N° 1 - Gennaio 2019
Diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

Sabato 1 dicembre - Come ogni primo sabato del mese, ci aspetta un appuntamento molto importante al quale cerchiamo di non mancare: il Pellegrinaggio Mariano mensile che oggi ha come meta la bellissima Chiesa della S.S. Annunziata di Ceparana.
Noi partiamo con l'autobus noleggiato da Piazza del Municipio alle ore 6,45 e quindi in perfetto orario, accompagnati ed assistiti spiritualmente da Padre Mario, Padre Michele e Padre Domenico.
Il tragitto da compiere è abbastanza breve ed infatti l'autobus ci porta a destinazione con largo anticipo e quindi abbiamo il tempo per scambiare qualche considerazione con i presenti che sono molto numerosi.
Alle ore 8, in perfetto orario, il nostro amato Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti, dà inizio alla bellissima cerimonia con la seguente esortazione: "Carissimi, siamo ormai all'inizio di un tempo santo che è l'Avvento. Tempo in cui la Chiesa, Madre sollecita, ci richiama a vivere la vita nell'attesa, non di qualcosa di indefinito, ma di una persona ben precisa: Gesù Verbo Incarnato. Egli verrà un giorno nella gloria, ma viene ogni giorno a noi nelle circostanze, situazioni, nel fratello che incontro, nella liturgia .... dove Lui agisce, opera. Veniamo richiamati quindi ad una vigile attenzione per non sciupare la vita che viviamo nella quotidianità, a vivere nel silenzio per ascoltare ed accogliere il Signore. Chi più di Maria SS. è stata attenta e vigilante? Noi siamo qui per chiederlo per ciascuno di noi, ma vogliamo chiedere per tanti giovani, per i nostri ragazzi, perché vivano con attenzione la vita così da prestare ascolto al Signore che parla loro e li invita a seguirlo. Non dobbiamo dimenticare che è vero che i giovani devono mettersi in ascolto, ma è altrettanto necessario che presbiteri e laici tutti siano personalmente impegnati in questo per costruire una comunità cristiana che diventi luogo che sia terreno fertile per far germogliare i semi di vocazione che il Signore versa a piene mani nel terreno della Chiesa. Tutti quanti dobbiamo essere impegnati in questo".
Quindi ha inizio una bellissima processione lungo le strade che attraversano Ceparana, con la recita del S.Rosario, intervallata dal canto "Maria". Giunti alla nuova Chiesa della S.S. Annunziata, viene celebrata una solenne S. Messa, arricchita da meravigliosi canti.
Molto toccante, come sempre, l'omelia del nostro Vescovo, che di seguito riporto:
"State attenti a voi stessi!" così risuona il Vangelo di questa mattina.
È bello pensare come il Signore ci chieda di guardare la nostra vita: stare attenti a noi stessi. Sì, perché ci attendiamo le tentazioni da parte di qualcuno, gli attacchi da parte di altri, le persecuzioni, ma il vero pericolo siamo noi! Siamo noi il vero pericolo, solo noi possiamo mettere in discussione la salvezza che il Signore ci sta offrendo. Il resto può attentarla. Certamente Dio ne dà la forza per superare questo, ma la nostra vita si fonda su quel "Si" che Maria ha detto nella totale libertà e nella pienezza della grazia e che noi dobbiamo dire nella luce grande della Redenzione. Allora risuona con forza veramente il Vangelo: "State attenti a voi stessi". In fondo chi può ucciderci? Non nel corpo: quello lo possiamo fare. Chi può ucciderci nell’animo? Se andiamo bene a pensare, noi moriamo solo quando uccidiamo noi stessi, perché qualunque proposta di male, qualunque proposta di peccato, qualunque proposta di iniquità non può avere effetto su di noi finché noi non diciamo: "Mi sta bene, lo voglio". Ma a quel punto non è più qualcheduno che mi uccide; sono io che scelgo di uccidere me stesso. E allora comprendiamo come il Vangelo sia così attento: "State attenti a voi stessi" e poi dice anche dove: "Che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni": un cuore appesantito, un cuore che è fatto per amare e di fatto si trova ingolfato in altre cose. Magari non cessa di amare, ma scende il livello di quell'amore e più scende più quel nostro "Si" diventa debole, diventa fragile, diventa esposto ad essere colpito; ma non solo, ci parla anche di ubriachezza e di affanni della vita.
È ovvio che qui non sta parlando tanto dell'ubriachezza che può essere ottenuta bevendo qualche bicchiere in più. Altre sono le ubriachezze che distruggono la nostra esistenza! Quelle che il mondo, certo, quotidianamente ci propone ma che però noi, siamo onesti, quotidianamente beviamo: l'ubriachezza dei luoghi comuni, del sentito dire, dei giudizi facili.
Il Papa dice sempre: "Delle chiacchiere gratuite". Quelle ubriachezze che alla fine intorbidiscono il nostro cuore e la nostra mente e ci portano a dare giudizi che non sono improntati alla verità.
E poi quegli affanni della vita! È giusto affannarsi lì dove è doveroso per la costruzione del regno dei Cieli e per l'amore dei fratelli, ma quanti affanni in più! Quanto peso ci portiamo dietro inutilmente! È come se noi volessimo fare un viaggio, un viaggio lungo, impegnativo, però bello e nella valigia anziché porre tutte le cose di cui abbiamo bisogno, ma non di più, ci mettessimo tutto dentro.
Pensate: i mobili, gli elettrodomestici: tutto quello che abbiamo in casa, in qualche maniera, lo infiliamo nella valigia. Dopo provate a fare il viaggio! Non vi muovete neppure e, se lo fate, due passi e siete schiantati.
Ma questo noi lo facciamo nella nostra vita. Pretendiamo di muoverci appesantiti in una maniera paurosa.
Il Vangelo dice: "Ma diventa più libero", perché? Perché quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso. È bello è questo: "Vi piombi addosso all'improvviso!" In effetti Dio irrompe dentro la storia.
Potremmo dire che anche a Maria è piombato addosso all'improvviso. Mica se lo aspettava, quel giorno, di trovarsi di fronte l'Angelo che dice: "Rallegrati piena di grazia". Se fosse stata ingolfata, appesantita, avrebbe detto: "Aspetta un attimo che devo andare a parlarne con Giuseppe sennò poi Giuseppe si arrabbia, sai queste cose qua, poi devo vedere un po' quello che dicono in casa mia. Dopo devo fare due conti , due conti ben fatti perché sono mamma e devo mettermi lì, sono una moglie. Poi vediamo un po': un figlio, tirarlo su, però si può  fare. Ecco, la risposta sarebbe arrivata forse dopo qualche secolo. Noi facciamo così!
Maria non lo ha fatto, ma noi facciamo così: sì bello, ma vediamo dopo, perché sai, noi siamo persone prudenti, evangelicamente prudenti.
Essere prudenti è bello, ma qui la prudenza è usata per non dire mai il nostro sì. Siamo ingolfati. Ecco, allora è bello questa mattina che insieme preghiamo Maria perché, come mamma, ci insegni ad essere più liberi, ci insegni ad essere più attenti, meno ingolfati, meno ubriachi, meno appesantiti e più capaci veramente di guardare alla nostra vita con sincerità. Allora scopriremo che il Signore entra non per condannare ma per salvare e forse, anzi certamente, Lui è preoccupato della nostra salvezza. Noi mica sempre siamo preoccupati. Noi abbiamo paura di finire all'inferno: questo sì, ma non abbiamo la gioia di essere salvati. Ma è possibile?
Si dice: "Ho fatto un peccato, devo confessarmi, sennò finisco all'inferno". Bravo! È vero, è teologicamente corretto, ma non è evangelicamente bello. Io devo avere la gioia di essere salvato.
Che bello incontrare il Signore nella gioia di essere salvato!
"L'anima mia magnifica il Signore".
Ecco, questa mattina noi vogliamo fare questo per prepararci bene ad iniziare bene l'Avvento. Oggi pomeriggio, con i primi Vespri inizia l'Avvento, per chiedere al Signore vocazioni sacerdotali, perché è un dono grande di cui abbiamo bisogno, ma dobbiamo farci carico della preghiera: "Pregate il Padrone della messe " e per chiedere di essere veramente discepoli più gioiosi, meno appesantiti, certamente non ubriachi, fondamentalmente disponibili a dire:
"Ecco sono la serva del Signore si compia di me la tua parola".
Accogliamo così questa pagina di Vangelo che, letta simpaticamente, forse è meno appesantita dal linguaggio dell'epoca, ma è più profonda dentro la nostra vita perché può scendere fino in fondo e può metterci in discussione, e lasciamoci mettere in discussione, perché il Signore nulla toglie, ma tutto porta alla perfezione".
Sabato 8 dicembre - oggi si celebra la ricorrenza di un grande avvenimento, fondamentale per tutta l'umanità. "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te". Così l'angolo saluta Maria che offre Se stessa:"Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola".
Amata da Dio, piena di grazia, Maria è al di sopra di ogni creatura.
Mai è stata toccata dal peccato e, nel pregare con le parole dell'Angelus, noi confermiamo il nostro stupore davanti all'opera di Dio in Maria. Per Immacolata Concezione intendiamo infatti riferirci a Maria, la madre di Gesù e madre nostra, nata immune dal "peccato originale". Questa verità è stata fissata in dogma e cioè in "verità di fede"l'8 dicembre 1854 da Pio  IX . Con Lei diventa realtà "l'assoluta ostilità stabilita da Dio tra la donna ed il demonio" e fin dal Suo concepimento non è contaminata dalla macchia ereditaria del peccato. Con questo convincimento e con questo spirito di dedizione a Maria Santissima, ho partecipato alla S.Messa di S.Martino e poi sono corso ad Isola per dare il mio misero ma sincero contributo canoro alla Messa solenne in onore della Immacolata Concezione.
La Chiesa è stracolma di fedeli che Le sono molto legati. Anche la Corale, diretta da Nicoletta, è quasi al gran completo.
Molto profonda l'omelia di don Carlo che di seguito riporto: "È molto bello oggi incontrarci qui, tante famiglie in questa piccola Chiesa, il bel canto. Abbiamo già preparato il Presepe. I bambini ci ascoltano.
Ed oggi è una festa particolare. Forse tanti potranno anche dimenticarla, però noi no perché siamo qui ed è bello. Grazie! È un grazie che nasce proprio dal cuore.
Perché dico questo? Perché oggi la Chiesa ci dice in questo percorso di Avvento, in preparazione del Natale, che dobbiamo guardare al volto di una donna, di una mamma speciale. La Chiesa La chiama Immacolata Concezione, una parola molto difficile.
Pensate che questa prima parola è stata detta dalla Madonna ad una bambina molto piccola e questa bambina non sapeva che cosa volesse dire ed è stata proprio questa bambina che ha dato inizio a questo evento meraviglioso. Già a quel tempo, come ai tempi di Gesù , vi ricordate  che si diceva ai bambini: "Non disturbate il Maestro", eppure ecco la cosa più bella: la grande verità si manifesta per mezzo dei più piccoli. È bello è? La più grande filosofia, la più grande sapienza, le più grandi cose hanno gli occhi semplici.
Francesco di Assisi lo aveva capito. Ecco perché offre il primo presepe. Che cos'è il Presepe? È la nostra vita. È la mia casa, la tua casa, ci sono i miei amici, i tuoi amici. Ci sono coloro che nella vita hanno avuto tanta fortuna, coloro che sono pronti a donare la vita, ci sono persone molto sane, i bambini che giocano e però ci sono anche dei malati. Ci sono anche persone che vogliono nascondersi nel buio perché vorrebbero far qualcosa di male: ci sono anche loro perché camminano con noi. Però il Presepe illumina anche gli angoli più oscuri del cuore dell'uomo, non con l'arroganza o con un bastone, ma attraverso l'immagine di un innocente, un bambino che ti guarda e ti dice: "Ti voglio bene", non un bene detto così, ma un bene che sarà una fedeltà unica fino alla fine. Oggi la Chiesa ci dice: "Guarda questa mamma che raccoglie tutte le maternità", una mamma che però ci dice una cosa: "Non spaventatevi dell'umiltà!". Cos'è l'umiltà? L'immagine più bella dell'umiltà è proprio questo Presepe qui. L'immagine più bella dell'umiltà sono gli occhi di tuo figlio, di tua figlia, della mamma, dei nonni: l'immagine della vita è l'umiltà. L'umiltà è capacità di comprensione della cosa più bella che ti sta davanti. Tu la guardi: è bella perché è bella. È donata. Non è mia, né tua. È lì. È donata. Che bello! È la storia degli uomini. Allora noi oggi siamo nella nostra piccola chiesa per dire grazie a questa mamma.
RingraziarLa per il dono della nostra vita, per il dono della famiglia perché si è inserita la famiglia nel Presepe, per il lavoro. Pensate alla bellezza del lavoro, della salute e di tante cose belle. Ecco, il Presepe è proprio questo. Maria Santissima lo illumina e ci dice: "Guardate di diventare anche voi portatori di questa verità, attraverso tre azioni molto belle, molto semplici: la prima è che anche Maria è stata presa in contropiede perché era una bambina ancora piccola, di 12 - 13 anni. A quel tempo, a quell'età erano già grandi e Le è stato chiesto, da un annunciatore molto misterioso, di essere la madre di Dio. E Lei ha detto:"Ma io come faccio? Non conosco nessuno!". "Lo Spirito Santo scenderà su di Te. Dio Padre ti coprirà con la Sua ombra" e Lei sente nel cuore qualcosa di talmente grande e cosa dice?: "Sia fatta la Tua volontà". Lì inizia la storia della salvezza. Che bello! Una creatura che ci rappresenta e diventa Madre di Dio e con noi cammina.
Il secondo momento: voi ricordate quando Gesù è stato invitato ad un matrimonio, alle nozze di Cana e che mancava il vino, alla grande cerimonia ed il vino poteva diventare un problema se non c'era ed allora la Mamma se ne accorge. Che bello! La Mamma guarda il Figlio e Gli dice: "Guarda che manca il vino" e Lui risponde in modo molto misterioso e dice: "Che cosa mi dici? Non è ancora giunta la mia ora", ma la mamma dice ai servi: "Fate quello che vi dirà": la preghiera, quella preghiera che facciamo noi: il tuo lavoro, la tua fatica, il sacrificio, le tue parole belle, tutto è preghiera.
E il terzo momento: forse il momento più brutto, ma forse anche il più bello, quando è sopra la Croce e dice: "Io accolgo questo dolore per te , per te mamma, per te che non capisci quello che è accaduto".
Maria ci dice:"Affidati, affidati a Me. Sono una mamma speciale, non ti rimprovero, non sono arrogante, non violento la tua vita ma ti dico: accorgiti del mio sguardo che è sulla tua mamma, sul tuo papà, sul mondo che ti circonda". Ecco, chiediamo a Maria Santissima di accompagnarci in questo cammino, alla scoperta di un presepe meraviglioso: questo, ma soprattutto alla scoperta di quello più grande che sarà il giorno del Natale".
Giovedì 13 dicembre - Questa sera il gruppo interparrocchiale del Vicariato di Luni si ritrova nella Chiesa di S.Pietro Apostolo in Luni Mare per l'ora di adorazione per le vocazioni sacerdotali, che si svolge tutti i secondi giovedì del mese, a rotazione , fra le varie parrocchie del Vicariato.
Bellissime e molto profonde le orazioni e le meditazioni predisposte da don Alessandro che i fedeli delle varie parrocchie leggono con devozione.
La chiesa è gremita di fedeli, provenienti da tutte le parrocchie, per partecipare a questa sentita cerimonia, per vivere un'ora di profonda ed emozionante adorazione comunitaria.
Don Alessandro ha anche rivolto ai fedeli una breve, ma molto profonda meditazione, ricordando anche la salita al Cielo, avvenuta il giorno precedente, di un grande sacerdote, don Luigi Capitani, all'età di 88 anni e che è stato lo storico parroco di Migliarina. Don Luigi è stato il suo maestro ed il suo modello di sacerdote. Lo aveva conosciuto a Torino da lui aveva imparato ad amare il Signore e quindi gli sarà eternamente grato. Termina la sua breve riflessione ringraziando il Signore che è luce del mondo.
Al termine, il Vicario don Andrea ricorda ai fedeli che la prossima ora di adorazione interparrocchiale si svolgerà nella Chiesa di S.Maria Ausiliatrice di Isola (secondo giovedì di Gennaio).



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