N° 5 - Giugno 2020
Spiritualità
  COSTRUIRE LA CHIESA CON PIETRE DIVERSE
di Don Carlo



Come vorrei che i cristiani sapessero che la Chiesa è una grande famiglia, una famiglia in cui ci si dovrebbe sforzare di fare vivere tutti i membri nella gioia e nella pace. Quando ci si sente attaccati con vigore alla propria idea, si fatica ad ammettere che il vicino possa con altrettanta forza e passione essere attaccato alla sua. Una posizione che assorbe tutto il nostro impegno, invade facilmente e completamente il campo della coscienza, risultando così di ostacolo alla comprensione di un’altra posizione, di un’altra scelta. Ciò dipende dalla debolezza, dai limiti della nostra intelligenza, ciò dipende pure dal nostro peccato, dalla nostra passione interiore, dal nostro egoismo. Ogni scelta, nella vita del mondo e della chiesa, è legittima quando è conforme al Vangelo e viene realizzata secondo coscienza e al servizio del prossimo. Ma quando tale scelta porta a una divisione, ad un settarismo esclusivista, non è forse il segno di un soffocamento dello spirito e anche carenza di profondità spirituale? Io mi sto rivolgendo a dei cristiani, ma non ho intenzione di parlare soltanto alla loro intelligenza, bensì al loro cuore e alla intimità della loro anima che Cristo chiama all’amore universale. Accettiamo di avere fratelli diversi da noi e non trattiamoli come avversari. Edifichiamo la Chiesa del Signore con pietre diverse e stimiamoci a vicenda, ringraziando il Signore del nostro esistere. Allontaniamo decisamente l’intolleranza dalla Chiesa e a maggior rigore non mettiamola in un angolo del nostro cuore. Ciò che ci unisce ai fratelli è assai più grande e vero di ciò che ci divide. Ma secondo l’insegnamento di Gesù, bisogna andare più in là nell’esame della nostra coscienza. Ciò che è in causa, è la qualità dello sguardo che noi volgiamo verso il nostro prossimo. Quando Gesù guardava qualcuno, lo amava, lo chiamava per nome, e questo amore personale faceva vivere e crescere colui sul quale egli faceva affidamento. Ricordiamoci della visita di Cristo alla casa di Zaccheo. E’ peraltro il principio di ogni pedagogia che si rispetti la crescita di un essere in virtù dell’amore dell’educatore.
Ora, a noi viene richiesto un simile sguardo per ciascuno di coloro coi quali viviamo. La nostra continua tentazione è di risolvere dei casi, dei problemi, mentre ci dimentichiamo che è con persone che dobbiamo trattare. Quanti dialoghi risultano sterili, in quanto non sono altro che monologhi posti l’uno accanto all’altro senza concessione alcuna.
Si, l’amore attento che portiamo al nostro fratello non è per lui soltanto beneficio. E’ “Creatore” della sua persona, contribuisce a farla crescere nel modo più vero e più giusto. Noi dobbiamo vivere a questa profondità se vogliamo che la Chiesa sia un vero “focolare domestico” e luogo privilegiato della presenza del Signore Risorto. Se noi potessimo capire un giorno che l’insistente preghiera, che Gesù rivolge al Padre, si estende in modo diretto fino ai nostri cuori: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Gv.13,34) “O Padre che siano anch’essi una cosa sola, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato” (Gv. 17,21). Questo è il testamento spirituale che Gesù lascia ad ogni uomo, è la ricchezza più grande benedetta sulla croce da tutto il suo amore e sigillata con la certezza che la Croce apre una strada che condurrà ogni uomo a gustare la gioia di essere salvato. Proprio per questo nuovo modo di amare inaugurato da Cristo, dobbiamo mettere a tacere le nostre discordie, accettare le diversità dei punti di vista, scegliere ciò che ci unisce e seppellire nel silenzio, ciò che ci divide, fare della schiettezza d’animo, dell’intelligenza e dell’umiltà, le ancelle dell’amore.


  La pandemia
di Da l'avvenire


 

La pandemia è una sfida per la missione della Chiesa

 

“Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale, reso noto il 30 maggio, afferma che “la malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga”. “Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio”.
“Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri. E la preghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per tutto il creato”.
“L’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare la Messa ogni domenica”, prosegue Francesco, secondo il quale “celebrare la Giornata missionaria mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa”.


  MESSAGGIO: HO CHIESTO UNA COSA A DIO
di Don Domenico Lavaggi(prete e vostro conterraneo)



Ho chiesto a Dio la forza e Lui mi ha dato difficoltà per rendermi forte.

Ho chiesto a Dio la saggezza e Lui mi ha dato problemi da risolvere.

Ho chiesto a Dio la prosperità e Lui mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.

Ho chiesto a Dio il coraggio e Lui mi ha dato pericoli da superare.

Ho chiesto a Dio l’amore e Lui mi ha affidato persone bisognose da aiutare.

Ho chiesto a Dio dei favori e Lui mi ha dato opportunità.

Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo, ma tutto quello di cui avevo bisogno mi

è stato dato.

Quando alla fine della nostra vita ti presenterai davanti a Dio, Lui ti chiederà

solamente dieci cose :

Dio non ti chiederà che auto avevi, ma a quante persone hai dato un

passaggio.

Dio non ti chiederà se era grande la tua casa, ma ti chiederà quante persone

hai ospitato.

Dio non ti chiederà se i tuoi abiti erano firmati, ma ti chiederà quante persone

hai aiutato a vestirsi.

Dio non ti chiederà in quale quartiere vivevi, ma ti chiederà come trattavi i tuoi

vicini.

Dio non ti chiederà quante cose hai comprato, ma ti chiederà quante cose hai

venduto per dare.

Dio non ti chiederà il colore della tua pelle, ma ti chiederà la purezza della tua

anima.

Dio non ti chiederà perché hai tardato a cercare la fede, ma Lui ti prenderà con

amore e ti salverà dalla seconda morte.

La vita è una sola, quindi non la sciupare.

Ricorda : Ama e vivrai per sempre.

                       (ho voluto condividerlo con tutti voi)

  L'Abbraccio del Padre “Ma liberaci dal Male”
di Roberto



Liberaci dal Male o dal Maligno? Noi preghiamo abitualmente usando la formula: liberaci dal Male, perché di solito facciamo l'esperienza diretta del Male in tutte le sue forme: fisiche, morali, spirituali, sociali, piuttosto che l'esperienza del Maligno. Noi crediamo però che il Maligno esista, ricordando che Gesù ha lottato contro tutti i mali che incontrava ma che ha pure pregato perché i suoi fossero custoditi dal Maligno; infatti leggiamo nel Vangelo di Giovanni (Gv 17,16):” Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno”.
E pure nel Vangelo di Luca leggiamo una affermazione di Gesù che dice a Simone:” Simone, Simone, ecco Satana ha preteso di scuoterti come il grano. Ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno”. (Lc 22,31-32). L'immagine usata da Gesù legata al mondo agricolo è di una forza impressionante; Satana scuote i discepoli, Gesù li difende, prega per loro, perché non abbiano a perdere la fiducia in Dio, non abbiano a scoraggiarsi, abbandonando la fede. Non dobbiamo vedere il demonio presente in ogni angolo, se è vero che pensare secondo Satana è sinonimo di pensare secondo gli uomini. Ci ricordiamo quando Pietro cerca di dissuadere Gesù dal dover dare la sua vita per la salvezza dell'umanità? Gesù, voltandosi, disse a Pietro:” Via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. (Mt. 16, 22-23).
Male o Maligno, la preghiera del Padre Nostro termina con questo richiamo realistico alla nostra condizione fragile, al nostro contesto di lotta; essa è preghiera concreta, che si confronta con il reale, con la nostra condizione storica, con il nostro vissuto e vuole trasformarlo, salvarlo, cambiarlo. Non è preghiera di evasione, ma di impegno, di lotta serena, positiva, coraggiosa. Gesù ci ha insegnato a pregare:

-sia santificato il tuo nome

-venga il tuo regno

-sia fatta la tua volontà
perché sa che in terra, in questa terra piena di bellezze certo, ma pure di violenza, di orrori, di paure, di cattiverie e provocazioni, di torture e di crimini, non stiamo per niente bene. Come si possono chiudere gli occhi di fronte al male, ai mali individuali: frodi, bugie, menzogne, furti, invidie, gelosie, vendette, arrivismi;
ai mali collettivi: come il razzismo, le guerre etniche di religione, di incivili barbarie, di follie inimmaginabili.
Come è possibile non vedere che il Maligno è in azione? Solo i superficiali possono restare indifferenti, solo i presuntuosi e gli orgogliosi possono ritenere di non dover essere aiutati a sconfiggere il Maligno. Noi preferiamo alzare le mani verso il cielo ed invocare il Padre perché ci liberi dal Male o dal Maligno; per questo ha mandato Gesù, questo è il senso ultimo del cristianesimo. Per accoglierlo occorre coltivare umiltà e riconoscerci per quello che siamo, peccatori; occorre mantenere un atteggiamento di vigilanza critica che ravvivi la coscienza della propria debolezza; occorre nutrire un atteggiamento di incrollabile fiducia che eviti la perdita della speranza, il prevalere della paura e dell'interesse individuale. Il Male ci appartiene, è dentro di noi, ne abbiamo fatto tutti l'esperienza, magari prendendolo per bene; per sconfiggerlo bisogna essere umili e vigilanti, nutrire fiducia nel Signore e pregare perché la nostra fede non venga mai meno.
Sostenuti da questa fede rinnoviamo quindi ogni giorno la nostra preghiera al Padre ed alla Madonna, Madre di Misericordia perché ci diano aiuto e grazia e ci soccorrano nelle nostre lotte contro il Male ed il Maligno.


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