N° 5 - Maggio 2022
I SALMI
di Antonio Ratti


1  Le  origini.      La lettura ed il canto dei salmi nei lunghi  momenti di preghiera e di riflessione nei monasteri,  fin dal primo medioevo, ha avuto sempre notevole importanza. Nella Liturgia della Parola, dopo la 1° lettura, è presente la lettura o il canto di un salmo. Le Chiese cristiane in ogni tempo hanno prestato molta attenzione ai salmi e li hanno posti in rilievo nei loro riti, perché rappresentano un eccellente, semplice e diretto dialogo con Dio.
Per queste ragioni, sembra  cosa opportuna ricordare cosa sono e come sono nati, cioè conosciamoli come profonda espressione di fede che l’antico popolo ebraico ci ha lasciato in eredità.
Il libro dei salmi appartiene all’Antico Testamento ed è  inserito nella parte detta gli Scritti, che contengono libri di  svariati argomenti. La lingua usata è l’ebraico e la sua stesura definitiva, dopo secoli di trasmissione orale, è avvenuta in Giudea  sul finire del III secolo a.C., raccogliendo i testi di varia origine e provenienza, oltre che di più autori delle varie tribù lungo molti secoli. Il salmo più antico sembrerebbe essere il numero 104 che richiama l’egiziano “Inno al Sole” del XIV secolo a.C.  Il libro dei salmi è composto da 150 capitoli, ognuno dei quali contiene un solo salmo o inno di vario genere: lode, supplica, meditazione sapienziale. Il libro è incluso nei Libri sapienziali ed è detto “ Salterio” o Lode. In principio il singolo salmo era un inno ( accompagnato da strumenti musicali di origine pastorale come il saltèrio ) cantato nei luoghi sacri. Col tempo si formano piccole raccolte che nel III secolo a.C. diventano il Libro dei Salmi. Nel libro delle Cronache ( Antico Testamento ) si dice testualmente: “Davide e tutto Israele facevano festa davanti a Dio, a tutta forza, cantando e suonando cetre, saltèri, timpani, cembali e trombe.”  L’Antico Testamento menziona diversi casi di solenni cerimonie di festa e di preghiera, in cui l’intero popolo eletto si raduna davanti al re per ringraziare Dio, adorato come Signore degli eserciti e Re d’Israele, dopo una vittoria in battaglia o un evento di particolare importanza. La maggior parte dei salmi inizia con un versetto introduttivo che a volte indica il possibile autore o le circostanze che ne hanno indotto la stesura, da qui la tradizione che ne attribuisce a Davide la composizione.  In realtà sono il prodotto di vari autori e cominciano ad essere trascritti nel Vi secolo a.C. Siccome il regno davidico  è tra il 1000 e il 900 a.C., i testi attribuibili a Davide  sono stati preservati per secoli dalla tradizione orale.  La critica moderna, analizzando le intestazioni di ogni salmo e i diversi elementi stilistici, ritiene di aver individuato, oltre a Davide, diversi  autori come Mosè, Salomone, i figli di Core, ed altri, mentre molti vengono definiti “orfani”, perché l’autore non è identificabile. Il salmo 79 ( numerazione ebraica, diversa da quella della Bibbia dei 70 in greco ) è un lamento per la distruzione del Tempio e di Gerusalemme da parte di Nabucodonisor II, quindi è stato scritto quattro secoli dopo Davide. Possiamo, in conclusione, dire che i salmi sono un’opera corale che si forma lentamente attraverso più secoli e che viene codificata in modo definitivo quando si dà forma scritta anche all’Antico Testamento.  La suddivisione dei salmi si può fare per genere letterario e contenuti: Inni, Suppliche, Ringraziamenti.

Gl’Inni  hanno una struttura abbastanza simile tra loro: iniziano con una esortazione a lodare Dio specificando i motivi di questa lode e si concludono con una preghiera.
Le Suppliche   manifestano la sofferenza e i lamenti per una situazione grave o un evento doloroso. Iniziano con una invocazione e un grido di aiuto a Dio e terminano con una preghiera.

I Ringraziamenti    esprimono la gioia per la grazia ricevuta e la gratitudine verso Dio sempre pronto a venire in soccorso della sua creatura.  Questo tipo di salmi, come del resto gli altri, possono essere individuali e collettivi.
Indiscusso è il grande valore spirituale che i salmi hanno avuto presso il popolo ebreo, ma anche presso tutte le fedi legate al monoteismo ebraico, cioè cattolici, ortodossi e le altre Chiese cristiane.

Non va sottovalutato il grande valore poetico che esprimono. Sono vere poesie stilisticamente originali con una metrica del verso che le rende perfettamente  idonee al ritmo del canto. I salmi sono poesia e canto esclusivamente religiosi, ma tutte le coeve civiltà e culture del Mediterraneo orientale davano molta importanza ad esprimersi col canto: basta ricordare l’aedo per eccellenza, Omero, che cantava i suoi poemi nelle regie  delle polis greche.
Concludiamo questa 1° parte con il Salmo 1, attribuito unanimemente  a Davide:

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,

non resta nella via dei peccatori

e non siede in compagnia degli arroganti,

ma nella legge del Signore trova la sua gioia,

la sua legge medita giorno e notte.

E’ come albero piantato lungo corsi d’acqua,

che dà frutto a suo tempo:

le sue foglie non appassiscono

e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,

ma come pula che il vento disperde;

perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio

né i peccatori nell’assemblea dei giusti,

poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti.

Mentre la via dei malvagi va in rovina



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