N° 2 - Febbraio 2022
Spiritualità
  L A C A N D E L O R A
di Antonio Ratti


                                       L A    C A N D E L O R A

E’ un rito religioso antichissimo  che affonda le sue radici in feste pagane ed ebraiche. Candelora è il nome popolare della Presentazione al Tempio di Gesù ( Lc2, 22-39 ) che è inserita nel Calendario liturgico il 2 di febbraio. Momento centrale del rito è la benedizione ed accensione delle candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti” come il vecchio sacerdote Simeone chiama il bambino Gesù quando fa il suo ingresso, accompagnato dai genitori, nel Tempio per la presentazione, così come la Legge giudaica prescrive per i primogeniti maschi, che dovevano essere offerti al Signore il quale li restituiva ai genitori dopo un sacrificio. Nel Calendario tridentino ( cioè varato dal Concilio di Trento 1545 – 1563 ) la festa è detta della  “ Purificazione della Beata Vergine Maria.” Per fortuna la riforma liturgica operata dal Concilio Vaticano II  comprende l’incongruenza che richiama la Legge mosaica sul post partum ( purificazione della puerpera dopo 40 giorni se maschio e dopo 66 giorni se femmina ): non ha senso purificare chi non può avere macchia di peccato, perché, per volontà del Creatore, senza il peccato di origine. Così la presentazione al Tempio e la profezia di Simeone, che sono una chiara manifestazione del Signore, tornano a dare centralità a Cristo come primogenito del Padre, rendendo questa festa non più mariana, ma cristologica. Durante il suo episcopato, papa Gelasio I ( 492 – 496 ) ottiene dal Senato romano l’abolizione dei Lupercali che vengono sostituiti dalla festa della Candelora, celebrata il 14 febbraio ed anticipata al 2 febbraio nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano, per non farla coincidere con i Lupercali pagani con i quali c’erano casuali somiglianze non solo nell’uso delle candele, ma soprattutto nell’idea della purificazione. Ovidio nei Fasti narra con precisione il rito della festa pagana. Gli antenati romani chiamavano Februe gl’ingredienti purificatori ( farro tostato e granelli di sale ) ingeriti dai Luperci, che percuotendosi con strisce di cuoio, percorrevano le vie della città e consideravano questo un rito di purificazione ( februatio ). Da qui il nome al mese di febbraio. Restando ancora nel mondo pagano romano la dea Februa ( Giunone ) veniva celebrata alle calende di febbraio. Il primo giorno di ogni mese ( lunare ) corrispondeva al novilunio ( luna nuova ) ed era chiamato Calende da cui il nome “calendario”.
La comune presenza delle candele nei riti precristiani ( ebrei, romani, celti ) indicherebbero il passaggio tra l’inverno e la primavera, ovvero il procedere dal buio e dal freddo al risveglio della luce primaverile: le giornate si allungano e il tempo migliora sensibilmente, così la luce ne trae evidenti vantaggi.
Con il cristianesimo la luce acquista ben altro significato: si passa dal buio dell’attesa alla luce della salvezza per opera di Gesù.

Nella tradizione  popolare il richiamo agli antichi riti non cristiani sono evidenti , basta ricordare  alcuni detti provenienti dalle regioni italiane sostanzialmente identici nel significato legato al cambiamento  stagionale.

 Calabria.  A Candilora ‘u vernu è fora; ma nesci l’ursu d’a tana e dici: altri quaranta iorna avimo ancora.”

(Per la Candelora l’inverno è fuori; ma esce l’orso dalla tana e dice: ne avremo ancora per 40 giorni.)

Trieste.  Se la vien col sol e bora de l’inverno semo fora. Se la vien con piova e vento de l’inverno semo  drento.”

Toscana. Pella Candelora se piove o gragnola dell’inverno siamo fora; ma se è sol o solicello siamo ancora nell’inverno.”

                I triestini e i  toscani,  mi sembra, si contraddicano. Sarà un problema di cambiamento climatico!!

    


                                                                 

  Citazioni
di Autore


La fede può accendersi anche alla lettura di un testo, ma la parola della buona novella acquista la vera forza solo quando viene ascoltata.

 Sac. Romano Guardini

 


 

Quando il Signore, per mezzo della Santa Comunione, ha preso possesso anche una sola vota di un cuore, vi lascia un ricordo indelebile e le tracce del suo passaggio.
E’ una terra conquistata da Gesù, dove Gesù ha regnato, sia pure per pochi giorni.

 San Pier Giuliano Eymard

 


L’Eucarestia è mistero di unità che, incorporando e quasi identificando i fedeli con Cristo, tende ad unirli in una sola famiglia, in un unico corpo, in cui palpita un solo cuore e una sola anima, e ciascun membro cerca sollecito il bene degli altri altrettanto o più del proprio.

Papa Pio XII

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