N° 1 - Gennaio 2015
Il Vangelo di Gennaio
di Rosa Lorenzini


1 gennaio: Solennità di MARIA SANTISSIMA,MADRE DI DIO (Lc. 2, 16-21)

48°Giornata Mondiale per la Pace: “Non più schiavi, ma fratelli”.
Oggi è l’inizio del nuovo anno, oggi è un giorno di festa, oggi è la Giornata Mondiale per la Pace; celebriamo questo primo giorno del 2015 ricordandoci che siamo ancora nel periodo che la liturgia chiama tradizionalmente Tempo di Natale e quindi possiamo continuare a contemplare il Presepe e ad adorarlo per quello che rende reale: il memoriale della nascita del Re dei re. Oggi, però, distogliamo il nostro sguardo dal protagonista di questa Festa di Luce per fare in modo che la nostra attenzione zumi su un altro personaggio della celebrazione artistica del santo Natale: oggi con solennità festeggiamo Maria con il titolo di Madre di Dio, e a Lei, che adorante è accanto al Bambino di Betlemme, dedichiamo la nostra rispettosa attenzione con riverente riconoscenza e infinita gratitudine.
Maria: cosa di dire di Lei ! Santi, teologi, papi, poeti, pittori, scultori…, hanno messo a disposizione le loro doti più alte per osannare con opere meravigliose la grandezza di questa Donna che con la sua umiltà e la sua semplicità ha trasformato il mondo. Maria, dal momento in cui si è abbandonata alla Volontà del Suo Signore, è cresciuta nella grazia e nella fede “glorificando e lodando Dio” nel silenzio e nel nascondimento del suo quotidiano vivere, prima come sposa e madre della famiglia di Nazareth poi come Sposa e Madre di tutta la Chiesa. Mettiamo nelle mani di Maria, Madre di Dio, le sorti di questo nuovo anno perché possa essere un anno da ricordare come un anno vissuto imitando i pastori, citati dal brano evangelico odierno, perché “quello che abbiamo udito con il nostro cuore e visto con i nostri occhi ” nel Tempo di Natale possa trasformarsi ogni giorno del nuovo anno in azione che esalti la grazia prodotta dalla venuta in terra del Signore. A Maria, Madre di Dio, affidiamo la nostra crescita spirituale, in Lei confidiamo per aver aiuto e sostegno cosi da poter “glorificare e lodare  Dio” come i pastori, del Vangelo, che dopo aver assistito in prima persona alla risplendente meraviglia del Natale, “stupivano tutti coloro che li ascoltavano” perché ogni loro respiro era diventato lode di ringraziamento a Dio fatto Bambino.

4 gennaio: II DOMENICA DOPO NATALE  (Gv. 1, 1-18)
Quante volte diciamo: “Parla bene, le parole che usa sono giuste; ma quando ci vogliono i fatti, quelli che usano le belle parole non ci sono, non hanno tempo; sono occupati in altri impegni, per motivi improrogabili non possono intervenire”. Il bellissimo brano del vangelo di Giovanni, proclamato oggi, ci testimonia che la Parola bella e buona, finalmente, è diventata azione, anzi Persona concreta che agisce e trasforma le parole in fatti cioè quello che tutti desideriamo oggi più che mai. Ebbene il Bambino che ci sorride pacifico, beato, serafico dalla mangiatoia, è Quello che farà in modo che la Parola si concretizzi. Nei nostri Presepi sopra la semplice e povera capanna che accoglie il Figlio Unigenito di Dio, la tradizione evangelica, ci invita a mettere  un angelo che annuncia una verità sconvolgente che trasformerà da quel momento la storia di tutti noi: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e Pace in terra agli uomini”. Oggi indirizziamo la nostra attenzione a questo angelo vestito di cielo che con le ali aperte  porta la buona notizia, che diventa reale, scritta su un velo che tiene nelle mani perché tutti lo possano leggere e credere: GLORIA NEI CIELI,  cioè: “E il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria.
PACE IN TERRA: resa reale e concreta, dopo essere stata per tanto tempo promessa, nella Persona del Figlio di Dio nato Bambino...; la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.  Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”. Con il Santo Natale è finito il tempo della promessa e si è compiuto il tempo della Salvezza. Non facciamolo passare senza approfittarne: è Tempo di Grazia per tutti.

6 gennaio: SOLENNITA’ dell’EPIFANIA DEL SIGNORE (Mt. 2 ,1-12)

E’ l’ultimo giorno del Tempo di Natale, quindi non perdiamo l’ultima occasione di fermarci ancora davanti al Presepe, riempiamoci gli occhi e il cuore dello spettacolo che ci regala la scena che concretizza la Nascita della Salvezza, perché nei momenti del nuovo anno, quando le nostre “batterie” avranno bisogno di essere ricaricate, inseriremo la spina nel “caricabatterie” che ci siamo procurati stando in adorazione davanti al Presepe in questo Tempo Santo. Oggi la scena si è arricchita, oggi il Presepe ha nuovi personaggi: sono i Magi venuti dall’ Oriente per adorare il Dio Vivente. Sappiamo che portano doni, perché vogliono con questo gesto adorare il Bambino, come abbiamo fatto noi sostando in silenzio davanti al Presepe; sappiamo che portano in dono l’oro, l’incenso e la mirra, perché per loro il Bambino che adorano è Re, Sacerdote e Uomo e anche noi con le nostre preghiere di richiesta e di ringraziamento abbiamo imitato i Magi adoranti. Ma non dimentichiamo che i Magi “avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. Quindi non sciupiamo tutto vanificando il Tempo del Natale dimenticando ciò che il Presepe ci ha donato per sostituirlo con quello che Presepe non è. Continuiamo ad imitare i Magi e non sciupiamo tutto vanificando il Tempo del Natale, dimenticando ciò che il Presepe ci ha donato per sostituirlo con quello che la moda ci impone; ritorniamo alle nostre tradizioni cattoliche e proteggiamole dal nuovo “Erode”, che in nome del buonismo imperante e della falsa libertà di culto, ci impone di rinunciare alla nostra identità cattolica per non offendere chi la pensa diversamente da noi.

11 gennaio:BATTESIMO DEL SIGNORE (Mc. 1, 7-11)

“Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
Nasciamo per un gesto d’ amore, viviamo abbracciati e coccolati dall’ affetto che ci ama: questa esperienza meravigliosa la facciamo non per scelta ma perché è parte del nostro essere persone in relazione con altre. Ma possiamo scegliere liberamente, senza nessuna costrizione, di essere amati di un Amore senza riserve, che dimentica e non rinfaccia mai niente del nostro passato; possiamo sceglier liberamente di essere figli prediletti; possiamo scegliere liberamente di avere la soddisfazione che esalta ogni nostro piccolo successo, perché ci sarà Qualcuno che per ogni nostro minimo miglioramento ci sussurrerà nel cuore:
“Oggi mi compiaccio con te…“. Tutto questo, ricordiamolo, si è concretizzato e si realizza continuamente in ciascuno di noi, se lo vogliamo con perseveranza, da quando abbiamo ricevuto il sacramento del  Battesimo; quindi esultiamo di gioia quando partecipiamo alla celebrazione del Sacramento del Battesimo: in quel momento la Chiesa diventa più grande perché ha accolto un nuovo figlio, in quel momento la Chiesa diventa più ricca perché il figlio accolto, se liberamente lo vuole, è  e può continuare ad essere un figlio prediletto.

18 gennaio:II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Gv. 1, 35-42)

“ Che cercate?... Venite e vedrete!”. 
Abbiamo tutto, ma cerchiamo; possediamo ogni comodità, ma cerchiamo…, ogni novità ci ipnotizza e non abbiamo pace finché non è nostra, ma non basta e ancora cerchiamo…, accumuliamo oggetti di valore per poi avere paura di esserne derubati; ma non smettiamo di cercare: ma cosa cerchiamo? Cosa ci manca?
Subito e tutto è la nostra ossessione e possedere diventa una malattia.  “Che cercate?”.
Qualcuno ci ferma, e per aiutarci ci invita “venite e vedrete!”. Lo seguiamo annoiati e stanchi e ci porta a casa sua e mosso a compassione per la nostra povertà ci regala l’ unica cosa che possiede, Se Stesso: siamo davanti a un Tabernacolo aperto e Gesù che ha avuto pietà della nostra povertà ci ha donato tutto Se Stesso senza riserve. Ora non ci serve più niente, perché solo in Lui e con Lui la nostra vita ha un senso e un significato.

25 gennaio: III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Mc. 1, 14-20)

“E subito, lasciate le reti, lo seguirono”.
Il Vangelo di questa domenica è in sintonia con il dono che ci ha fatto il nostro amatissimo Santo Padre, Papa Francesco: dedicare il 2015  alla  “Vita Consacrata”, cioè a coloro che hanno lasciato tutto e senza esitazione hanno accolto la chiamata di Gesù e lo hanno seguito. Sono i sacerdoti, i religiosi, le suore, i monaci e le monache: un grande esercito che, con le “armi” della preghiera, annienta la forza del male che ci vuol far diventare schiavi dell’avere, e sgranando i grani del rosario combattono colui  che lavora giorno e notte usando tutti i mezzi per distruggere la nostra salvezza conquistata  da Gesù per noi a caro prezzo.
Il Logo dell’anno dedicato alla vita Consacrata: una colomba sostiene sulla sua ala un globo poliedrico, mentre si adagia sulle acque da cui si levano tre stelle, custodite dall'altra ala.
Il Logo per l'anno della vita consacrata esprime, per simboli, i valori fondamentali della vita consacrata.  In essa si riconosce l' «opera incessante dello Spirito Santo, che nel corso dei secoli dispiega le ricchezze della pratica dei consigli evangelici attraverso i molteplici carismi, e anche per questa via rende perennemente presente nella Chiesa e nel mondo, nel tempo e nello spazio, il mistero di Cristo».
Nel segno grafico che profila la colomba s’intuisce l’arabo Pace: un richiamo alla vocazione della vita consacrata ad essere esempio di riconciliazione universale in Cristo.
(per info:  http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccscrlife/anno-vita-consacrata/logo_anno-vita-consacrata_it.htm)
«Dite che pregare non è perdere tempo, adorare Dio non è perdere tempo, lodare Dio non è perdere tempo. Se noi consacrati non ci fermiamo ogni giorno davanti a Dio nella gratuità della preghiera, il vino sarà aceto»  (Papa Francesco).
Senza religiosi e religiose senza monaci e monache di clausura che passano in orazione interi giorni e intere notti la nostra Chiesa sarebbe malata come chi per vivere ha bisogno di un polmone artificiale, invece grazie alla loro incessante preghiera e la loro totale dedizione al Signore sono “il polmone” della Chiesa che respira aria pura.
Ricordiamo che senza i sacerdoti non ci sarebbe la possibilità di ricevere i Sacramenti che ci portano alla Salvezza: quindi non dimentichiamoli, ringraziamoli e sosteniamoli con la nostra preghiera.



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