N° 7 - Luglio-Agosto 2017
Dal "diario" di un parrocchiano
di Enzo Mazzini


Mercoledì 31 maggio - Alle ore 21, in chiusura del mese Mariano, si è svolta la recita del S. Rosario, partendo dalla Chiesa di San Lorenzo fino al Santuario, con la partecipazione di numerosi fedeli provenienti da tutte le parrocchie. In questa circostanza il S. Rosario veniva intonato direttamente dal Santuario ed i fedeli in processione rispondevano lungo un percorso illuminato anche dai lumini, accesi ai bordi della strada.
Raggiunto il Santuario, dove è stato portato a termine il S. Rosario, ha fatto seguito la celebrazione della S. Messa presieduta da don Franco Pagano, rettore del seminario vescovile di Sarzana e resa solenne anche dai bellissimi canti, accompagnati all'organo dal maestro Renato.
Molto profonda l'omelia tenuta da don Franco che ha ricordato la visitazione di Maria alla cugina Elisabetta. Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta e subito il bambino sussultò nel suo grembo.
È bella la nostra devozione mariana ed è meraviglioso proferire le parole dell'Ave Maria, per ribadire senza sosta la grandezza di Maria che ha portato in grembo Gesù. Dalle profonde riflessioni di don Franco emerge anche una grande esortazione ad impegnarci tutti per il bene delle nostre famiglie, delle nostre parrocchie e di tutti i fratelli ed una grande fede verso la Madre di Dio e madre nostra, vero modello di vita e beata per aver creduto: " Grandi cose ha fatto in me l' Onnipotente".
Sabato 3 giugno - Con la consueta puntualità, l'autobus riservato inizia la raccolta dei fedeli che partecipano al pellegrinaggio Mariano mensile, presieduto da S.E. Mons.Luigi Ernesto Palletti e che questo mese si svolgerà presso il Santuario "Nostra Signora della Neve" a Ripalta di Borghetto. Siccome il tragitto da compiere è abbastanza breve, arriviamo alla meta con largo anticipo sull'orario previsto e quindi abbiamo la possibilità di rivolgere un saluto alla nostra Madre Celeste e di pregarLa nella bella chiesa di Borghetto.
Alle ore 8 precise, il Vescovo apre il pellegrinaggio ricordando che "siamo alla vigilia di un giorno santo: la Pentecoste, giorno in cui facciamo memoria della discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli; ci ricorda che anche noi siamo stati investiti di questo dono e quindi occorre fare memoria della nostra Cresima che ci abilita ad essere testimoni del Risorto......".
Quindi i fedeli iniziano la marcia verso il Santuario Mariano, recitando il S. Rosario, lungo un percorso abbastanza impegnativo per noi anziani dato che la strada è abbastanza in salita, attraverso un paesaggio molto bello e suggestivo.
Arrivati al Santuario, inizia la S. Messa celebrata dal Vescovo che rivolge ai fedeli una profonda omelia, sulla base del Vangelo del giorno, che riferisce dell'ultimo incontro di Gesù con Pietro, dopo la resurrezione e che di seguito riporto:
Il Vangelo ci parla ancora di un incontro, un incontro fra Gesù e Pietro, un incontro che questa volta è veramente decisivo perché Pietro entusiasta ha seguito Gesù, quel Pietro che aveva preteso di essere lui il salvatore di Gesù: "Tu non andrai a Gerusalemme".
Quel Pietro che aveva posto in sé le sue forze e aveva fatto esperienza della propria fragilità: "Mi rinnegherai 3 volte". Ecco quel Pietro ora incontra Gesù, ormai nella dimensione giusta. Da poco il Signore veramente ha fatto a lui quelle domande ed ha ottenuto da lui quelle risposte così fondamentali: "Mi ami tu più di costoro?" E dunque un Pietro che ormai ha preso coscienza di sé, un Pietro che ha capito che il Signore è il Maestro, che il Signore è il Redentore, che il Signore è colui che è venuto a servire e non ad essere servito ed allora ha compreso che è Pietro che ha bisogno del Signore Gesù. Il Signore Gesù però fa ancora Lui un'ultima proposta, ovvero quella che aveva fatto fin dall'inizio: lo chiama e lo invita al servizio del regno dei cieli. E qui, qui ancora una volta, Pietro si dimostra in tutta la sua umanità: da una parte fa una domanda che certamente è bella, è ricca di attenzione, è anche ricca di affetto, certamente anche di curiosità: guardando il discepolo che Gesù amava chiede a Gesù: "E lui?", quasi a dire: "Hai detto tanto di me, hai detto questo e quello, ma ora dimmi un po’: di lui cosa ne sarà?". Ecco questa santa attenzione in Pietro si manifesta però come un'ulteriore distrazione ovvero Pietro, nonostante tutto, che abbia riconosciuto il Signore Gesù, che abbia fatto la sua professione di fede, che abbia aderito pienamente alla domanda del Signore Gesù: “Tu sai tutto. Tu sai che Ti voglio bene", è ancora Pietro, guarda ancora indietro, guarda ancora al discepolo che ama il Signore Gesù. Certo questa volta è molto diverso rispetto al rinnegamento di Pietro di fronte alla serva del sommo sacerdote, però, però anche qui si manifesta ancora Pietro in tutta la sua umanità: "E lui?". E a quel punto quella parola decisa del Maestro:
"Ma se io voglio che rimanga finché non ritorni, a te cosa importa?
Tu vieni e seguimi". Ecco forse è la tentazione più grande che può avere un discepolo nel Vangelo, perché le tentazioni sono tante nella nostra vita: ci sono quelle più grossolane, più banali, ci sono quelle più raffinate, ci sono quelle più legate alla nostra fisicità e ci sono quelle più legate alla nostra intelligenza. Ci sono quelle che portano al peccato, ma forse di queste, tutto sommato, tutto sommato riusciamo con la grazia di Dio a indirizzare bene la nostra vita. Perché in fondo l'educazione l’abbiamo ricevuta. Certo le cadute non mancano però neppure la buona volontà. La luce di Dio è presente in noi, la forza della Sua grazia ci sostiene, però ci sono delle tentazioni molto più fini, perché hanno la parvenza di essere intelligenti. Non sono quelle volgari tentazioni che ti portano al peccato, che magari ti fanno anche cadere, però subito uno si rende conto e dice: "Cosa ho fatto?" No, queste sono molto più raffinate e nel Vangelo il Signore ne enumera alcune. Ce le ricordiamo certamente: "Ho comprato un campo, devo andarlo a vedere". È intelligente questo è, non è mica una sciocchezza! Uno che dice: “Vieni e seguimi" e uno che dice: "Sì, vengo però prima fammi un po' vedere cos'è quel campo che ho comprato ". "Vieni e seguimi" ma: "Devo seppellire i miei morti". Addirittura è un'opera di carità! È qualcosa di apparentemente intelligente, anzi è intelligente, ma in quel contesto diventa una distrazione e così per Pietro: "E lui?". Anche questa è una domanda intelligente. È giusto che Pietro si interessi della sorte dei suoi confratelli, dei suoi compagni, però in questo contesto diventa una distrazione. È ancora un modo per dire: "Signore vengo, però aspetta un attimo"
"Signore, accolgo la Tua proposta, però vado a vedere, un attimo, poi vengo è" "Stai tranquillo che poi vengo, però ora no, ora ho dell'altro da fare". Ma sono cose intelligenti: "Devo andare a vedere un campo" "Devo andare a seppellire i morti" "Devo preoccuparmi di mio fratello". E intanto non vengo! Ecco questa è la tentazione che si annida nel nostro cuore, in modo certo non così evidente e probabilmente non così drammatico, ma che però, giorno per giorno, non ci permette di dire il "sì" nella sua completezza. I nostri "sì “sono sempre: "Sì, Signore, ma...." ; "Sì, Signore, poi...." "Sì, Signore, però.....". Quanto sarebbe facile tirare via quel " ma...", quel "poi..." e quel "però..."! Eppure non vanno mai via. Non c'è verso; sono indissolubilmente legati al nostro "sì" il quale esiste, attenzione, noi non diciamo "no". La nostra vita è orientata bene verso il Signore Gesù, però non riesce a fare l'ultimo passo. Ecco chiediamo questo al Signore Gesù. Chiediamolo per intercessione della Vergine Maria che ha saputo dire un "sì" senza "ma", senza "però ", senza "se". Chiediamolo perché sull'esempio di Pietro, nonostante le nostre fragilità, alla fine…anche noi riusciamo a dire:
"Signore, vengo". Chiediamolo perché tante persone sappiano che questi nostri pellegrinaggi sono indirizzati per chiedere conversioni sacerdotali.... Ecco, tante persone che sono certo che forse nel loro cuore hanno già detto il loro "sì", però sono ferme perché vicino al "sì", c'è il "però “, il "ma", "vedrò", "aspetta un attimo.". Il guaio è che noi non siamo ancora nell'eternità e, di fronte a questo, quel "però ", quel "sì" e quel "ma" fanno scorrere il tempo e, quando il tempo scorre, la vita scappa e, quando la vita scappa, le occasioni diminuiscono e quando le occasioni diminuiscono: ecco che quel "sì" alla fine si trasforma in un "no".
Chiediamo al Signore che questo non sia per la nostra vita e per la vita degli altri, ma che , messi insieme, quei "sì", sia pure nella fragilità, sia pure se ogni tanto andate a vedere il campo, ogni tanto andate a vedere le varie cose, quei "sì" possano essere un "sì, fino in fondo". Chiediamolo per noi. Chiediamolo per coloro che, chiamati, possano dire generosamente il loro "Sì, ecco Signore, io vengo".
Terminata la S. Messa e dopo un breve incontro conviviale, abbiamo raggiunto l'autobus che ci attendeva in fondo alla discesa e, col cuore pieno di gioia, abbiamo iniziato il viaggio di rientro alle nostre case.

Lunedì 5 - Alle ore 18 inizia, nella Chiesa di S. Maria Ausiliatrice di Isola, la commovente cerimonia dell'esposizione della Reliquia del Preziosissimo Sangue. Molto profonde e commoventi le preghiere e le meditazioni davanti alla sacra Reliquia partendo dalla forza del sangue di Cristo espressa da San Giovanni Crisostomo. "Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì.
Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto ed ancora appeso alla croce, racconta il Vangelo, si avvicinò un soldato che, con un colpo di lancia, Gli aprì il costato: ne uscì acqua e sangue. L'acqua è il simbolo del Battesimo mentre il sangue è simbolo dell'Eucaristia......."
Molto commovente anche la descrizione dell'istituzione dell'Eucaristia. Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me e, dopo aver cenato, prese anche il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Queste parole che Gesù pronunciò nell'Ultima Cena, vengono ripetute ogni volta che si rinnova il Sacrificio Eucaristico e ci fanno rivivere il clima di quella notte allorché Gesù, celebrando la Pasqua con gli Apostoli, anticipò il sacrificio che si sarebbe consumato il giorno seguente, sulla croce.
Quindi l'istituzione dell'Eucaristia ci appare come anticipazione ed accettazione della morte , da parte di Gesù per redimere tutti noi dal peccato e per indicarci il cammino di salvezza eterna.
Giovedì 8 - Anche questa sera, come ogni secondo giovedì del mese, il gruppo interparrocchiale si riunisce per l'ora di adorazione per le vocazioni che questo mese si svolge presso la Chiesa del Sacro Cuore di Molicciara.
La chiesa è gremita di fedeli ed ai primi banchi sono raccolti in preghiera moltissimi bambini e bambine che indossano l'abito della Prima Comunione.

Dopo l'Esposizione del SS. Sacramento ed una breve pausa per consentire le preghiere personali, don Andrea ricorda che nel Vangelo di Matteo si legge una breve, ma intensissima frase di Gesù:
"Imparate da me che sono mite e umile di cuore". Karol Wojtyla, da cardinale, usava una espressione altrettanto corta, ma di grande spessore, che don Andrea accosta proprio al versetto di Matteo: "Fissa lo sguardo sul Cuore e abbi cuore". Imparare da Gesù significa guardare al "Cuore" che ha tanto amato il mondo". "Amare con "cuore", con il "Cuore di Cristo " vuol dire amare senza mezze misure, fino al sacrificio del proprio io, del proprio egoismo, della propria superbia, delle proprie mancanze. Mettere l'altro al centro, dimenticare sé stessi, saper comprendere che il fratello, la sorella che incontro, nascondono dentro una sete d'amore che Dio stesso ha seminato nei loro cuori.
Amare con "cuore" vuol dire allora, amare con l'Amore che alberga nel Cuore di Cristo. Con quel fuoco di Carità che è lo Spirito Santo.
Quello Spirito che Dio stesso ci ha inviato, per mezzo del Figlio, e che opera in noi con i Suoi doni e i Suoi frutti. "Fissiamo lo sguardo sul Cuore........per avere cuore! “.
Sabato 10 - Alle ore 8,30 un autobus parte da Caffaggiola per trasportare un folto numero di fedeli che si recano a La Spezia per vivere un'esperienza veramente eccezionale: partecipare alla solenne beatificazione di Itala Mela. L'appuntamento mi riempie di profonda commozione.
Infatti Itala Mela in casa nostra l'abbiamo sempre considerata la "nostra" Santa Protettrice. 
Come ho già riferito sul Sentiero di Gennaio 2017, mio zio don Luigi Mazzini, era stato Suo confessore ed aveva condiviso con Itala un rapporto di profonda comunione religiosa che è durata per alcuni anni.
Infatti Itala nel 1937 dovette ricoverarsi nell'ospedale di Fivizzano ed anche durante la guerra era stata ospite di un'amica, la sig.ra Marchini, a Pognana di Fivizzano dove era parroco mio zio don Luigi.
Inoltre mia sorella Giulia era stata prima allieva di Itala e poi amica, tanto che in più occasioni Giulia si è recata ad assisterLa, essendo subentrato un rapporto di profonda ammirazione prima e di amicizia poi. E mia sorella custodiva gelosamente un fazzoletto con il quale asciugava la fronte di Itala, fazzoletto che Giulia usò anche mentre assisteva una nostra nipote affetta da un male incurabile per lenire le sue sofferenze, presso l'ospedale di Carrara e che, alla morte di Giulia, non sappiamo dove sia stato riposto. Speriamo che il figlio, Piergiuseppe possa rinvenirlo. Inoltre anche a mio zio don Luigi era stato fatto dono di una preziosa reliquia: un cuoricino contenente i capelli di Itala. Speriamo che anche questo risalti fuori, così come speriamo che Piergiuseppe possa ritrovare alcune lettere che Itala aveva scritto di proprio pugno ed inviate a Giulia che, insieme allo zio don Luigi, ha trasmesso questo profondo sentimento e venerazione a noi fratelli, sorelle e parenti, che, come già detto, L'abbiamo sempre pregata ed invocata come Santa Protettrice e quindi la Sua beatificazione ci riempie di commozione. Ecco perché mentre mi recavo alla cerimonia di beatificazione avevo il cuore in subbuglio, pervaso da una profonda commozione e, durante la solenne cerimonia, mi sono sorpreso più volte con le lacrime agli occhi. Sì, perché il momento era uno di quelli per i quali ringrazi il buon Dio per averteli donati e che non si potranno mai più ripetere e mai più dimenticare.
Il rito di beatificazione di Itala è stato veramente solenne, con la presenza di due cardinali, tredici vescovi e cinque abati mitrati benedettini che hanno concelebrato insieme a novanta sacerdoti ed innumerevoli diaconi.
La cerimonia è iniziata con la lettura della Lettera Apostolica con la quale Papa Francesco, a conclusione di un lungo cammino durato quasi mezzo secolo, autorizza l'iscrizione della Serva di Dio Itala Mela nel numero dei beati. La lettura è stata fatta dal Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, in rappresentanza del Santo Padre Francesco, dopo che il nostro Vescovo, mons. Luigi Ernesto Palletti, ha chiesto al Santo Padre di voler iscrivere nel numero dei Beati la Venerabile Serva di Dio Itala Mela, fedele laica e oblata benedettina del Monastero di S. Paolo in Urbe, "la quale, per la conformazione operata dalla grazia del battesimo avvertì e visse nella propria anima la misericordiosa inabitazione della Santissima Trinità, sia per il futuro chiamata Beata, ed il giorno 28 aprile possa essere celebrata nei luoghi e modi stabiliti dal diritto". Il Vescovo della Spezia - Sarzana - Brugnato, unitamente agli innumerevoli devoti della nuova Beata, grati e riconoscenti al Papa Francesco, rendono grazie al Dio tre volte santo ed innalzano l'inno di lode per aver proclamato Beata la Venerabile Serva di Dio Itala Mela, nostra concittadina.
Significativa la presenza dei cinque abati mitrati benedettini, intervenuti per manifestare la speciale vocazione benedettina di "Maria della Trinità" come Itala , da oblata, ha voluto chiamarsi.
Commovente anche la presenza di Erminia Bertoli, oggi diciottenne ed attorniata dai compagni e compagne del Liceo "Costa", scuola che anche Itala frequentò e dove insegnò. Commovente il richiamo al miracolo riconosciuto dalla Chiesa come opera dell'intercessione di Itala Mela.
Presenti i genitori di Erminia che hanno portato all'altare la reliquia di Itala. Il padre è il dott. Bertoli, cardiologo in servizio presso l'Ospedale Civile spezzino. Il miracolo, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, riguarda il salvataggio di Erminia, il vero ritorno dalla morte alla vita e quindi un caso di vera e propria resurrezione. Infatti la bimba appena nata non piangeva e le vennero attribuiti parametri vitali pari a zero ed a nulla servirono le pratiche rianimatorie adottate dai sanitari, tanto che i medici avrebbero dovuto sospendere ogni tentativo, essendo trascorsi più di dieci minuti di arresto cardiaco. Ma all'improvviso, dopo venti minuti, il punteggio si alzò a tre. Grande stupore! Era accaduto qualcosa di imprevedibile, inspiegabile e miracoloso! La bimba venne quindi trasferita all'Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova, dove poco a poco si riprese: era avvenuto un vero miracolo! Poco tempo dopo si seppe che un'infermiera in servizio presso l'ospedale, dopo il parto, mentre la bambina era sottoposta alle pratiche di rianimazione, aveva per telefono chiesto aiuto alle suore Clarisse di Sarzana che si stavano preparando per la S. Messa e che riferirono che avevano immediatamente invocato lo spirito di Itala Mela, chiedendo il Suo intervento. È presente alla cerimonia proprio Diva Pellini, l'infermiera che telefonò alle suore Clarisse di Sarzana per chiedere le loro preghiere e che ha portato le offerte dei fedeli insieme alla badessa benedettina di Castellazzo.
Bellissima l'omelia del Cardinale Angelo Amato che, per carenza di spazio, possiamo riportare solo parzialmente. In particolare il Cardinale ha ricordato che Itala, nel pronunciare i voti monastici di oblata benedettina, volle chiamarsi "Maria della Trinità", volendo donarsi totalmente a Dio che è carità senza fine, nella consapevolezza della inabitazione della Santissima Trinità nella Sua anima, che la spinse non solo a fare i voti classici di povertà, castità ed obbedienza, ma anche quelli di vita eremitica e di totale abbandono alla Divina Provvidenza. Itala voleva essere tutta di Dio.
"La consapevolezza della "inabitazione trinitaria" La rendeva serena nello spirito, incrollabile nella fede, forte nella sopportazione dei suoi malanni fisici e gioiosa nell'offerta al prossimo del suo buon esempio".
Avviandosi alla conclusione, il, Cardinale Angelo Amato sottolinea che "La beata Itala Mela ci lancia un appello: la chiamata universale alla santità vale anche per i fedeli laici che, se vivono con autenticità il loro battesimo, possono diventare i protagonisti della nuova evangelizzazione. La società ha bisogno della santità laicale in ogni settore della sua molteplice realtà: nell'educare, nella famiglia, nella comunicazione sociale, nell'economia, nello sport, nel mondo del lavoro e nella politica. Attraverso la Beata Itala Mela la Chiesa lancia un messaggio di fiducia nella possibilità del laicato non solo di vivere la santità cristiana, ma anche di essere artefice e protagonista del rinnovamento culturale e spirituale della società. Il mondo ha bisogno di laici santi”.












<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti