N° 5 - Maggio 2018
Il Vangelo di maggio
di Claudia Pugnana

     

Domenica   6/05/2018 - IV° di Pasqua- anno B -  Gv 15, 9-17

Il Vangelo odierno ci propone una parte dei discorsi di addio fatti da Gesù prima della Passione. L’argomento è l’Amore che è il vincolo profondo destinato ad unire i fedeli al loro Signore, allo stesso modo con cui Gesù è unito al Padre. L’amore è necessario, non è un optional, e diventa la Legge, il Comandamento, che caratterizza il Cristianesimo.
Il verbo “costituire” (in greco étheka), usato da Giovanni nel v.16, era usato nella letteratura greca di quel tempo per indicare la costituzione di una legge. I verbi “scegliere” e “mandare “erano utilizzati nella letteratura giudaica, compresa quella biblica, per indicare la scelta e l’invio di coloro che ricevevano un mandato religioso destinato a tutta la comunità.  Il Cristiano riceve da Dio l’amore che c’è nel mondo e lo moltiplica amando tutte le creature ….  la forza ricevuta deve poi essere restituita alla Fonte. Questa è la richiesta che ci fa Gesù per poter entrare nella famiglia di Dio, per poter essere inseriti nella circolarità dell’Amore che unisce le Tre Persone trinitarie.
Rimanere nell’Amore di Gesù non è facile ….. Significa annullare se stessi e mettere Dio e gli altri al primo posto, significa fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi, significa dare la vita per i propri amici ….  Il rapporto che propone Gesù ai suoi discepoli è Philia (amore di amicizia) ma sottolinea che, per essere Suoi amici, è necessaria l’obbedienza al Suo comando.
In pratica Gesù chiede di entrare in totale empatia con Lui, di guardare il mondo con il Suo sguardo per giungere alla comprensione che quello che  comanda è l’unico Bene possibile.
Se il discepolo accetta la Sua proposta garantisce che la sua vita avrà un senso, che le sue opere daranno frutti e che quei frutti resteranno come segni d’Amore.
San Giovanni con questo brano intende dire dunque che la legge dell’Amore è la legge sulla quale è fondata la Chiesa. Precisando questo concetto san Paolo in Corinti 13 scrive che l’Amore è superiore alla stessa fede e alla speranza eterna, e che, quando alla fine dei tempi tutto sarà sparito, rimarrà solo l’Amore.

Domenica 13/05/2018 - Ascensione del Signore - Mc 16,15-20

San Marco non è, secondo gli esegeti, l’autore degli ultimi 11 versetti del capitolo 16 del Vangelo che porta il suo nome. Sembra che la parte finale del suo testo sia andata perduta e, per non farlo terminare con la frase “perché avevano paura” riferita alle donne che non avevano il coraggio di riportare ai discepoli l’annuncio dell’Angelo, siano stati aggiunti i  suddetti versetti.
Questo fatto non toglie il valore canonico e la certezza dell’ispirazione al brano evangelico di questa domenica.
L’ incontro degli Undici con Gesù risorto avviene, secondo questo Vangelo, a Gerusalemme, mentre si trovavano a tavola. Il Maestro, dopo averli rimproverati per la loro incredulità e per la loro “durezza di cuore” riguardo alle testimonianze di chi diceva di aver visto Gesù risorto, li investe del compito missionario.
Il campo d’azione degli “inviati”(= Apostoli) è “tutto il mondo” e i destinatari della loro predicazione sono tutte le creature. La Fede e il Battesimo sono i requisiti per essere salvi.
La Fede aiuterà i Cristiani a vincere contro i demoni ( scacciati nel nome di Gesù), a interagire con culture diverse (“ parleranno lingue nuove”), a superare le paure
(“ prenderanno in mano i serpenti”), a non subire danni a causa delle loro distrazioni ( bere il veleno), a guarire i malati con l’imposizione delle mani.
Quindi Gesù viene assunto in cielo e si siede alla destra del Padre.Il posto che va ad occupare era il posto che, nelle varie culture mediterranee, il sovrano riservava alla persona di fiducia : infatti chi si siede alla destra di qualcuno ha il braccio destro libero per poter, se male intenzionato, colpire a morte con un’arma chi siede alla sua sinistra. Il brano evangelico si conclude con l’inizio della missione degli Apostoli che partono e predicano dappertutto, aiutati da Gesù che coopera con loro e con i prodigi dà più forza alle loro parole.

Domenica 20/05/2018 - Pentecoste  -  Gv 15,26-27; 16,12-15

Oggi è la festa di Pentecoste, la festa che ha portato agli uomini lo Spirito Consolatore.
Lo Spirito Santo è la terza persona della Ss.ma Trinità, è l’amore che unisce il Padre al Figlio e che aiuta gli uomini a percorrere la ripida strada che porta alla santità. E’ il Paraclito, “l’avvocato difensore” degli uomini che cercano di corrispondere al progetto del Creatore. E’ “il portatore di doni “, con i quali i cristiani riescono a collaborare fattivamente all’opera di salvezza di Gesù, operando con Amore nel mondo. E’ Colui che aiuta a comprendere sempre di più e sempre meglio la rivelazione di Cristo in tutte le sue dimensioni.

Domenica 27/05/2018 - Ss.ma Trinità -  Mt 28,16-20

Il brano evangelico di oggi ci presenta un “racconto-programma”.
Si sta realizzando la promessa che aveva fatto Gesù ai Suoi
( “Quando sarò resuscitato vi precederò in Galilea” Mt 26,23) perché l’annuncio delle donne è stato accolto dai discepoli . Gli Undici vanno all’appuntamento che è fissato su un generico monte, indicato dal Maestro, nella regione che era considerata una terra abitata da gente pagana. L’incontro avviene tra il Risorto e il Suo nuovo popolo che, pur essendo formato soltanto da undici persone, non ha  ancora raggiunto una visione omogenea della Pasqua (“alcuni dubitavano”). Gesù  si avvicina ai Suoi e afferma di essere il Signore (“ Mi è stato  dato ogni potere in cielo e in terra”) e con l’autorità che il suo ruolo comporta ordina di andare, battezzare ed insegnare. I destinatari dell’opera dei discepoli sono “tutti i popoli” per cui possiamo definire la comunità dei Cristiani apostolica (poiché i discepoli vengono inviati) e cattolica (poiché destinatari sono tutte le genti). Lo scopo della missione degli Apostoli è quello di mettere in comunicazione, individualmente o comunitariamente, le persone con Cristo. Infatti il discepolo è chi ascolta Gesù e lo segue, chi si lascia coinvolgere nella Sua opera di salvezza, si lega a Lui e viene così inserito nella vita Trinitaria. Il compito della Chiesa non finisce mai, il ruolo dei primi Apostoli viene oggi esercitato dai Vescovi in virtù della Successione apostolica.
Una curiosità: Il primo Vescovo nominato fu Mattia che con la sua presenza ripristinò il numero di dodici elementi nella comunità apostolica. Il numero dodici nella cultura ebraica indica la totalità: - dodici  erano i figli maschi di Giacobbe che hanno dato origine al popolo ebreo; - dodici erano  gli Apostoli che hanno dato origine al nuovo popolo di Dio, la Chiesa.



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