N° 5 - Maggio 2018
L’ AVE MARIA E IL CULTO MARIANO
di Antonio Ratti

 

 Nel mese dedicato a Maria questa vuole essere una sintetica radiografia della preghiera più recitata insieme al Pater Noster:

1)  Saluto angelico :        Ti saluto piena di grazia, il Signore è con te. ( Lc 1,28 )

2)  Saluto di Elisabetta: Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo ( Lc 1,42 )

3)  Invocazione di intercessione : Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.

Le tre parti (Saluto angelico, Saluto di Elisabetta e Invocazione) in cui, palesemente, è divisa l’Ave Maria, si sono formate in due momenti molto distanti tra loro: le prime due risalirebbero al X-XI sec. nella loro stesura definitiva ( ne fa menzione Pier Damiani nel 1072), mentre la terza parte sarebbe stata elaborata tra il XIV e il XV sec., adottata dall’Ordine dei Mercedari (1514) e ratificata da papa Pio V in occasione della battaglia di Lepanto (1571) e della successiva istituzione della Festa della Madonna del Rosario (papa Gregorio XIII, 1573).
Il primo testo scritto con una preghiera a Maria risale al IV sec. Infatti, nel 1917 in Egitto è stato ritrovato un papiro contenente l’invocazione Sub tuum praesidium (Sotto la tua protezione) che fa pensare al primitivo nucleo dell’Ave Maria.  Il testo tradotto dal greco in latino è il seguente:
Sub misericordiam tuam / confugimus, Dei Genitrix. Nostras deprecationes / ne despicias in necessitate, / sed a periculis libera nos, / una sancta, una benedicta. (Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Madre di Dio. Non disprezzare le nostre suppliche quando siamo in difficoltà, ma liberaci dai pericoli, o Santa e Benedetta).
Maria, in ebraico Miryam, in aramaico Maryam, in greco Marìam e Marìa, in arabo Maryam, Madonna dal latino Mea Domina,mia signora: questo è il nome della madre di Gesù, venerata dai cattolici e dagli ortodossi.
Gli ortodossi greci, dell’Anatolia e della Russia hanno da sempre una venerazione profondissima e un diffusissimo culto ricco di cerimonie particolari, basta ricordare i grandi monasteri del Monte Athos e delle Meteore in Grecia, le chiese del Cremlino, i mega monasteri dell’hinterland di Mosca o le chiesette rupestri della zona desertica dell’interno della Turchia. Venerazione, devozione e culto che la tradizione ecclesiale e popolare mantengono vivissimi senza obblighi dogmatici come accade nella Chiesa latina.
Il nostro Calendario liturgico annuale ci indica un numero che la dice lunga sulla diffusione del culto a Maria: tra memorie, feste e solennità abbiamo 37 celebrazioni a Lei dedicate. A queste dobbiamo aggiungere tutte le festività locali legate ai numerosissimi santuari mariani disseminati ovunque. L’otto settembre ricorre la festa della Natività della Beata Vergine che il nostro Santuario ricorda con particolare solennità. Le notizie certe che abbiamo su di Lei provengono dai tre Vangeli sinottici, particolarmente da quello di Luca e dagli Atti degli Apostoli. Anche i Vangeli apocrifi e la tradizione si occupano della vita di Maria, fornendoci maggiori particolari, ma è tutta da verificare la loro fondatezza. Diciamo che sui suoi movimenti l’incertezza è sovrana.
Anche il luogo della sua “dormizione” è rivendicata da Efeso e da Gerusalemme.
Le scarne notizie biografiche sono sufficienti, però, a sottolineare la sua attiva presenza nell’opera di salvezza realizzata dal Padre attraverso suo Figlio. Maria nei momenti topici della vita di Gesù è sempre presente, quasi a volerlo sostenere con il suo affetto di madre. E’ Lei che a Cana sollecita il figlio ad uscire allo scoperto con il miracolo del vino. E’ Lei che partecipa come madre carnale alle sofferenze del figlio con compostezza e dignità, perché conosce l’essenzialità del sacrificio della croce. E’ Lei al centro della vita della piccola Chiesa del Cenacolo. E’ Lei che rincuora e invita alla fiducia i Dodici, perché sa che il Figlio non abbandona nessuno al suo destino. E’ Lei partecipe, nel Cenacolo, alla discesa dello Spirito Santo che corona il progetto di salvezza del Figlio.

Anche i mussulmani venerano Maria e credono nella sua eccellenza e verginità, testimoniata nella Sura XIX del Corano, senza però considerarla Madre di Dio, perché Gesù per loro è solo un profeta, anche se il maggiore, dopo Muhammad, il sigillo dei profeti, Maometto; al contrario non si parla della verginità della madre del sommo Profeta. Tante sono state le dispute e le controversie teologiche, ma dal 431 (Concilio di Efeso) è la Teotòkos, la Madre di Dio, e questo principio riconosciuto ad Oriente come ad Occidente, la pone al di sopra di ogni ragionevole dubbio e al centro di una venerazione e di un culto del tutto speciali, perché ritenuta la vera intermediaria tra il Cielo e la terra: è Lei che appare per ammonire gli uomini e per sollecitarli al recupero della fede e alla riconciliazione col Padre.
Vorrei concludere con i più bei versi scritti da mente umana, perché sono il più perfetto ritratto teologico e umano di Maria:

 

 

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio,

 

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi fattura.

 

Nel ventre tuo si riaccese l’amore,

per cui caldo ne l’etterna pace

così è germinato questo fiore.

 

Donna se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia a te non ricorre

sua disianza vuol volar sanz’ali.

 

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

 

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è bontade.

 

che qual vuol grazia a te non ricorre

sua disianza vuol volar sanz’ali.

 

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre.

 

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è bontade.


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