N° 6 - Giugno 2018
VANGELI DEL MESE: GIUGNO 2018
di Rosa Lorenzini


03 GIUGNO: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

                 (ANNO B) SOLENNITA' Mc 14,12-16.22-26

 

“Prendete, questo è il mio corpo…. questo è il mio sangue”
Queste parole recitate dal sacerdote durante la liturgia eucaristica sono un mistero e un miracolo; sono rilevatrice del fatto che il Signore è venuto a dare molto più del perdono dei peccati, ma è venuto a dare tutto Se stesso. Nell’esortazione imperativa “prendete” Gesù ci sprona ad andare oltre la preghiera, l’adorazione, la contemplazione che esprimono la nostra sudditanza nei suoi confronti. Lui desidera che ogni nostro respiro, gesto e pensiero siano a sua immagine. Lui si trasforma in noi e ci trasforma a sua somiglianza in uno sposalizio dove il progetto comune è molto più grande, più alto, più potente della collaborazione e della condivisione è compartecipazione per portare cielo nella terra, Dio nell'uomo, vita immensa in questa nostra piccola vita.

Quindi possiamo dire utilizzando le parole di San Leone Magno che “la nostra partecipazione al Corpo e al Sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo.”

 

10 GIUGNO: X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Mc.3,20-35
“Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Gli avversari di Gesù sono così prevenuti nei suoi confronti che arrivano anche a negare l’evidenza che gli impedisce di cogliere la verità e di vedere il bene. L’azione di Gesù è così sorprendente e rivoluzionaria che lascia spiazzati coloro che non credono in Lui fino ad arrivare ad attribuirla all’intervento di satana.
Ma negare esplicitamente l’evidenza diventa una bestemmia contro lo Spirito Santo, un impedimento all’accoglienza della verità, un’autodistruzione senza soluzione; poiché il contrario della luce è la notte, così come il contrario del bene è il male e per riconoscerle basta un poco di buon senso e un uso retto della umana intelligenza.
Ma quando ci si ostina a tal punto da giungere a negare l’evidenza e accusando – come fanno gli scribi con Gesù – di fare il bene perché è il Male che lo aiuta, allora, o manca il retto uso della ragione, oppure c’è nell’animo falsità, ipocrisia, malafede, finzione, doppiezza impastati con la malizia e schiavizzati dalla cattiveria al punto tale da resistere all’azione della Grazia.
Ma Gesù è il Bene che fa il bene, perché le sue parole e le sue azioni non sono in contraddizione, ma sono la coerenza salvifica che riscatta l’umanità.

 

 17 GIUGNO: XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Mc.4,26-34

La parabola di oggi ci invita alla pazienza, a lasciar perdere l'ansia, ad allontanare la paura di non riuscire a tenere tutto sotto controllo, ad abbandonare il volere a tutti i costi programmare e capire ogni cosa della nostra vita anche della nostra vita spirituale. La vita frenetica che facciamo e la nostra presunzione ci portano a pensare che le cose dipendono solo da noi, dalla nostra buona volontà: e quindi programmiamo tutto, anche il riposo. Gesù oggi ci invita a “fare il nido alla sua ombra" dopo aver faticato nel “seminare” ed ecco che la parabola diventa parabola dell'essere, del lasciarsi fare.
Se il seme è stato piantato e nel farlo hai fatto tutto quello che potevi, stai tranquillo, lascia fare al Signore riponi la tua fiducia solo in Lui. Questa è una prospettiva molto diversa dal nostro efficientismo: fidarsi e lasciare tutto in mano a Dio, credere che Dio, se lo lascio fare, opera e cresce in me è una verità ristoratrice ed appagante Quindi dopo che il seme è diventato “l’albero più grande dell’orto”, perché abbiamo posto la nostra fiducia nell’opera dello Spirito Santo e abbiamo fatto riposare la nostra presunzione, tutto sarà certo, sicuro, semplice e possibile perché avrà per obiettivo il Regno di Dio

 24 GIUGNO: NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA

                SOLENNITA' Lc. 1,57-66.80

 «Giovanni è il suo nome» e in quel nome c’è la sua vocazione:

- nasce da madre anziana e sterile come dono di Dio

- la sua venuta è preannunziata dal cielo

- la buona notizia della sua nascita provoca gioia, meraviglia e soprattutto silenzio

- il mutismo del padre Zaccaria, che si evolve in ricchezza interiore, accompagna tutta

   la gravidanza di Elisabetta e si scioglie solo quando il bambino riceve il suo nome:

   esplosione della Grazia ricevuta

- è il nome che Dio ha pensato per lui

- è un nome inatteso, improbabile, non di famiglia che rompe la tradizione ed annuncia un cambiamento

- è un nome che chiude un tempo e ne apre un altro: il tempo della nuova ed eterna alleanza che implica l’essere altro, l’essere oltre la tradizione.
Da tutto questo ha origine la missione e la personalità di Giovanni Battista:
invita alla conversione, annuncia la venuta del Redentore, è testimone di un Signore che perdona,
  battezza con acqua per preparare la via al Signore affinché Egli trovi un popolo ben disposto all’ascolto di una Parola Nuova.




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