N° 5 - Maggio 2022
C O N S I D E R A Z I O N I
di Antonio Ratti

                                     

Da diversi anni durante la Settimana Santa mi arriva puntuale una perplessità suscitata dai due episodi dell’Esodo ben evidenziati dai riti della Veglia pasquale. Quest’anno, a causa della brutale vicina guerra, si è riproposta con maggiore intensità facendomi riflettere sull’opportunità del loro uso. Il primo episodio si riferisce alla preparazione dell’ultima pasqua ebraica in terra d’Egitto e precisamente al particolare di macchiare, col sangue dell’agnello sacrificato, gli stipiti delle porte, perché l’angelo vendicatore colpisca solo i primogeniti egiziani senza il rischio di compiere errori. Ci troviamo di fronte ad una strage di bambini e ragazzi colpevoli soltanto di essere egiziani. Se la strage la compie l’angelo è giusta, invece, se la fa Erode o un altro, no?  Siccome “l’operazione militare speciale” di liberazione dell’Ucraina per Kirill è “giusta” ( non ha detto “santa”, forse per un attimo di amnesia nello scegliere il vocabolo )  i bambini uccisi e quelli della regione di Mariupol deportati in Russia, è anch’essa cosa giusta?  Il secondo episodio è la prolungata e particolareggiata descrizione piena di macabra gioia da parte ebraica del massacro dell’esercito egiziano travolto dalle onde del Mar Rosso che si richiudeva. E’ cosa giusta citare questi episodi durante i riti che hanno un unico e solo obiettivo, sottolineare tutto l’amore del Padre che offre il sacrificio del Figlio per salvare l’umanità intera e il Figlio che liberamente si offre alla morte di croce per donare all’uomo l’eternità di luce?  Il Primo
( antico ) Testamento ha il merito di averci fatto conoscere Dio quale Creatore e padrone assoluto del creato, ma l’antica alleanza è ben diversa dalla nuova che ha in Gesù , non più il “re degli eserciti” che protegge solo il popolo eletto, ma il Dio che si offre alla morte per amore di tutti senza distinzione alcuna. Mi sembra evidente che gli episodi citati non siano in linea con la fede dell’amore. Mi pare che Gesù abbia detto di andare a riconciliarsi col fratello e poi tornare nel tempio a completare il sacrificio rituale e che il comandamento più importante è amare il prossimo come se stesso. Il patriarca moscovita il 4 aprile ad una celebrazione delle forze armate ha così pontificato: “Siamo un paese che ama la pace e non abbiamo alcun desiderio di guerra. Ma amiamo la nostra patria e saremo pronti a difenderla nel modo che solo i russi possono difendere il loro paese. La maggior parte dei Paesi del mondo è ora sotto l’influenza di una forza, che oggi, purtroppo, si oppone alla forza del nostro popolo. Allora dobbiamo essere anche  molto  forti. Quando dico “noi” intendo, in primis, le forze armate, ma no solo. Tutto il nostro popolo oggi deve svegliarsi. In questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al “potere”. E’ così che emergerà la vera solidarietà nel nostro popolo, così come la capacità di respingere i nemici esterni ed interni e di costruire una vita con più bene, verità e amore”. Non sono  stonate sulla bocca di un uomo di Dio ( dice lui ) queste parole che mirano ad imprigionare il Signore nelle nostre formule umane che guardano con simpatia verso il Caino di turno?  Di ben altro tenore e contenuti sono le parole di papa Francesco che in tantissime circostanze ha pronunciato: “Coloro che scatenano la follia della guerra sono i nuovi crocifissori di Cristo.” “Cristo, oggi, è crocifisso nei giovani mandati ad uccidere e ad essere uccisi.” “ La pace che Gesù ci dà a Pasqua non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e varie forme di imposizione. Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra due guerre.” “ Di fronte alle immagini strazianti che vediamo ogni giorno, di fronte al grido dei bambini e delle donne, non possiamo che urlare: FERMATEVI!. “ La guerra non è la soluzione, la guerra è una pazzia, la guerra è un mostro, la guerra è un cancro che si autoalimenta fagocitando tutto. Di più, la guerra è un sacrilegio, che fa scempio di ciò che è più prezioso sulla nostra terra, la vita umana, l’innocenza dei più piccoli, la bellezza del creato. Sì, la guerra è un sacrilegio!” “Abolire la guerra e cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia la guerra a cancellare la storia dell’uomo.”

A questo punto la perplessità iniziale sui due brani dell’Esodo resta, ma ho capito, purtroppo, che dei due pastori dello stesso Dio, uno ritiene che l’uomo abbia bisogno di pace come i nostri polmoni hanno bisogno dell’ossigeno dell’aria per garantirci la vita, l’altro preferisce fare il patriota di comodo invitando il popolo a svegliarsi per difendere la patria, non si sa da chi, ma, genericamente, avverte che “ la maggior parte dei Paesi del mondo sono ora sotto l’influenza colossale di una forza che oggi, sfortunatamente, si oppone alla forza del nostro popolo.”  Povere vittime di un colossale “stalking” mondiale!!  Non credo sia un blasfemo volo pindarico considerare il moscovita in linea con la terrena e materiale gioia descritta dall’Esodo sull’etnico  concetto di Dio ( l’esclusività di popolo eletto), mentre papa Francesco , richiamandosi alle parole di Gesù che invita ad amarsi l’un l’altro come fratelli, ha una visione dell’amore di Dio globale, cioè, senza distinzioni etniche, di potere e di razza.  La bestemmia più offensiva per l’immagine di Dio-Padre è pensare che Lui sia di parte: il vocabolo ‘prediletto’ non fa parte del suo vocabolario, perché anche il peggiore dei peccatori è una spina dolorosa che vorrebbe vedere trasformata in una rosa senza spine, ma è impotente, poiché spetta alla creatura scegliere in assoluta consapevolezza e libertà. Ho sempre ritenuto l’antica alleanza un rapporto di sudditanza tra Dio e l’uomo, infatti ad Abramo, per provarne la sottomessa fedeltà, viene ordinato di sacrificare Isacco, figlio unico avuto in tarda età, mentre la nuova alleanza è un rapporto tra il Padre e tutti i suoi figli, gli “amati dal Signore” e non più solo quelli “di buona volontà” come recitava il vecchio  Gloria. Se non è così, ho sbagliato tutto  e chiedo sinceramente perdono per aver parlato delle mie confusioni col rischio di trasmetterle ad altri.
Lasciamo al moscovita arcaico patriarca preferire lo spirito dell’antica alleanza che distingue ed invoca la guerra “giusta” e le conseguenti stragi di innocenti inermi ed estranei ai giochi di potere, nella speranza che trovi il coraggio di aprire gli occhi della mente e del cuore e si liberi dalla subdola sudditanza del padrone terreno. 



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