N° 6 - giugno 2016
Diario di maggio
di Walter


Sabato 30 aprile -  Alle ore 8 salgo al Santuario del Mirteto per la recita delle Lodi.
E’ una bella mattina fresca e soleggiata. Mi viene in mente, mentre salgo, una frase dell’amico Tonino Ratti in un articolo del mese scorso: “…si è più vicini a Maria nella grotta di Lourdes piuttosto che al Santuario mariano del Mirteto?”. Mi guardo intorno: un vero spettacolo della natura! Penso: perché a volte dobbiamo andare tanto lontano per sentirci più vicini al Signore, alla Madonna…? Eppure è proprio così. Ricordo che tanti anni fa, dopo un pellegrinaggio a Lourdes, tornato qui al Mirteto, quasi chiedevo scusa alla ‘nostra Madonna’ per averla “tradita”!
Sabato 7 maggio -  Questo 1° sabato del mese il pellegrinaggio mariano ci porta a Brugnato. Qui, nella concattedrale, si conclude il ciclo di questi pellegrinaggi alle chiese giubilari della Diocesi. E anche oggi, per ricordare le opere di carità che dobbiamo compiere in questo Anno della Misericordia, il ritrovo e la partenza avviene dalla Casa del Sacro Cuore, dove sono ospitate molte persone anziane e malate. Ho notato nel giardino della ‘Casa’ una bella statua in bronzo del nostro santo vescovo, Siro Silvestri.
Sabato 14 -  Questa mattina al Mirteto c’è movimento. Dopo le Lodi e la Santa Messa si celebra un Battesimo, poi deve arrivare il parroco di Sarzanello, in ritiro con i genitori e bambini della Prima Comunione e anche un gruppo da Sarzana, capitanati dall’amico Giorgio, assistiti spiritualmente da don Roberto Savio, i quali prossimamente si recheranno a Roma per il Giubileo e faranno gran parte del percorso a piedi; si sono ritrovati quassù per avere una particolare benedizione e protezione dalla Madonna del Mirteto e mettere a punto i dettagli del viaggio. Dopo il pranzo nei locali dei Santuario e una breve escursione nei dintorni sono tornati alle loro case.
Domenica 15  -  Oggi si celebra la solennità di Pentecoste. Sto notando (con dispiacere) che in occasione di queste solennità (domenica scorsa l’Ascensione di Gesù)  nella nostra chiesa non cambia nulla: solite persone, soliti canti, solito tran tran… Un tempo in queste occasioni si vedeva almeno qualche faccia nuova e da parte dei soliti un po’ più di carica, di entusiasmo.
Giovedì 26 -  Oggi, alle ore 17, nella chiesa di San Lorenzo si celebra una Santa Messa solenne, presieduta dal vescovo Luigi Ernesto con una decina di altri sacerdoti, per ricordare il 60° anniversario della morte del nostro illustre compaesano, don Ferdinando Maberini, morto il 14 maggio 1956. La solenne liturgia è animata dalle corali di San Lorenzo e del Preziosissimo Sangue di Luni, dirette da Giuseppe Cecchinelli, che hanno eseguito diversi brani composti dal Maestro ortonovese.
Al termine della celebrazione abbiamo fatto visita alla tomba del ‘Maestro’ nel cimitero del paese per una preghiera e la benedizione del Vescovo. Poi, tornati in paese, c’è stato un momento di convivialità offerto dai parenti di don Ferdinando.
Tra i tanti sacerdoti c’era anche l’ortonovese don Domenico Lavaggi; era parecchio tempo che non lo vedevo, sono andato a salutarlo e lui mi ha dato un suo scritto per “Il Sentiero”  che potete leggere a pagina 7.
Sabato 28 -  Stamattina - ore 10 - nella Sala consiliare del Comune, viene ricordata, con un Convegno, la figura di don Ferdinando Maberini, canonico della Cattedrale di Sarzana, Maestro di Liturgia e Musica sacra nel Seminario Vescovile.
La Sala è gremita (non me lo aspettavo);  mons. Paolo Cabano dà inizio ai lavori presentando i Relatori e invita i ragazzi della Scuola Media locale (a indirizzo musicale), diretti dal prof.ssa Daniela Moscatelli, a dare il benvenuto in musica, del Maberini, al numeroso pubblico; poi, dopo il saluto del Sindaco, la parola passa al canonico don Romano Rossi, che è un po’ il promotore di questa iniziativa, il quale, tra le altre cose, legge un messaggio di saluto di don Renzo Cortese, uno degli studenti del ‘Maestro’, impossibilitato a partecipare.
Di seguito il prof. Egidio Banti ci illustra la figura di don Maberini sotto diversi aspetti, ma in modo particolare quella di precursore del “Vaticano II” e della Musica Sacra nelle liturgie. Un breve, simpatico, musicale (perché ha anche cantato) e critico intervento è stato, in ultimo, quello di don Franco Sciaccaluga, anch’egli allievo di don Ferdinando.
La manifestazione si è conclusa, in musica, con un’altra esecuzione dei ragazzi.
Devo dire che per me (e anche per molti altri) è venuta alla luce la figura di un personaggio molto più importante di quello che fino a oggi si era capito e, forse, come ha ribadito decisamente anche don Franco Sciaccaluga, proprio perché non è mai stato valutato adeguatamente da chi di dovere.
Il prof. Banti ha detto cose veramente significative su don Maberini, cose che è difficile al momento riportare; conto di avere da lui qualcosa di scritto da poter pubblicare su questo bollettino.

 

Alcune considerazioni sul ‘Mese mariano’ appena concluso.
Innanzitutto una bella novità: l’apertura, la sera del 1° maggio, con una fiaccolata dalla chiesa parrocchiale al Santuario del Mirteto con recita del Rosario e Benedizione solenne.
Le sere dei giovedì ci sono state le due conferenze (la prima del carmelitano padre Roberto, la seconda della prof.ssa Clara Vigorito) e due adorazioni eucaristiche  (una interparrocchiale); le sere del sabato,  invece, il Rosario è stato recitato nei borghi del paese. Quest’anno, al contrario degli anni scorsi, si è verificata una cosa strana: c’è stata più partecipazione nelle sere ‘normali’ (Rosario al Santuario), che in quelle più ‘importanti’ (conferenze, adorazioni, recita nei borghi). Infatti nelle sere ‘normali’ c’è sempre stato un discreto numero di persone (limitatamente al numero degli abitanti), mediamente da 15 a 20 e più partecipanti e tra questi anche diverse ‘facce nuove’.
Una sera, terminata la funzione, Angelo mi dice: “Sai, stasera eravamo 9 e 9!”. Non capivo a cosa si riferisse, poi mi ha spiegato che eravamo 9 uomini e 9 donne. Anche questa è una bella novità. Un tempo erano pochissimi gli uomini che partecipavano al Rosario; ora partecipano e recitano anche le ‘decine’. Tutto bene? Assolutamente no: mancano i giovani e soprattutto i bambini. Quest’anno solo qualche fugace partecipazione di una o due bambine, e basta.
 Alcuni giorni fa, leggevo un vecchio articolo del Preside Franciosi, “Il mese di maggio”; a tal proposito scriveva: “…Gli anziani a volte si sentivano quasi fuori posto, degli intrusi: i bambini invece erano incontenibili, sprizzavano gioia, allegria da tutti i pori. Facevano anche un po’ di confusione, ma nessuno si indispettiva: si accettava anche un po’ di confusione perché proveniva da quella gioia che loro avevano dentro”.
Quanto sarebbe ben gradita anche oggi un po’ di quella confusione!
Ogni sera, al termine del Rosario, abbiamo pregato per il papa Francesco. Ma non il solito Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del Papa, come siamo sempre stati abituati a fare, mi è sembrata una preghiera più convinta, proprio in risposta ai suoi “…per piacere ricordatevi di pregate per me” che sempre ripete il Santo Padre al termine dell’Angelus domenicale.
La conclusione a livello interparrocchiale (martedì 31 – ore 21), come ormai da diversi anni, è celebrata e animata dai sacerdoti e seminaristi della Diocesi: partenza dalla chiesa di San Lorenzo per il Santuario e celebrazione della Santa Messa.
Le prossime sere, come negli anni passati, diremo: “Stasera dove andiamo, cosa facciamo?...”. Ma poi riprenderemo il solito tran tran  e faremo ben a meno del Rosario del ‘mese di maggio’. 

Nella foto Don Ferdinando Maberini



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