N° 8 - Ottobre 2011
I VANGELI DEL MESE.
di Claudia Pugnana

 

 

 

 Domenica, 2 ottobre 2011 (Mt 21,33-43).

            La Liturgia della Parola di questa domenica ci parla della vigna e il ritornello del salmo ce ne fa comprendere il significato simbolico: “La vigna del Signore è il Suo popolo”. Il profeta Isaia illustra la cura appassionata che ha usato il Signore per dare un terreno produttivo (“vangato e sgombro di sassi”) alle viti che vi piantava e dalle quali attendeva un buon frutto. Ma “la vigna”, il popolo che ha scelto come depositario della rivelazione e destinatario della salvezza, lo ha deluso: ha prodotto “uva selvatica”. Non gli resta che esprimere la sua delusione con la minaccia di togliere alla sua proprietà le cure e la protezione, destinandola a diventare un luogo pressoché inutile. Nel salmo troviamo l’implorazione per il “dio degli eserciti”affinché ritorni indietro rispetto alle sue decisioni e visiti la sua vigna.

            Ed ecco l’evangelista Matteo che ci fa ascoltare la parabola di Gesù dei vignaioli omicidi, che ha sempre come protagonista il popolo d’Israele, ingrato a tal punto verso il padrone da ucciderne prima i servi (= i profeti) e poi addirittura il figlio. Gesù profetizza la propria  condanna a morte  che sarà eseguita fuori dalle mura dalla vigna “Gerusalemme”.

            Ma la storia della salvezza che Dio ha fatto iniziare da Adamo ed Eva non può concludersi con la Sua sconfitta. Egli  compie due azioni che danno nuova vita: la pietra scartata dai costruttori (= dalla comunità d’Israele) viene posta come pietra d’angolo, cioè riceve un compito essenziale e decisivo nella costruzione del nuovo edificio che è la Chiesa, la comunità messianica, e darà il regno ad un popolo che faccia produrre frutti. Il Popolo di Dio è quel popolo che gli  è fedele, che ne compie la volontà e che vive nell’Amore.

Domenica, 9 ottobre 2011 (Mt  22, 1-14).

            Il simbolo che viene usato oggi è quello del banchetto.

Il profeta Isaia nella prima lettura ci descrive quello ricco di cibi grassi e succulenti e di bevande eccellenti e raffinate che Dio ha preparato sul monte, luogo che è segno della vicinanza che Egli vuole avere con l’uomo, dell’amicizia che vuole stabilire rivelandosi e liberando l’uomo dal dolore e dalla morte.

            L’evangelista ci riporta la parabola del banchetto delle nozze del figlio del re. Viene espresso il sentimento di ingratitudine e la superficialità con cui le guide del popolo d’Israele deludono le attese di Dio: anziché partecipare all’invito gratuito che il Re offre come segno di amicizia e condivisione, attendono alle proprie faccende materiali e talvolta diventano anche violente, insultando ed uccidendo i servi, latori dell’invito (= i profeti).

            Il Re manda i suoi servi ad invitare tutte le persone che avessero incontrato, senza compiere nessuna scelta. Dio non ha pregiudizi ma vuole che l’invitato si mette l’abito nuziale se vuol stare alle nozze. L’abito nuziale è la disposizione interiore alla comunione con Dio, il riconoscimento della speciale adozione a figlio che ci viene data.

Domenica, 16 ottobre 2011 (Mt 22,15-22).

            Il brano di Matteo che racconta  del tranello teso a Gesù dai farisei e dagli erodiani ci introduce ad una riflessione sulla virtù della giustizia distributiva che ha come principio fondamentale il dare a ciascuno il suo.

            Al tempo di Gesù in Palestina vigeva un sistema fiscale alquanto oneroso, si calcola che quasi la metà del salario veniva destinato al pagamento di imposte, tributi e decime, sia ai Romani sia al Tempio e per il culto. I Romani richiedevano il pagamento di due tipi di imposte, quelle dirette sulle proprietà immobiliari (tributum soli) e sulle persone in età lavorativa (tributum capitis) che dovevano versare il 20% del reddito prodotto, e quelle indirette (sul sale, sulle transazioni commerciali, sulle licenze per esercitare le varie professioni, per le feste e i viaggi dell’imperatore).   Tali esborsi non venivano fatti volentieri, come si può ben comprendere, soprattutto perché finivano nelle casse degli indesiderati occupanti.

            In questo clima di malessere sociale si cerca di creare qualche problema al  giovane rabbì che ha già “ridotto al silenzio i sadducei”. La domanda ”E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?” è posta con la chiara intenzione di mettere Gesù in imbarazzo: se si fosse dichiarato contro le tasse avrebbe avuto guai con l’autorità politica,se ne avesse espresso la liceità sarebbe stato considerato insensibile ai problemi del Suo popolo. “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, è la proposta di giustizia che non può essere disattesa, altrimenti si va a danneggiare il bene comune.

            Acquisire questa virtù è un dovere per chi governa, per chi amministra e per il cittadino che fruisce dei servizi che offre l’istituzione. La giustizia richiede anche prudenza e saggezza, costanza nell’esercitarla e desiderio di riconoscere ed attribuire a ciascuno ciò che gli spetta. La risposta di Gesù non si ferma alla richiesta della sola giustizia sociale, ma esige dall’uomo il rispetto di ciò che è di Dio, cioè della vita in tutte le sue forme, del Creato ed in particolare dell’uomo che è Sua immagine. 

 

Domenica, 23 ottobre 2011(Mt 22,34-40).

            Anche nel Vangelo di questa domenica Gesù subisce le provocazioni dei dotti del suo tempo che lo tormentavano non perché stessero cercando la Verità, ma piuttosto un qualche pretesto per togliere di mezzo il rabbì che metteva a repentaglio la loro autorità, che scardinava le loro certezze e che piaceva così tanto alle folle.

            Il tentativo di trovare in Gesù un “difetto” dottrinale viene  messo in atto da un “dottore della Legge”, l’esperto dei testi sacri, chiedendoGli quale sia il comandamento più importante. Gli  Ebrei avevano a che fare con un lunghissimo elenco di precetti, ben 613, che andavano a complicare l’antico e semplice Decalogo consegnato a Mosè. Gesù risponde con grande semplicità citando Dt 6,5 ( “tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze”) e Lv 19,18 (“Ama il prossimo tuo come te stesso”). Egli non abolisce la Legge antica, ma insegna al’uomo a vivere la relazione con  Dio e con i suoi simili con Amore.

 

Domenica, 30 ottobre 2011 (Mt  23, 1-12).

            Il capitolo 23 del Vangelo di Matteo ci presenta un Gesù inconsueto per i toni sdegnati che usa nei confronti delle guide spirituali del giudaismo del Suo tempo. Nei primi versetti Gesù si rivolge alla folla e ai discepoli che lo stavano ascoltando e li invita a comportarsi secondo l’insegnamento  degli scribi e dei farisei, ma di guardarsi bene dall’imitarli nel loro comportamento. L’osservanza di norme rituali, come quelle delle “frange” dei manti di preghiera o delle teche e dei legacci di cuoio contenenti scritte bibliche da legare durante il culto (i filatteri), così come i titoli di prestigio e l’adempimento esteriore solenne del culto, possono spesso nascondere un grande vuoto interiore.

            La vera anima della religione sono l’umiltà del cuore e l’amore gratuito. Gesù sta preparando la Chiesa ventura, costituita da una comunità di fratelli, uniti dalla stessa fede e dall’Amore.Tutti coloro che  al suo interno svolgono compiti di guida o di responsabilità vengono chiamati “ministri”, ovvero “servitori”, ad imitazione di Gesù che non è venuto per essere servito ma per servire (Mt 20,28).

 

                                                                                                         

 

 


<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti