N° 6 - Giugno 2022
LA NATIVITA’ E LA BIOGRAFIA DI MARIA
di Antonio Ratti


In ebraico: Myrhiàm; in aramaico: Maryàm ; in greco: Mariam;  in arabo: Maryam.        
E’ venerata come Theotòkos  ( Madre di Dio ) da cattolici e ortodossi dal  Concilio di Efeso del 431 e riconosciuta come arricchita di Verginità perpetua dal Concilio di Costantinopoli II del 553 sulla base delle ultime volontà di Gesù che dalla croce affida Maria all’apostolo Giovanni dicendo: “Ecco tua madre.” Per l’alto senso di appartenenza alla famiglia tipico della cultura ebraica, se ci fossero stati altri figli è implicito che la cura della madre sarebbe andata a loro. A conferma, non dimentichiamo che per tutelare l’unità del clan familiare, il minore era tenuto a sposare la moglie del fratello maggiore nel caso fosse rimasta vedova.
Il Corano le dedica una Sura e dall’Islam è ritenuta la madre vergine del profeta Gesù.
L’estrema difficoltà di scrivere una biografia attendibile di Maria è dovuta alla scelta, del resto più che corretta, degli Evangelisti di raccontare – in modo succinto, a volte solo accenni – la sua presenza e il ruolo, direi, istituzionale sempre vicino al figlio Gesù:l’annunciazione, la nascita, la fuga in Egitto, il ritrovamento del dodicenne Gesù nel Tempio che discute con i dottori, le nozze di Cana, inizio dell’attività pubblica di Gesù, la crocefissione e la costante presenza nel Cenacolo come collante per i disorientati discepoli.
Non interessa la vita privata, l’obiettivo è evidenziare l’attiva partecipazione di Maria al piano di salvezza  che Gesù sta ponendo in essere nel suo breve passaggio terreno. Maria appare consapevole della necessità dell’incarnazione di Gesù, perché si possa compiere il progetto di salvezza predisposto dal Padre, fin da quando risponde all’Angelo: “Ecco l’ancella del Signore, sia fatta la sua volontà.”  E’ del tutto secondario come Maria trascorra le sue giornate: il gossip non aggiunge nulla, offre pruriginose curiosità, insostenibili tesi e distrae soltanto. Comunque, non dovremmo discostarci troppo dal vero, se immaginiamo Maria una solerte casalinga impegnata ad accudire i suoi due uomini: Giuseppe e Gesù.
Dov’è nata Maria? Prima incertezza. Il Protovangelo di Giacomo sostiene a Gerusalemme presso l’attuale Porta dei Leoni dove sono i resti della piscina di Betzaeta. Oggi in questo luogo sorge la basilica di S. Anna, costruita nel XII secolo dai crociati. Lo stesso vangelo apocrifo ci dice che Maria è nata da Gioacchino e Anna, ormai anziani senza figli, che a sei mesi ha imparato a camminare, che da 3 anni fino a 14 è vissuta presso il Tempio nella casa dove risiedevano le donne addette ai servizi.  
Racconta ancora che, raggiunta con i 14anni l’età di matrimonio, il sommo sacerdote ordina a tutti i celibi della stirpe di Davide di presentarsi al Tempio con le loro verghe: il proprietario del bastone che fosse fiorito e dal quale fosse uscita una colomba sarebbe diventato lo sposo di Maria.
Anche Giuseppe, ligio alle disposizioni dell’autorità religiosa, si presenta, ma non consegna la sua verga. Il sommo sacerdote, avvertito del fatto da Dio, sceglie Giuseppe. Razionalmente la storia non regge e lascia alquanto perplessi. In realtà, Gioacchino è un piccolo agricoltore di Nazareth che periodicamente, per le sue nobili origini davidiche, svolge i compiti del basso clero nel Tempio: è molto probabile che durante i suoi servizi religiosi risiedesse a Gerusalemme e, quindi, anche Maria frequentasse le donne del Tempio, ma la loro residenza è nel paese della Galilea, dove avviene l’incontro con l’Angelo.             
Altro rebus: in casa o alla fonte dove Maria si reca ogni giorno? Presso la fonte, ancora oggi attiva, è stata eretta una chiesetta che ricorda l’annuncio angelico. Presumibilmente non siamo lontani dalla realtà.
Il matrimonio ebraico è un contratto predisposto dalle due famiglie, così Maria si trova “promessa sposa” ad una persona molto più anziana di lei, appartenente alla casa di Davide, come Gioacchino. Stipulato il contratto (quinyan = acquisto della fidanzata ) e pagato dal padre della sposa il ketubbah ( = pegno o caparra ) la donna passa dalla potestà paterna a quella del fidanzato che, in determinati casi, può ripudiarla. Il matrimonio vero e proprio con la coabitazione e convivenza avviene un anno dopo. E’ durante questo periodo che a Nazareth si verifica l’annuncio dell’Angelo sulla volontà divina e la gravidanza di Maria, che dava a Giuseppe il diritto di ripudiarla o denunciarla come adultera con la conseguente lapidazione. E’ noto perché Giuseppe non si avvalga dei diritti che la Legge gli consente: anzi, entra responsabilmente e con grande disponibilità e delicatezza nella vita di Maria e di Gesù.
Maria è nata davvero l’8 settembre? La risposta sibillina è no. Per le feste liturgiche vengono scelte le date in base ad avvenimenti legati a ciò che si vuole celebrare: la natività si celebra l’8 settembre per ricordare il giorno della dedicazione alla Beata Vergine della basilica di Sant’Anna a Gerusalemme, edificata nel XII secolo dai crociati ( come già detto ) nel luogo dove, secondo la tradizione, risiedevano quando erano in città i genitori Gioacchino e Anna; così, come l’Assunzione si celebra il 15 agosto per ricordare l’anniversario della dedicazione della prima chiesa in Gerusalemme a Maria o come  l’Annunciazione che è ricordata dal calendario liturgico il 25 marzo per giustificare i nove mesi di gravidanza che scadono il 25 dicembre. Curiosità: inizialmente Annunciazione e Natività erano festeggiate insieme alla fine di marzo.
Quanto ha vissuto dopo la crocefissione di Gesù? Un testo antico, dei primissimi secoli del cristianesimo, abbastanza attendibile, perché concorda con altre fonti, ci dice: “Due anni dopo che Cristo aveva vinto la morte ed era salito al cielo, Maria iniziò a piangere nel rifugio della sua stanza”, come a dire che era consapevole di vivere gli ultimi suoi giorni terreni. Facendo due conti, Maria al momento della morte aveva 50anni; infatti, se consideriamo che ha concepito Gesù a quattordicianni, che lo ha partorito a quindici ( età normale per le consuetudini dell’epoca in Asia Minore ) e che Gesù è morto a trentatre anni, il totale è cinquanta, età che corrisponde alla vita media delle donne di quell’epoca e di quel territorio.
Altra domanda: dove è vissuta? E’ certo che, nella dispersione degli apostoli per diffondere la nuova fede, Maria abbia seguito ad Efeso, nella Turchia nord-occidentale, Giovanni, intento a dar vita ad una comunità cristiana.
Nel XVIII secolo la beata suora tedesca Anna Katharina Emmerich ( 1774 – 1824 ) a seguito di visioni “vide” sulla collina  “dell’usignolo”, ai margini della città, la cappella Meryem Ana Evi ( casa della madre di Dio ) che sarebbe stata la casa di Maria e dove sarebbe morta. In loco la mistica tedesca ha trovato realmente i ruderi che con impegno inizia a restaurare e che oggi sono oggetto di particolare venerazione e frequentazione. Sulla veridicità di questa tesi non ci sono documenti storici, anzi gli scavi archeologici hanno dimostrato che la cappella è datata sicuramente al VI  secolo, quindi di molto posteriore. Nessuno vieta di pensare che quella cappella sia sorta là dove la tradizione popolare indicava il luogo della dimora di Maria durante la sua permanenza ad Efeso.
L’altra  tradizione che fa finire i giorni terreni di Maria a Gerusalemme sul monte Sion, dove abitava, e che la vede sepolta nel luogo in cui oggi si trova la chiesa della Tomba, nella Valle di Cedron, tradizionale luogo di sepoltura, appare molto più probabile e veritiera, in quanto Giovanni lascia Efeso portando con sé Maria e torna a Gerusalemme per aiutare la comunità locale a superare alcune difficoltà, se non divergenze, e partecipare al così detto “Primo Concilio ecumenico della Chiesa” (49 – 50 d.C.) al quale partecipa anche Paolo, accolto con qualche titubanza dagli apostoli. (At 1,24). Alcuni scritti del IV secolo, che riportano racconti già presenti nel II secolo, riferiscono alcuni dettagli sulla Dormizione  e Assunzione di Maria.
Secondo queste tradizioni orali, quando Maria stava per concludere la sua presenza terrena, tutti gli apostoli, eccetto Giacomo il Maggiore, già martirizzato, e Tommaso in India (?), si riuniscono per starle vicino in quegl’ultimi momenti di vita. Un pomeriggio sereno le chiudono gli occhi e depongono il suo corpo nel sepolcro. Pochi giorni dopo, Tommaso, giunto troppo tardi per assistere alla deposizione, insiste a voler vedere il corpo, così trovano la tomba vuota, mentre si odono canti celestiali. L’analogia con quanto accaduto a Gesù è tanto evidente da rendere poco credibile il finale del racconto.
Gli ultimi giorni di vita di Maria e il suo passaggio all’eternità sono avvolti da un velo di mistero. Infatti molti teologi, antichi e moderni, e la pietà popolare sono divisi sull’idea che Maria sia naturalmente morta e poi assunta in cielo o che sia caduta in un sonno profondo durante il quale è avvenuta l’ascensione al cielo. Anche il testo che stabilisce il dogma dell’Assunzione, proclamato da Pio XII nel 1950, glissa la questione affermando: “l’Immacolata sempre Vergine Maria, Madre di Dio, terminato il corso della vita terrena fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.”
Giovanni Paolo II, nell’udienza generale di mercoledì 26 giugno 1997, alla domanda  su come sia morta la Madonna, risponde: “Morì di morte naturale, dal momento che Cristo è morto, sarebbe impossibile immaginare che la Madre abbia concluso la sua vita terrena in modo diverso dal Figlio.” “La Madonna morì come tutte le creature”. Con queste due espressioni papa Wojtyla afferma che anche la Vergine ha “sperimentato nella sua carne il dramma della morte, proprio come il Figlio Gesù” nella certezza della resurrezione come promesso dal Figlio-Dio. A sostegno della sua tesi papa Wojtyla cita tre padri della Chiesa orientale [San Giovanni di Sarug ( morto nel 521 ), san Modesto di Gerusalemme ( morto nel 634 ) e san Giovanni Damasceno ( morto nel 704 )] i quali nelle loro predicazioni parlavano della morte corporale di Maria, dal momento che “Cristo è morto fisicamente, quindi è difficile sostenere il contrario per la Madre. La Madre non è superiore al Figlio che ha assunto la morte, dandole un nuovo significato (= porta del cielo) e trasformandola in strumento di salvezza.”  San Giovanni Paolo II con queste sue affermazioni, secondo le quali Maria sarebbe morta naturalmente e poi ascesa al cielo come il figlio Gesù, escluderebbe la tesi sostenuta da teologi e dalla tradizione popolare della caduta in un profondo sonno (dormizione) durante il quale sarebbe stata assunta al cielo in anima e corpo.
Una cosa è certa: Maria è la prima creatura che ha già sperimentato ciò che accadrà a tutte le creature quando Gesù tornerà per giudicare e valutare in che misura l’uomo ha accolto la sua gratuita offerta di eternità celeste.
Nella Chiesa cattolica di rito bizantino e nella Chiesa ortodossa si preferisce il termine dormizione, anziché morte, per indicare in modo delicato e rispettoso un evento doloroso, ma naturale e comunque apportatore di salvezza, se voluta e accettata con totale dedizione come ha fatto la ragazzina Maria al messaggio dell’Angelo.
A ricordo di questo avvenimento straordinario, in Gerusalemme sorgono due chiese: quella della Dormizione sul monte Sion nel luogo della sua abitazione e quella dell’Assunzione di Maria ( più nota come la Tomba di Maria o della Vergine )  nella Valle di Cedron a pochissima distanza dalla basilica francescana dell’Agonia del Getsemani.



<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti