N° 9 - Novembre 2014
La Madonna del Portone
di Millene Lazzoni Puglia, Caniparola 1999




















Sembra il titolo di una favola antica, ma la storia della “Madonna del Portone” è sicuramente vera. Ed io provo a raccontarla così come è stata tramandata da mio nonno, e poi da mia madre, Argentina Tusini.
Alcuni secoli fa, cinque o sei, ma con certezza dopo la costruzione del trecentesco castello di Fosdinovo, c’era un grande arco di pietra all’inizio dell’attuale Viale Malaspina (sulla via Aurelia), il quale aveva un adeguato portone in legno che la sera veniva chiuso per evitare il traffico nemico lungo la strada che portava a Fosdinovo, regno dei Marchesi Malaspina. Nella parte superiore di quest’arco di pietra vi era collocata una statua della Madonna con il Bambino (a grandezza naturale), scolpita nel bianco marmo di Carrara. Nel 1600 si verificò una grave pestilenza nella vicinissima vallata del Magra con molti morti. Però non arrivò al di sopra dell’arco di pietra lungo la via Aurelia e così fu attribuito il merito di tale grazia alla Madonna che stava lì sopra, la “Madonna del Portone”. Da allora gli abitanti di Caniparola e dintorni cominciarono a venerarla per la grazia ricevuta. Però verso la fine del 700 e inizio dell’800 quel grande arco diventò pericolante e, prima del crollo (che poi avvenne),  la statua della Madonna dovette essere tolta per essere riposta in altro luogo sicuro e protetto.  Per la statua della Madonna quel luogo sicuro e protetto non poteva che essere nel vicino Borgo Antico di Caniparola, costruito un secolo prima dal Marchese Gabriele Malaspina, di poco precedente dell’omonima villa. Con il lavoro di uomini forti e volenterosi, la preziosa statua di marmo fu caricata sopra un carro agricolo trainato da buoi, che la trasportò lungo il breve tragitto dell’attuale Viale Malaspina. Qui la statua trovò sistemazione nell’ala del borgo, in una piccola stanza ricavata facendo una parete per nasconderla e così proteggerla.
A quel tempo a Caniparola non esisteva una chiesa e gli abitanti anche nei dintorni usufruivano della Cappella della Villa Malaspina per la messa dei giorni di festa. Mentre per i matrimoni, funerali e altre cerimonie religiose andavano a piedi fino a Fosdinovo, perché quella era la loro parrocchia. Ma torniamo alla statua della “Madonna del Portone”, che rimase nascosta da un muro nella piccola stanza a Caniparola fino al nuovo secolo, il 900.
Finalmente nel terzo decennio iniziarono i lavori per la realizzazione della chiesa di Caniparola, che non fu progettata come una chiesa classica, ma usato lo spazio proprio lì a fianco nella stessa ala ovest del Borgo Antico, con l’entrata rivolta a levante, con l’esterno ancora visibile. Il lavoro più impegnativo era stato quello di abbassare il piano del pavimento per renderla più spaziosa. La gran quantità di terra fu scavata a mano con picconi e pale, caricata sopra dei carri agricoli e portata altrove da uomini volenterosi e determinati, in parte mezzadri del marchese Malaspina.  Ma anche il lavoro di muratura e di altro genere, necessario per finire la chiesa, fu svolto da persone del luogo gratuitamente (o quasi), così anche per il trasporto del materiale, sempre con carri trainati dai buoi, come usava allora.
Nella tanto attesa chiesa di Caniparola trovò il suo posto d’onore la “Madonna del Portone” che ancora oggi si festeggia il 21 novembre. Era il 21 novembre 1928. Per altre due generazioni la tanto venerata statua della Madonna rimase in quella chiesetta nel Borgo settecentesco di Caniparola, ed è stata un punto di riferimento per la gente anche dei dintorni. Oltre ad essere testimone di ogni evento religioso, ha fatto comunque parte della vita di tutti, sia felice che doloroso. Con lo sviluppo di Caniparola degli anni 60/70, all’inizio di via Papa Giovanni XXIII, fu costruita la nuova chiesa che, senza essere grandissima né con eccessivo lusso superfluo,  era ed è molto bella e accogliente. Anche in questa occasione non è mancata la collaborazione di molte persone del posto, Caniparola e dintorni, sia con il lavoro manuale che col denaro. Fu così che l’antica e venerata “Madonna del Portone” trovò nella nuova chiesa la sua sistemazione definitiva. Questo dal 13 giugno 1974, giorno dell’inaugurazione della nuova chiesa.
Io l’ho scoperta da poco tempo questa Madonna col Bambino in marmo bianco di Carrara, dopo l’ennesimo racconto di mia madre ultranovantenne. L’ho fotografata, ne ho fatto un quadro che ho appeso nella mia camera e, guardandola, mi infonde molta serenità.

                                                                                                          Millene Lazzoni Puglia, Caniparola 1999

 

 

Portone di Caniparola in Val di Magra

“E’ una gran porta lungo la strada regia postale di Genova, posta alla destra del torrente Larone, nella parrocchia, Comunità Giurisdizione e quasi 3 miglia toscane, a ostro libeccio di Fosdinovo, Diocesi di Massa Ducale, già di Luni Sarzana, Ducato di Modena.

Trovasi questo portone all’estrema lingua di terra già feudale per arrivare sulla strada corriera di Sarzana dove sbocca la nuova via militare di Reggio nell’ex feudo di Fosdinovo, antico possesso de’ marchesi Malaspina, cui spetta tuttora la tenuta col bel palazzo di Caniparola, posto in fondo ad un retto stradone presso le cave di lignite note sotto il vocabolo di Carbon fossile di Caniparola”.

            Cit. Dizionario Geografico, Fisico e Storico Toscano – E. Repetti





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