N° 1 - Gennaio 2013
Spiritualità
  E’ il Santo Natale
di Marisa Lisia


 

 

 

            E’ una giornata tetra di dicembre, tutto è ovattato e silenzioso come se qualcosa di indefinibile debba accadere. La terra dorme il suo sonno forzato sognando giorni più miti, con alberi in fiore, tenere violette e fiori variopinti. Gli uccelletti hanno smesso il loro gioioso cinguettio rifugiandosi sotto alberi compiacenti, impauriti. Anche le cicale hanno smesso da tempo il loro frinire e con esse il loro inno alla vita. Le formichine, dopo un estenuante lavoro, si rifugiano al calduccio nelle loro tane sotterranee. Qualche persona imbacuccata si dilegua frettolosa verso la sua abitazione: è disagio per tutti.

            Ma ecco, un ineffabile pensiero ci consola; un evento unico al mondo: è la nascita del Divin Pargoletto Gesù, avvenimento per noi sacro. In quella ricorrenza gli angeli uniti  a tutti i Santi inneggiano per la pace e l’amore e l’interminabile inverno sembra più corto. Tutti gli uomini in quelle giornate si sentono migliori.

Ed il piccolo Gesù sorride compiaciuto nella piccola e povera culla di paglia.

 

                                                                                 

 

  PERCHE’ E’ NECESSARIA L’UNITA’ DEI CRISTIANI
di Antonio Ratti


 
 
 

                                    

La Chiesa è una istituzione divina, perché voluta  espressamente e istituita da Gesù, ed umana, perché coloro che la compongono e le persone cui è stata affidata sono uomini. Alla Chiesa Gesù ha assegnato un mandato ben preciso: fare in modo che l’intero genere umano sia unito nel testimoniare il dono di salvezza che il Padre ha, per sua volontà, messo a disposizione di tutti.

La Chiesa è un corpo unico formato da tante membra che diventano vero corpo funzionale al progetto divino soltanto con la condivisione piena degli insegnamenti di Gesù e del suo sacrificio di croce.

Nell’omelia pronunciata nella cattedrale di Brugnato il  giorno del suo insediamento, il nostro Vescovo sosteneva un concetto cardine per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: nell’unione siamo popolo vitale di Dio, nella divisione siamo soltanto membra fragili, se non inutili; solo tante membra unite nel nome del Signore nostro Gesù Cristo possono formare un corpo pieno di energie.

Potremmo concludere qui la nostra riflessione sulla necessità di unione di tutti i cristiani, a condizione che la voglia di unità fosse sostenuta dall’assoluta volontà di farla. Per me, questo è l’anello debole che fa camminare a passettini incerti più che sostanziali.

Quando dico sostanziali, penso alla disponibilità di ricevere l’Eucarestia nella Basilica della Dormizione al Cremlino o nelle minuscole, ma splendide, chiesette ortodosse del Peloponneso greco come nella mia parrocchia: se il Corpo di Cristo è uno solo, perché no? Sempre secondo me, è vero che si manifesta la voglia, ma la ferma volontà sembra incespicare su ostacoli spesso incomprensibili nell’ottica dell’amore e zoppicare.

Un proverbio afferma “aiutati che Dio ti aiuta” nel senso che l’uomo deve provarci senza riserve mentali, culturali, psicologiche e materiali se vuole l’intervento divino a sostegno e non viceversa. La componente umana della Chiesa è gestita dall’uomo ed è responsabilità dell’uomo, in primis, non provocare, dopo, risolvere con umiltà, le dissonanze sorte e interrogarsi sulle cause di divisione, affinchè non debba più verificarsi un altro vulnus.

La volontà di Gesù è inappellabilmente esplicita: ut unum sint. Quella dell’uomo perché tentenna?  Non posso nemmeno farmi sfiorare dall’idea che Gesù ci abbia dato un compito più grande delle nostre umane possibilità.

Un altro problema si affaccia sul nostro futuro prossimo che dovrebbe dare nuova vigoria all’esigenza di unità: dai risultati di alcuni studi raccolti in un filmato fatto visionare ai Padri del recente Sinodo a Roma e commentato dal card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si evince che a causa dell’esplosione demografica delle popolazioni orientali e africane e della forte migrazione verso Occidente, nel 2050 le antiche popolazioni europee rappresenteranno meno del 25% del totale.

Ne consegue che i cristiani saranno una minuscola minoranza per di più cordialmente divisi e separati. In queste condizioni essere lievito si fa più complicato, mentre non muta la missione salvifica della Chiesa. Viene da sussurrare: Addio origini cristiane dell’Europa. In conclusione, l’unione di tutti coloro che alla Parola hanno professato fedeltà piena e convinta, si avverte essere condizione determinante perché il magistero della Chiesa possa procedere nel nome della Tradizione apostolica verso l’obiettivo finale: ut unum sint nell’accogliere il progetto di salvezza.

Preghiamo perché ciascuno comprenda quanto le trincee a tutela delle proprie posizioni siano inutili, dannose, fuorvianti e contrarie a quell”Amor che tutto muove”.

 

                                                                                         

 

  Le parole non servono a nulla se non facciamo!
di Un’assidua lettrice


 
 
 

Le parole non servono a nulla se non facciamo!

Basta col perdere tempo per cose delle quali non rimarrà nulla!


            Venerdì 21.12. 2012.   Il Santo Natale, giorno della nascita di Gesù nel nostro cuore, è ormai alle porte, ma quest'anno ho voluto viverlo in maniera insolita, ossia non farlo passare perdendo tempo a compere, ma  a donare parte delle mie giornate agli altri. E’ stato  il modo migliore per preparare il Natale, spendendo quasi nulla, ma con l'amore e la gioia nel cuore che rimarranno sempre dentro la mia anima e con la consapevolezza che quei momenti rimarranno per sempre anche alle persone alle quali mi sono dedicata.

Mercoledì pomeriggio scorso è stato molto particolare per il modo che si è concluso. Ho dedicato infatti quel giorno ad una persona anziana a me molta cara: l’ho accompagnata, prima, a casa dell’unica sorella rimasta per scambiarsi gli auguri, poi a fare un giro in città, a Sarzana. Nella mia testa c’era solo lei, non avevo altri pensieri; ero concentrata a vivere con lei quella mezza giornata nella migliore maniera possibile. L’ho portata a fare un giro alla Cittadella (non c’era mai stata) facendola anche entrare all’interno (c’era una festa e molto gentilmente ci hanno fatte entrare), poi siamo andate a prenderci un buon caffè e quindi siamo andate a zonzo per il centro storico. La mia “vecchietta” voleva andare in Cattedrale, ma c’era un funerale quindi siamo andate a Sant’Andrea e poi fino alla chiesa di San Francesco che erano già le 16,30. Prima di entrare mi ha detto che non c’era mai stata in quella chiesa (io la conosco solo da qualche mese). Entrando ci siamo accorte che si stava pregando: stavano recitando il 3° mistero della Gloria; le ho chiesto se voleva rimanere fino alla fine del Rosario e, tutta gioiosa, mi ha detto di sì. Ho tirato fuori le coroncine e ci siamo accumunati agli altri per la recita. Terminato il 3° mistero la signora che era all’altare, prima di enunciare il 4° mistero, ha letto un messaggio. Dentro di me ho pensato: sembra un messaggio della nostra Regina della Pace di Medjugorie; ma no, pensavo, mi sbaglio… Iniziano quindi la recita della decina e terminano con un altro messaggio. A quel punto ho avuto la certezza che quello che avevo pensato era vero, quando la persona sull’altare ha detto: “Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”

Mi sembrava tutto meraviglioso! Al termine della Salve Regina ho chiesto alla mia vecchietta di andare (avevo paura che avesse freddo), ci facciamo il segno della Croce e, mentre stiamo uscendo, sento una voce maschile che parla dall’altare; istintivamente mi volto e vedo don Renzo, il parroco; ne avevo sentito parlare molto bene; l’avevo visto altre volte ma non avevo mai sentito la sua voce. Ci siamo fermate in piedi in fondo alla chiesa e siamo state ad ascoltarlo estasiate: le sue parole erano penetranti e ci siamo sedute sull’ultima panca. Ha iniziato a parlare di ciò che accade da 31 anni a Medjugorie, delle Apparizioni sempre più frequenti e intense, del periodo di grazia che stiamo vivendo senza che purtroppo alcuni di noi se ne rendono conto; ha poi parlato dei veggenti che ci trasmettono i messaggi che ricevono direttamente dalla Madonna: messaggi indirizzati a ciascuno di noi per donarci la pace personale e quindi a tutto il mondo, indicandoci il modo: con la nostra vera conversione e la messa in pratica del Vangelo di Gesù. Don Renzo ha poi sottolineato perché la Madonna appare continuamente da 31 anni: perché ci vuole far capire il piano diabolico di Satana, che mira a condurre l’umanità all’autodistruzione e quindi alla dannazione eterna (l’Inferno). Poi ha letto alcune pagine di un libro dove si parla dettagliatamene del viaggio nell’Aldilà, avvenuto nel 1981 da Jakov e Viska, portati dalla Madonna. Non siamo state ad ascoltare tutto per paura del freddo e siamo uscite molto serene dalla chiesa.

Buon Anno della Fede a tutti e grazie, don Renzo, a lei e a tutti quei santi sacerdoti che ci aiutano a migliorarci spendendo per noi la loro vita.

                                                                       

 

P.S.) La meravigliosa frase che è davanti alla chiesa del Preziosissimo Sangue di Luni, radichiamola in noi: “Qui si entra per amare Dio; si esce per amare il Prossimo”. E ricordiamoci sempre che se siamo uniti non ci perderemo mai.
 
 
 

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