N° 7 - Luglio-Agosto 2018
Dal "diario" di un parrocchiano
di Enzo

Domenica 20 maggio -
Oggi nella Chiesa di San Pietro Apostolo di Luni Mare 7 bambini e bambine ricevono la Prima Comunione in una festa davvero commovente. La chiesa è stracolma di fedeli, corsi per partecipare ad una S.Messa solenne e molto sentita. Bellissimi i canti eseguiti da un coro che si è davvero impegnato nella preparazione e nella esecuzione, diretto da una eccezionale maestra: Antonella Tronfi che, fra l'altro, ha dato prova del suo notevole talento anche come soprano, affinando i vari canti con i suoi ricamati gorgheggi, in un clima di grande commozione.
Molto profonda anche l'omelia di Don Alessandro di cui riporto i passi più importanti: " .....Come ho cercato di riferirvi, sono andato indietro, con la memoria, a quel giorno di Pentecoste di tanti anni fa quando io, era il 1978, ricevetti la Prima Comunione a Torino, nella parrocchia di mia appartenenza. Non pensiate che fossi di una famiglia devota. Era devota a tal punto che la domenica seguente non mi recai a messa. Meno andavo in chiesa e meglio era per mio padre. Però si poteva andare allo stadio!.... Ma di quel giorno lì di Pentecoste di tanti anni fa mi ricordo molto bene di tante cose ed in particolare ricordo il mio parroco, Don Luigi Cioppi, che appunto ci raccontò dell'importanza di Gesù, dell'importanza dello Spirito Santo che scendeva su tutti noi cristiani nel giorno della Cresima, ma che adesso, nel giorno della Prima Comunione, ci veniva dato sotto la forma del pane, del cibo, per poter camminare nella nostra vita di persone che vivevano da protagoniste nella loro storia.
Perché è facile cadere nel male e in quel momento nella mia parrocchia, a Torino, si verificavano delle situazioni dolorosissime.........e un ragazzo dell'oratorio venne ucciso davanti al parroco. Non era uno scherzo, anche se eravamo a Torino, in un quartiere bellissimo! In quel luogo lì, io mi ricordo l'importanza di quel momento, capii quei cavalieri che si portavano dietro un pezzo d'ostia, come è stato ricordato nel film "Il Signore degli anelli". E quel Pane lì ci veniva dato anche per affrontare tante situazioni, incominciando da quella della mia situazione familiare che era tutt'altro che facile e tante altre cose della mia vita. Vedete, io da bambino avevo un'idea strana nella testa. Poi c'è stato il liceo e tante altre cose e poi il Signore l'ha permesso. Perché io dovevo essere un "cavaliere" di Gesù: portare Gesù e la Sua parola, ma che non voleva tagliare la testa al prossimo, ma anzi voleva aiutare il prossimo.
In quel momento c'era un bambino che si chiamava Mario ed era un handicappato che io mi trascinavo sempre dietro, mentre tutti gli altri lo evitavano. Era più facile vivere con i ricchi!... Ma noi dovevamo fare questo, che erano le cose vere, serie e poi il resto era tutto un contorno anche se per i miei familiari era più il resto che contava: il ristorante, l'auto,ecc... Io però ricordo il momento e quando Don Giovanni ci diceva:"Vedete cari bimbi e voi cari genitori: ma perché Gesù non è qui vicino a me? Perché ci sono tante difficoltà, tanti problemi? E a volte ho difficoltà a pagare perfino le bollette della luce. Perché non è qui con me, non dico perché mi dia i soldi, ma almeno mi dia una parola giusta, una parola buona! Ma perché Gesù è un padre e sa che noi possiamo essere protagonisti della nostra vita. Non dobbiamo sempre aspettare le cose da Lui: possiamo farle noi stessi, essere noi cavalieri di noi stessi. Io posso farcela e, per consentire questo, Gesù si mette da parte, ma non mi lascia mai solo e quando riceverò la Cresima sarà con lo Spirito ancora più vicino a me ed ancora di più mi accompagnerà nelle strade della vita.
Io vi posso assicurare che così è stato per me, attraversando tanti momenti difficili nei quali non sapevo che pesci pigliare, anzi non sapevo neanche che esistevano i pesci, però il Signore è buono e misericordioso e ci dà il tempo, tanto tempo, per riuscire a capire quanto la nostra vita è importante, quanto sono importanti gli altri e quanto è bello e meraviglioso ciò che ci viene dato ed anche ciò che ci viene tolto perché, cari bimbi, ricordatevelo sempre: essere cristiani, comportarsi bene, mica lo si fa perché poi ci va bene! No!
Ci si comporta bene per stare con il bene, ma le "mazzolate" non verranno evitate neanche a voi, come diceva Don Zeno, il fondatore di Nomadelfia e come dicevano tutti i santi, compreso S. Francesco , che sapevano bene come vivevano e che era più facile vivere con i ricchi,... perché Dio è amore e vuole che viviamo la Sua stessa vita e come Lui stesso soffre molte volte per le incomprensioni che noi per primi abbiamo nei Suoi confronti quando prendiamo delle scorciatoie......... Oggi è per voi un giorno di festa e nei momenti di difficoltà non preoccupatevi del vostro domani perché il Signore sarà sempre con voi e se vorrete riceverLo, riceverLo è molto semplice: basta venire a Messa la domenica e partecipare con quel poco che si è... Grazie a tutti voi ed ora insieme recitiamo l'antico Credo...".
Domenica 27 maggio - Grandi festeggiamenti oggi nella Parrocchia di Luni - Isola. Infatti, nella Chiesa di Isola si celebra la festa patronale di Maria Ausiliatrice. La solennità di questa ricorrenza è stata preparata da un Triduo davvero sentito dai fedeli che hanno dimostrato profonda devozione e grande partecipazione. Davvero solenni le varie funzioni che si sono susseguite nell'arco dell'intera giornata e molto suggestive anche le funzioni serali, iniziate col canto dei Vespri e culminate con una commovente Processione, con larghissima partecipazione di fedeli, attraverso le strade fino all'estremo confine orientale della parrocchia.
Molto profonda l'omelia di Don Alessio Batti che, partendo dalla vittoria riportata dalla Lega Santa sugli ottomani a Lepanto, continua: ".... e Maria, con il titolo di Ausilium Cristianorum - Aiuto dei Cristiani - fece il miracolo: ottenne il miracolo. Questo titolo venne ancora utilizzato, e finalmente fu introdotto nelle Litanie Lauretane, da Papa Pio VII quando fece ritorno a Roma dopo la deportazione di Napoleone ed infine questo titolo fu utilizzato da S.Giovanni Bosco che a Maria Ausiliatrice consacrò tutta quell'opera colossale che è stata la Sua vocazione al servizio dei giovani. Allora, vedete, Maria è Colei che porta la speranza laddove con le nostre sole forze non possiamo sperare. Maria è colei che ci invita a sperare anche quando tutto sembra andare in una direzione opposta. E questo perché? Questo lo capiamo proprio in questa concomitanza, provvidenziale per certi versi, che ha voluto la festa di Maria Ausiliatrice oggi in concomitanza con la Santissima Trinità in questa parrocchia.
Perché Maria è "Aiuto dei cristiani"? Perché Maria ci invita a sperare? Perché Maria fondamentalmente è il tempio della Santissima Trinità. Chi più di Lei, fecondata dallo Spirito, che ha portato in grembo il Figlio, che si è resa Serva del Signore, chi più di Lei può essere un autentico aiuto per i cristiani? Maria è aiuto dei cristiani poiché è tutta colma di Grazia e aiuto dei cristiani perché lo Spirito Santo dimora in Lei in modo perfetto.
Oggi dicevo nell'omelia che ciascuno di noi è tempio dello Spirito Santo in virtù del Battesimo, ma quanti ostacoli la nostra anima frappone all'azione dello Spirito! Questo tempio delle Spirito Santo, che siamo noi, quante volte è sporco! Quante volte è in disordine!
Quante volte non è degno di accogliere questo dono straordinario!
Ecco, Maria è un tempio limpido dello Spirito Santo. È un tempio intatto, è un tempio dove l'azione dello Spirito Santo può spiegare tutti i suoi effetti senza il minimo ostacolo. Addirittura sarà fecondata dallo Spirito Santo! E allora, in questa festa, credo che sia bello invocare Maria proprio portando a Lei tutte le speranze che abbiamo nel cuore, consapevoli che con le nostre sole forze non possiamo fare niente, ma anche consapevoli che il Signore ci ha dato in Maria l'ausilio, l'aiuto, per ottenere ciò che Egli vuole da noi. E noi sappiamo, perché questo c'è lo ha detto il Signore, che tutto quello che noi chiediamo, secondo il volere di Dio, Egli ce lo concederà. Molte volte noi chiediamo e non otteniamo perché, dice Agostino, senza rendercene conto chiediamo cose che sono contrarie al volere di Dio.
Allora, che Maria ci faccia cogliere qual è il volere di Dio nella nostra vita! Ce lo faccia cogliere, ce lo faccia amare e ci aiuti ad attuarlo! Solo così potremo vivere veramente la nostra vocazione cristiana. Sia lodato Gesù Cristo ".

Giovedì 31 maggio -
Questa sera, alle ore 21, ho raggiunto il Santuario di N.S. del Mirteto, insieme a Gabriella ed Anna che, come tanti altri devoti a Maria SS.ma, sono corse a pregare la nostra Madonna del Mirteto.
L'appuntamento è molto sentito perché si solennizza la chiusura del mese mariano.
Molto commovente, come sempre, la processione che ha portato i fedeli, muniti di candele accese, dalla Chiesa di S.Lorenzo fino al Santuario dove si è celebrata una S.Messa davvero solenne. Sono presenti tutti i parroci del Vicariato e la S.Messa è impreziosita dai bellissimi inni sacri in onore di Maria Santissima, eseguiti dalla Corale di S.Giuseppe, diretta da Piergiuseppe.
Molto profonda l'omelia tenuta da Padre Lorenzo di Bocca di Magra che di seguito riporto:
"Le letture che abbiamo ascoltato sono la conferma di come la parola di Dio sia davvero un tesoro inesauribile da cui trarre delle perle preziose per la nostra vita. La parola di Dio che abbiamo ascoltato, così bella, così ricca, è una sorgente zampillante di acqua fresca, cui andare per dissetarci, per dissetare quella sete che sentiamo dentro, ognuno di noi sente dentro.
E al termine del mese di maggio, come tradizione, festeggiamo la visitazione, la visita di Maria ad Elisabetta: Maria ed Elisabetta, due donne benedette dal passaggio di Dio. Dio opera in loro grandi cose. Dio Le colma di gioia ed è proprio la gioia il dono che sia Maria che Elisabetta ci consegnano alla fine di questo mese, un dono: la gioia, che nasce proprio dal loro incontro. Lo abbiamo sentito nel Vangelo. Che tipo di gioia allora ci consegnano queste due donne benedette da Dio? Elisabetta ci consegna la gioia come stupore: a che debbo che la Madre del Signore venga a me? È come spiazzata dalla gioia di questo incontro, ma è capace di accogliere questa gioia perché è ancora capace di stupirsi, di meravigliarsi, nonostante l'età non sia più giovane: è avanti negli anni nonostante il ripetersi della vita che a volte anche per Elisabetta sarà stato ripetitivo, noioso.
Ecco, Elisabetta ci consegna la gioia come stupore. Dobbiamo tornare a stupirci anche noi nella nostra vita e quando le cose ci capitano, soprattutto le cose che non vanno, siamo soliti dire:
"Perché a me? Perché mi è capitata questa sofferenza? Perché mi è capitato questo dolore? Elisabetta ci invita, ci ricorda, ci sprona anche a farci questa domanda anche in un momento di gioia, quando le cose vanno bene. Perché a me? A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me? Torniamo allora a stupirci perché se perdiamo questa capacità del cuore, di stupirci, di meravigliarci, ecco il rischio è che perdiamo tante occasioni che il Signore ci offre nella nostra vita. Ma poi Elisabetta ci consegna anche una gioia che è moltiplicata perché noi cristiani lo sappiamo: quando gioiamo per qualcosa e condividiamo questa gioia, noi non perdiamo questa gioia, anzi la gioia si moltiplica. La matematica di Dio è diversa dalla nostra matematica: quando noi dividiamo qualche cosa sembra che perdiamo qualche cosa, invece nella matematica di Dio condividere qualcosa è dividere con gli altri.
Ecco che la gioia in questo caso si moltiplica. E la gioia di Maria che ci insegna questa sera? Che tipo di gioia è? È la gioia per l'incontro con l'altro. Maria sembra attendere e desiderare questo incontro con Elisabetta: parte di fretta, ma non è la fretta delle nostre giornate. Noi siamo sempre di corsa nello sbrigare tutte le attività, gli impegni che abbiamo in agenda; ma è la fretta che è premura verso l'altra. È un prendersi cura dell'altro o dell'altra. Ma la cosa più bella che Maria ci insegna questa sera è un canto: un Magnificat. Gli esegeti, quelli che studiano la Bibbia, fanno notare che il Magnificat è uno splendido ricamo di tante situazioni dell' Antico Testamento, di tante preghiere anche di altri che Maria fa proprie e cuce. Il Magnificat è uno splendido ricamo e mi sembra una bella immagine questa, con cui salutare questo mese, perché Maria dice a me, e dice anche a voi. che dobbiamo imparare a diventare esperti del cucito, non in senso manuale. Fra voi ci saranno sicuramente signore esperte nel cucire, ma spiritualmente dobbiamo essere esperti nel cucito, cioè cucire insieme, quotidianamente, tutto ciò che facciamo, tutto ciò che siamo, per comporre anche noi il nostro Magnificat e c'è un segreto che la parola di Dio, il Vangelo in modo particolare ci insegna per vivere e custodire la gioia come stupore, la gioia per l'incontro dell'altro e la gioia come canto. Il Vangelo finisce così:"Maria rimase con lei circa tre mesi". Ecco, il segreto del vivere tutto questo per custodire la gioia è la serialità della nostra vita; è la quotidianità della nostra vita, la quotidianità che è il più bel canto che noi possiamo offrire al Signore, a Dio, quell'Onnipotente che ha fatto grandi cose in Maria ed Elisabetta, ma che farà grandi cose anche in noi se Lo lasciamo agire. Così sia".

Domenica 3 giugno -
Tutti gli anni la Festa del Corpus Domini viene solennizzata con una partecipata processione interparrocchiale che a turno viene programmata nelle singole parrocchie. Quest'anno sede della importante cerimonia è la parrocchia di S.Giuseppe e S.Martino.
Alle ore 20, nella Chiesa di S.Martino i fedeli si riuniscono in preghiera per l'Esposizione del SS. Sacramento ed alle ore 20,45 vengono celebrati i Vespri. Alle ore 21 ha inizio la tradizionale processione del Corpus Domini che guida i fedeli in preghiera fino a S.Giuseppe. Veramente numerosi sono i fedeli che partecipano e quindi la Chiesa di San Giuseppe non riuscirebbe a contenerli tutti e per questo la cerimonia viene svolta all'aperto, nell'attiguo "campetto", appositamente attrezzato.
Molto intensa la celebrazione della benedizione, arricchita dai bellissimi canti dei fedeli di tutte le parrocchie, accompagnati all'organo da Nicoletta e con l'esposizione dell'Ostensorio.
Molto profonde le riflessioni sulla festa del Corpus Domini, pronunciate dal parroco, Padre Michele, che di seguito riporto: "Carissimi fratelli e sorelle: oggi è la Festa del Corpus Domini; solennità del Corpo e del Sangue del nostro Signore Gesù Cristo. E noi siamo chiamati ad adorare questa presenza reale di Gesù nel Santissimo Sacramento dell'Altare. È giorno di ringraziamento per questo grande dono, messo a nostra disposizione ogni volta che celebriamo e partecipiamo nella Santa Messa.
Nel Medio Evo, un vasto movimento di devozione popolare aveva preceduto l'istituzione della festa del Corpus Domini. Fu così che Papa Urbano IV nel 1264 istituì ufficialmente la festa per tutta la Chiesa Universale. Nel l'intenzione del Papa vi era lo scopo di rinnovare la fede del popolo cristiano nell'Eucaristia.
L'Eucaristia è il memoriale del dono che Gesù Cristo fa della sua vita per il mondo. È il prolungamento sacramentale dell'incarnazione e della presenza viva e reale del Risorto. In questo dono Cristo si fa pane per alimentare tutta la nostra vita e ci offre il Suo sangue versato per la redenzione di tutti e di ognuno in particolare. Nella celebrazione noi annunciamo la morte di Cristo, proclamiamo la Sua resurrezione ed esprimiamo la nostra volontà di vivere in attesa della Sua venuta nella gloria.
L'Eucaristia è sacramento, segno e realtà dell'alleanza definitiva,nuova ed eterna di Dio con il Suo popolo, stabilita nel sangue del Suo Figlio amato, Gesù Cristo.
- L'Eucaristia è il sacramento che rinnova ed accresce l'unione profonda con Cristo, maturata nel Battesimo e alimenta la comunione con la Trinità:
-è pegno d'immortalità: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò nell'ultimo giorno".
- È nutrimento che ci rende capaci di vivere d'amore e di compiere le opere di bene delle quali Gesù ci ha dato testimonianza.
- È presenza costante e silenziosa, garanzia che non siamo mai soli, occasione per ravvivare il nostro personale rapporto di amicizia e di amore.
Nell'Eucaristia si eleva il ringraziamento costante di tutta l'umanità a Dio per mezzo del Suo Figlio per la creazione, per la redenzione, per l'effusione dello Spirito Santo.
Carissimi, il Corpus Domini è il cuore pulsante che dà vita a tutto il corpo mistico della Chiesa: un corpo tutto basato sul legame spirituale con Cristo.
La celebrazione dell'Eucaristia unisce nel presente, passato e futuro:
- Il passato non può essere dimenticato. I segni del pane e del vino rendono presente la consegna di Gesù per la nostra salvezza.
Celebriamo il memoriale della Pasqua di Cristo.
- Il presente coinvolge tutti coloro che si accostano all'altare per adorare il corpo di Gesù Cristo. E ci viene chiesto l'impegno a mantenerci uniti nel Corpo di Cristo che è la Chiesa.
- Il futuro ci orienta alla manifestazione gloriosa di Gesù Cristo. L'Eucaristia ci porta a preparare la pienezza del Suo regno. Rivela il valore e la ragione per vivere la nostra speranza della venuta di Gesù nella Sua gloria.
La festa del Corpo e del Sangue di Cristo ci invita a rinnovare la nostra fede nella presenza del Signore in mezzo al Suo popolo. La Chiesa afferma la presenza "in corpo, sangue, anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo". È pur vero che il Signore è presente accanto a noi ed accompagna la nostra esistenza in diversi modi:
- è presente nella parola,
- è presente quando preghiamo,
- è presente nell'uomo che incontriamo,
- è presente nella comunità dei fedeli.
L'Eucaristia grida l'umiltà di Dio. Se Dio fosse stato un orgoglioso, ci avrebbe fatto un dono completamente diverso: si sarebbe reso presente in maniera spettacolare ed appariscente. Invece no! Dio è umile! E l'Eucaristia porta il profumo della paglia di Betlemme, delle nostre giornate, delle nostre lacrime, di ciò che siamo.
S.Francesco d'Assisi si emozionava quando meditava questa verità e nelle "Ammonizioni" scrive:
"Ecco, ogni giorno Egli si umilia nella Santa Eucaristia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine Maria;
Egli stesso ogni giorno viene a noi in apparenza umile, ogni giorno discende dal seno del Padre sull'altare nelle mani del Sacerdote".
L'Eucaristia chiaramente ci dice che, senza Dio, l'uomo non si sfamerà mai: è Dio il "pane" proporzionato alla fame sconfinata del cuore umano. Ecco perché l'Eucaristia ha affascinato Madre Teresa di Calcutta al punto di farla esclamare: "Senza Eucaristia non potrei vivere un solo giorno. E senza Eucaristia non potrei portare l'amore ai poveri!".
Signore Gesù, aumenta la nostra fede nella Santissima Eucaristia!
Facci prendere coscienza della nostra povertà e apri i nostri occhi davanti al mistero del Tuo dono, che è l'unica terapia della nostra inquietudine e della nostra infelicità. Amen".



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