N° 3 - Marzo 2019
Spiritualità
  Le lacrime
di Marino Bertocci



Qualche domenica fa la liturgia domenicale ha fatto accenno a quanto affermato dal Profeta Isaia riguardo alle lacrime che, alla fine dei tempi, ma prima ancora, quando, individualmente, anime uniche ed irripetibili, ci presenteremo a Dio al termine del nostro percorso terreno, i nostri occhi saranno liberati ed asciugati dalla Sua misericordia.
Allora, così ci dice la nostra fede, comprenderemo il significato di ogni cosa, di ogni accadimento.
Saremo, infatti, pienamente partecipi di quella promessa che il nostro Creatore ha voluto farci stipulando quell’alleanza poi perfezionata con l’Incarnazione del Suo Figlio.

Oggi molti misteri ed accadimenti dell’umana esistenza ci trovano disarmati e ci disorientano…
Non li comprendiamo ed il rischio è facilmente quello di recriminare, di rivolgere a Dio quella domanda: “perché”, destinata, almeno con il nostro metro, a rimanere senza risposta alcuna.

La fede ci dice che così non è. La Scrittura ci ripete più volte che ogni cosa ha il suo tempo, il suo compimento. Il rischio di cadere nel nichilismo della superstizione  è però spesso, in questi casi, fortissimo.
Non voglio qui parlare di questo rischio, così come non voglio accennare delle lacrime della Madre di Dio, forse spesso con leggerezza strumentalizzate…ciò che il Creatore doveva dirci ce l’ha già detto…ma, in questo “campo” non ho alcuna competenza, se non la mia limitatissima conoscenza, pertanto lascio ad ognuno il proprio personale pensiero al riguardo.. naturalmente invitando a fare sempre riferimento al Magistero della Chiesa.

Ma, dopo questa divagazione un poco ardita,  una considerazione la voglio fare : quando si piange si vede tutto nella nebbia e questo  rende meno chiara la nostra visione…allora penso che nell’esistenza il nostro “ben vedere” non di rado ci è frequentemente impedito non solo dagli inevitabili dolori con cui la vita, purtroppo, ci colpisce ma anche, e ben più frequentemente, dal nostro egoismo, dal nostro chiuderci ai bisogni degli “altri”.
In un tempo come il nostro, apparentemente assediato dalla banalità del nulla, dall’apparire, dall’effimero credo che queste siano le lacrime peggiori. Quelle che ci condannano ad una solitudine disperata, se non riusciremo – questo si  possiamo farlo da subito – ad asciugarcele reciprocamente con la forza della fede e dell’amore che da questa proviene.

A partire dal nostro “io”,  proviamo a consolare gli afflitti: è una meravigliosa opera di misericordia! Donare una parola che dia sostegno, forza e consolazione..Accogliere nella semplicità quanti sono oppressi. Chissà che non possa questo essere un modo per asciugare tante lacrime?

Vogliamo provarci? Forse saremo considerati un poco fuori di testa  ma….chissà….

Luni, 2 febbraio 2019

Festa della Presentazione di Gesù al Tempio..

 


  La preghiera dell’infermiera
di Lucy


Buon Dio, ti prego, ascolta questa umile preghiera di un’infermiera. Carissimo Signore, grazie dei doni che mi hai dato, fa che possa aiutare chi ha avuto meno di me. Che possa ben svolgere il lavoro per cui sono nata. Se riuscirò ad essere utile, mi sentirò davvero ricompensata. Benedici o Signore le mie mani perché si dovranno tanto adoperare. Ancora Ti chiedo: fa che non abbia ad insuperbirmi nella lode né a cedere alla sfiducia nella fatica.

Grazie

  Non la mia ma la tua volontà”
di Don Carlo



Tutta la vita cristiana è una lunga e continua tensione del nostro cuore verso quella giustizia eterna che desideriamo ardentemente fin da quaggiù. La nostra felicità sta tutta nell’essere sempre assetati. Questa sete costituisce veramente una preghiera, lo stesso Gesù testimonia il valore della preghiera che insegna a far diventare la nostra vita un cantico di lode a Dio. La vera preghiera è la testimonianza quotidiana della ricerca della verità, del senso della nostra storia, del rapporto di amore che esiste fra il Creatore e la creatura. Tutta la vita di Gesù è stata un seguire la volontà del Padre anche in quei momenti dove era difficile credere nella sua presenza “Padre se è possibile allontana da me questo calice…. Non la mia ma la tua volontà” - “Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?” Quante volte anche noi incontriamo il fallimento e la sofferenza e siamo tentati di gridare “mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?”. È nell’abbandonarsi alla volontà del Padre, nell’avere fiducia nella parola di Gesù Cristo che troviamo la risposta all’inquietudine profonda del nostro animo. La fedeltà di Cristo al Padre getta luce e chiarezza nella nostra vita, il suo gesto di offerta e di amore rende possibile la nostra salvezza. Fidiamoci di Dio, scopriamolo come Padre, chiediamogli quell’abbraccio paterno che ci porterà perdono e gioia. Sentiamoci ancora una volta accolti nella casa, invitati a restare e a scoprire le ricchezze di Dio e dei fratelli per poi uscire diventando costruttori e annunciatori del Regno di Dio. “O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.”


  San Giuseppe
di Beato Giovanni Paolo II


San Giuseppe

con Te, attraverso di Te,

noi benediciamo il Signore!

Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini

per essere il casto Sposo di Maria.

Colui che sta alla soglia del mistero

della sua Maternità divina,

e che, dopo di Lei,

accoglie questa Maternità nella fede,

come opera dello Spirito Santo.

Tu hai dato a Gesù una paternità legale

nella stirpe di Davide.

Tu hai costantemente vegliato

sulla Madre e il Bambino

con affettuosa premura

per permettere di compiere la loro missione.

Il Salvatore Gesù si è degnato di sottomettersi

a Te come ad un padre

durante la sua infanzia e la sua adolescenza,

e ricevere da Te gli insegnamenti per la vita umana,

mentre Tu condividevi la sua vita

nell'adorazione del suo mistero.

Continua a proteggere tutta la Chiesa,

la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù!

Guarda alle necessità spirituali e materiali

di tutti coloro che ricorrono alla tua intercessione:

per mezzo tuo sono sicuri di raggiungere

lo sguardo materno di Maria

e la mano di Gesù che li soccorre.

Amen.

 


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