N° 3 - Marzo 2021
CALENDARIO LITURGICO DI MARZO 2021
di La Redazione


 

14   Dom.    IV di Quaresima “Laetare”.       L’espressione “Domenica laetare” deriva dall’inizio dell’introito nella Messa del giorno: “ Laetare Jerusalem et conventum facite omnes qui diligitis eam. Gaudete cum laetitia …” (Rallégrati Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate con letizia…).  Dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, la frase è pronunciata raramente, perché prevale l’uso della lingua italiana. La data della ricorrenza è legata a quella della Pasqua e può cadere tra il 1° marzo e il 4° aprile. Secondo le regole dei colori liturgici, nella Chiesa Cattolica e Anglicana si è soliti utilizzare il colore rosa, anziché il viola, nei paramenti sacri in questa domenica e nella domenica “Gaudete” dell’Avvento. Sempre nella “domenica laetare” al diacono nel rito romano della Messa è consentito indossare la dalmatica. L’altare può essere ornata di fiori e si può usare l’organo anche quando non serve per accompagnare il canto. Questi segni, che sembrano interrompere il periodo penitenziale, secondo la tradizione manifesterebbero la gioia della Chiesa per lo zelo dei suoi figli giunti  a metà del percorso quaresimale e nel contempo stimolarli a proseguire con impegno fino alla Pasqua di Resurrezione.

19   Ven.     San Giuseppe.    Sposo della Beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù.  Fin da quando era ancora in vita, era ritenuto uomo giusto.  Le note biografiche dei Vangeli canonici (Matteo e Luca) sono molto scarse, mentre quelli apocrifi si sbizzarriscono con informazioni poco attendibili (per es. il bastone fiorito come criterio di scelta per designare lo sposo di Maria). Tutti concordano che fosse discendente del re Davide, come Gioacchino, padre di Maria, e che abitasse a Nazareth. Anche se non viene messo in dubbio il legame con Davide, le versioni dei due Evangelisti divergono nell’elencare la genealogia di Giuseppe:
Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli.” (Luca 3,23) “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù”. (Matteo 1,1) Sappiamo indirettamente della professione di Giuseppe quando Gesù viene definito figlio di un tèktòn, tradotto impropriamente falegname. All’epoca nelle costruzioni abitative il legno era il materiale più impiegato, mentre l’arredamento domestico era molto ridotto, quindi è molto probabile che il lavoro di Giuseppe fosse legato alla carpenteria dell’edilizia. La vicenda matrimoniale di Maria e Giuseppe nei Vangeli inizia con l’Annunciazione: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe, la vergine si chiamava Maria”. Al ritorno dalla visita alla cugina Elisabetta, erano già visibili i segni della gravidanza di Maria. In queste circostanze “Giuseppe suo sposo che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di allontanarla in segreto” (Matteo) L’uomo non sapeva come comportarsi di fronte ad una incomprensibile gravidanza e cercava di uscire dalla difficile situazione senza esporre Maria alla lapidazione come prescriveva la Legge mosaica per la sposa infedele. Ecco il sogno con il quale Giuseppe conosce tutta la verità e così, come gli aveva suggerito l’angelo, prende con sé la sua promessa sposa, accettando il mistero che si nasconde dietro la gravidanza di Maria e le successive responsabilità di padre putativo (dal latino puto, cioè, “creduto” il padre).  I Vangeli citano la presenza di Giuseppe per l’ultima volta quando, al rientro da un pellegrinaggio a Gerusalemme, si accorgono che Gesù non è presente nella comitiva, ma viene trovato tre giorni dopo nel Tempio che discute con i dottori della Legge. E’ patrono della Chiesa Cattolica ed è ricordato il 1° maggio, festa civile del lavoro, come Lavoratore e quindi patrono dei lavoratori.

25  Giov.    Annunciazione del Signore.  Il nome di questa solennità è in riferimento all’annuncio che l’angelo Gabriele, su preciso mandato del Signore, fa a Maria circa il concepimento e la nascita del Messia, secondo quanto riferito dal Vangelo di Luca: “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”. E Maria con un gesto di totale sottomissione alla volontà di Dio, risponde:” Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola.”  La collocazione dell’Annunciazione al 25 marzo è legata alla durata fisiologica della gravidanza, quindi se il Natale ricorre il 25 dicembre, il concepimento per opera dello Spirito Santo ci porta a nove mesi prima. Ovviamente le due date intendono evidenziare i due eventi al centro della storia della salvezza e non il giorno esatto del loro accadimento.

28  Dom.     Domenica delle Palme.  Segna l’inizio della Settimana Santa, cioè del periodo di preparazione spirituale alla Pasqua e di memoria degli eventi ( del giovedì e del venerdì ) che precedono la crocefissione. Questa solennità ricorda il festoso ingresso di Gesù in Gerusalemme, quando molta gente si è riunita lungo il percorso per acclamarlo e lo salutava agitando rami di palma e di ulivo. La folla solennemente lo chiamava il Messia. Accoglienze trionfali come questa era riservata solo ai re. Gesù entra in città cavalcando non un bardato cavallo, ma un asino, in segno di umiltà. La liturgia, come memoria di questo evento, inizia fuori la chiesa dove avviene la benedizione di rametti di palma e di ulivo. Segue la breve processione fino all’altare. Questi rametti portati a casa, sono conservati come protezione dell’abitazione fino all’anno successivo, quando verranno sostituiti con i nuovi. Durante la Messa viene letta la Passione di Gesù tratta dai Vangeli. Questo momento intenso racconta quanto accadrà nei giorni della Settimana Santa. I rami d’ulivo un tempo (tradizione ormai perduta) venivano usati nel giorno di Pasqua per benedire la tavola del pranzo. Il capofamiglia, prima di iniziare a mangiare, immergeva i rami in acqua e aspergeva la tavola con il cibo.  E’ una festa mobile legata alla Pasqua, la quale si celebra la prima domenica dopo la luna piena successiva all’equinozio di primavera e cioè tra il 25 marzo e il 25 aprile.

                                                                              La Redazione


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