Martino. 5) La chiesa di S. Martino continua ad esistere e funzionare per quanto in forma ridotta anche quando avviene un grande spopolamento verso Ortonovo, causa le invasioni militari di altri Comuni e Principati e specialmente per la malaria. 6) È ufficialmente esistente nel 1584 durante una Visita Apostolica come parrocchia e abbazia di S. Martino di Iliolo. 7) Durante un certo periodo è sempre nominata come chiesa di S. Martino (non più di Iliolo). 8) Verso la metà del 1800 si verifica un ulteriore progressivo spostamento della popolazione verso Casano e Nicola per cui la chiesa di S. Martino soffre di una diminuita funzionalità: dal lato religioso ma non politico e commerciale, specialmente comunale (es. mercato bisettimanale). 9) La chiesa di S. Martino riprende la sua piena attività quando ritorna la presenza del parroco locale e ciò fino ad oggi nonostante una certa minore importanza e frequenza poiché sorgono al Piano numerose altre chiese, a cominciare da Casano e poi Isola, Luni, Luni Mare ecc. Quanta stima quindi cominciai a nutrire verso quella prima discutibile chiesa, tanto che ne feci la mia abituale residenza e la sede parrocchiale. Non solo, posso confessarlo, ho trascorso a S. Martino il periodo forse più evangelico e felice della mia vita sacerdotale. Arrivai addirittura ad amare quella chiesa, mi si perdoni l’espressione, come un uomo può amare una donna. Ogni pietra di S. Martino rappresentava per me un tesoro da apprezzare e curare. Quante preghiere e quanti pianti, anche di notte alla sola luce del lumicino del Santissimo; quante ore, pregando, trascorse sullo spiazzo alberato davanti alla chiesa! Ancora oggi, lontano con gli occhi ma non con il cuore, quando penso a S. Martino, mi rattristo, mi commuovo e piango, anche perché vedo impossibile una mia visita personale, data la mia invalidità. Comunque ti amo, S. Martino, per la tua storia e per quanto hai donato a me negli anni della mia permanenza. Ringrazio il glorioso S. Martino di avermi sempre benedetto e assistito. Don Romeo Rossetti, già parroco (abate) di S. Martino di Casano di Ortonovo; attualmente presbitero della diocesi di Parma, parrocchia di S. Martino di Varano de’ Melegari, a riposo perché invalido.
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