N° 10 - Novembre 2016
Diario di un parrocchiano – Ottobre 2016
di Enzo Mazzini


È con immenso dolore e commozione che mi accingo al delicato compito di continuare nella meravigliosa opera compiuta prima dal Prof.Giuseppe Franciosi e poi dall'amico Walter e cioè la compilazione del "diario" di un parrocchiano. Loro sono stati dei veri maestri ed io cercherò di far tesoro dei loro insegnamenti, confidando anche nella collaborazione dei lettori che mi possono contattare in ogni momento per fornire indicazioni e suggerimenti o, all'occorrenza, per sollevare critiche.
Nello scrivere, si riesce molto meglio a nascondere le forti emozioni che ci assalgono e credetemi che il distacco da Walter è stato per me tremendamente doloroso, come sicuramente è trapelato anche dalle brevi riflessioni che ho esternato in occasione del suo rito funebre.
Caro Walter, ti dico col cuore che hai lasciato un vuoto veramente incolmabile e faremo tesoro della tua testimonianza di vita e di fede. Sì, perché Walter è stato per tutti noi un vero maestro di fraternità e di sensibilità umana ed è stato un faro che per anni ci ha illuminati. Ora questa luce si è spenta, ma i suoi insegnamenti restano e continueranno a vivere finché vivrà l'ultima persona che ha avuto il grande dono di conoscerlo, frequentarlo ed ammirarlo.
È difficile descrivere le virtù di Walter perché erano immense ed anche perché lui era molto riservato e soprattutto rispettoso del prossimo: aveva sempre paura di arrecare fastidio a chicchessia e quindi si faceva carico di pesanti sacrifici personali anche per risparmiare gli altri, con esemplare dedizione. Però, è proprio il caso di dire che la sua vita è stata spesa nel migliore dei modi, utilizzando in maniera esemplare i talenti che gli sono stati affidati e che è stato capace di forgiare una famiglia semplicemente meravigliosa.
Poco più di un mese fa, mentre stavamo assemblando il Sentiero, mi riferì che avrebbe dovuto fare l'ennesima "gita" a Milano perché si erano riacutizzati alcuni problemi di salute. Io immediatamente gli manifestai la mia assoluta disponibilità ad accompagnarlo con l'auto, tanto ero in pensione ed il tempo non mi mancava e quindi ero nelle condizioni di rimanere a Milano anche per più giorni. Lui mi guardò con immensa tenerezza e poi esclamò: "Ti ringrazio tanto per la tua disponibilità, ma cosa direbbero le mie figlie? Sicuramente ci rimarrebbero molto male. Non mi hanno mai lasciato solo nelle varie vicissitudini delle mie frequentazioni ospedaliere!".
Io mi sono ritirato in buon ordine ma ho provato una grande gioia ed ammirazione per questa meravigliosa famiglia che Walter è riuscito a forgiare. E mi sono venuti alla mente altri atteggiamenti diametralmente opposti a cui assistiamo giornalmente: ammalati abbandonati nelle loro case e negli ospedali e persone anziane confinate nelle case di riposo. Allora ho rimpianto anche le vecchie famiglie patriarcali dove le persone anziane o malate non rappresentavano un peso da portare sulle spalle, ma una ricchezza incommensurabile per gli insegnamenti di vita vissuta che sapevano trasmettere a figli e nipoti.
Io ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia molto religiosa che ha dato i natali anche ad un santo sacerdote e che era inserita in una realtà paesana in cui venivano pienamente osservati questi modelli di vita familiare e di comunità, dove addirittura i figli davano del "voi" al padre. Non si trattava solo di educazione, ma si praticava e si tramandava un sentito senso di rispetto per le persone anziane e per chi era nel bisogno.
Ma torniamo all'amico Walter. Oltre che meraviglioso padre è stato anche un esemplare cristiano.
Nato e cresciuto in una famiglia molto religiosa che ha donato alla comunità anche due frati di grande valore civile e cristiano (Padre Placido e Padre Oriano), ha dedicato la sua vita ad importanti iniziative cattoliche. Sempre presente in tutte le funzioni religiose  (sante Messe, ore di adorazione parrocchiali ed interparrocchiali, vespri, etc.), era componente della corale ortonovese "Cantus Firmus" ed era innamorato del suo Santuario della Madonna del Mirteto, animato com' era da una profonda fede e devozione per la nostra Madre Celeste. Non per niente era anche uno dei 4 componenti del gruppo laicale della Fraternità Missionaria di Maria.
Inoltre curava l'organizzazione dei pellegrinaggi del primo sabato del mese ai vari Santuari della Diocesi. Il primo sabato di ottobre (1 ottobre) ha compiuto l'ultimo suo viaggio verso una casa del Signore: la sua salma è stata portata nella sua Chiesa parrocchiale di San Lorenzo in Ortonovo, dove è stato celebrato un solenne rito funebre con una grande e commossa partecipazione di popolo. Il rito funebre è stato officiato da Padre Onildo, alla presenza di altri parroci, del diacono Paolo e del prossimo diacono Agostino che è anche cognato di Walter.
Commovente l'omelia fatta da Don Andrea che ha ricordato con grande puntualità ed emotiva partecipazione i grandi meriti di Walter come cristiano e come cittadino.
Davvero toccanti anche gli interventi del fratello Giuseppe e del cugino Marcello, straziati dal dolore.
Molto sentiti ed emozionanti i canti eseguiti dalla corale "Cantus Firmus" diretta dal maestro Renato Bruschi, corale della quale Walter è stato sempre valido componente.
Non sarà facile colmare il vuoto che Walter ha lasciato anche nella vita civile.
Per tanti anni è stato anche Presidente dell' AVIS comunale, sempre al servizio dei donatori e dei malati. Anch'io ero un donatore di sangue, ma Walter mi riservava un trattamento del tutto particolare . Io infatti ho come gruppo sanguigno lo 0 Rh - e questo tipo di sangue è tenuto in grande considerazione perché  è molto raro ed inoltre può essere trasfuso direttamente a tutti i pazienti e per questo i servizi di pronto soccorso ospedalieri devono sempre averlo a disposizione per i casi di massima urgenza che non consentono di sprecare neanche un minuto per la determinazione del gruppo sanguigno.
Walter era sempre presente anche nelle numerose iniziative del comune, delle scuole e delle varie associazioni, cercando di portare il suo prezioso contributo in tutte le sedi ed occasioni, animato com'era da grande generosità ed altruismo.
Ecco perché oggi tutti noi ci sentiamo un pò orfani e lo vogliamo ricordare come un angelo che è volato in cielo e di lassù continua ad aiutarci, chiedendo alla nostra Madre Celeste di esserci sempre vicina. A noi non resta che ringraziare il buon Dio per avercelo dato.

                                                                                          


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