N° 6 - Giugno 2022
AMORE e POTERE
di Antonio Ratti

                                                

 L’amore è potere. Il potere di possedere l’oggetto ambito, come di amare la persona desiderata, di determinare un progetto comune di futuro e di aspirazioni condivise, di stabilire il comune denominatore degli obiettivi da perseguire, di uniformare il quotidiano, le piccole decisioni della vita a due e quelle importanti: sempre nella convinzione della totale buonafede di operare al meglio per la coppia che nasce. Tutto vero, accettabilissimo, anzi, auspicato ed auspicabile, vagheggiato e sognato.
Ma, in concreto, ogni azione, dovendo muoversi sul sottile, fragile, instabile, impercettibile filo dell’equilibrio delle varie componenti che costituiscono un rapporto e sul mix migliore degli elementi che intervengono nel percorso di coppia, necessita di costante controllo, tanta sensibilità e dialogo permanente.  In caso contrario, ecco emergere l’ansia di predominio, il desiderio di primeggiare e di ritenersi il più indicato a proporre idee, contenuti, indirizzi, obiettivi, scelte.  Il soliloquio funesto.  Schematicamente prendono corpo così le disastrose crisi della coppia.  Se l’amore di coppia che scoppia, scatena sconquassi – molto frequenti nelle nostre moderne società -  diventa più comprensibile immaginare il quadro che può proporsi quando prevale come obiettivo esistenziale l’amore single, che altro non è che l’amore per se stessi, cioè, la voglia di emergere comunque, il potere per il potere; ovvero, i poteri forti, le dittature.  Può sembrare una forzatura, ma l’amore e il potere sono entrambi giochi che richiedono, come causa scatenante, sempre l’agire di almeno due giocatori responsabili, le cui conseguenze, nel bene e nel male, tendono ad allargarsi, ad estendersi a soggetti terzi, protagonisti casuali, spesso vere vittime incolpevoli: la persona trafitta dall’abbandono così come un popolo tradito nelle sue aspirazioni più elementari, quali serenità, dignità, prospettive di futuro migliore.  Odio e amore, diceva Catullo, sono sentimenti estremi, antagonisti, eppure divisi da un esile confine debolissimo: basta il saltino della quaglia per scatenare l’irreparabile. Se all’amore-potere affianchiamo altri convincimenti di tipo messianico, si aprono scenari inquietanti.

Il morboso attaccamento al clan di appartenenza, la fede intesa come forza etnica di riscatto, il sequenziale bisogno di rivalsa da millenarie sudditanze politico-culturali ed economiche, si prestano ottimamente quali plausibili alibi per dare un senso a fuorvianti ideologie di potere, a soprusi sulla libertà e la dignità della persona, a ingiustizie indegne per esseri intelligenti e credenti.  Dio, chiamato a testimone plaudente di azioni stracolme di odio, rappresenta l’acme della follia e stupidità umana. Non è una novità, ma assistiamo ad un vero ritorno di fiamma in vaste aree del pianeta di siffatto concetto della divinità creatrice. Miseria, arretratezza culturale ed ignoranza costituiscono il miglior veicolo (ed anche combustibile) per la diffusione di ogni forma di integralismo religioso, fanatico e cieco. Basta la guida di poche menti perverse. I missionari dell’odio in nome di Dio, profeti della guerra santa, sono ben noti da tempo ed erano estremamente contagiosi nel propagandare idee di morte anche quando, per contingenti – si pensava! -  e poco edificanti convenienze, venivano coccolati, protetti ed aiutati nel loro nefasto operare.  Oggi, il principio di causa-effetto pretende il pagamento con gli interessi di quelle leggerezze. Chi di spada ferisce, di spada perisce, mi pare abbia detto qualcuno che conosceva bene il mondo ed i suoi abitanti.  Ora la frittata è fatta: che almeno una volta la storia possa essere maestra. Inutile dirlo! Sono fortemente pessimista.

                             La Spezia, 01-04-03                                        

 

        NOTA. Anni addietro avevo scritto, con un po’ di timore, che l’homo sapiens sapiens, in realtà è solo habilis habilis.  Il famoso psichiatra, prof. Vittorino Andreoli, per l’Editore Rizzoli, in queste settimane ha pubblicato un libro dal titolo: Homo stupidus stupidus. E’ una foto di eccellenza sulla condizione dell’uomo moderno, vip e non, istruito e non.                        
La Spezia 11-9-2018


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