N° 4 - Aprile 2019
Diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

Sabato 2 marzo 2019 - Oggi è il primo sabato del mese e quindi è in programma il Pellegrinaggio Mariano mensile e, per la prima volta, sperimentiamo un modo nuovo di trasporto dei partecipanti al Pellegrinaggio, utilizzando i pulmini delle Parrocchie di Luni-Isola e di Molicciara, messi gentilmente a disposizione da parte dei loro parroci.
I pulmini, i cui posti sono per fortuna perfettamente uguali al numero dei partecipanti, raggiungono in orario la Chiesa di Sant'Antonio in Gaggiola nella quale il Vescovo, S.E.Mons. Luigi Ernesto Palletti, apre la bellissima cerimonia con la seguente esortazione: "Carissimi, siamo alla vigilia di un tempo di grazia che andremo a vivere fra qualche giorno: la Quaresima.
Un tempo in cui il Signore attraverso la Chiesa ci richiama alla conversione; non è, non deve essere, un tempo che viviamo in modo ripetitivo, ma proprio come una opportunità che il Signore nella Sua infinita bontà ci dona. Quindi il gesto che compiamo oggi vuole, insieme all'intenzione per cui ogni mese ci troviamo, chiedere al Signore per intercessione della S.Vergine, buone vocazioni e la santità del clero, vogliamo chiedere anche che questo tempo che andremo a vivere sia un momento di crescita personale e comunitario. Vogliamo chiedere per noi e di conseguenza per la nostra chiesa locale, il dono dell'entusiasmo che nasce dal fare memoria dell'incontro con Gesù di essere amati salvati così da essere una comunità che nasce per andare incontro all'uomo per amarlo condividendo con lui la nostra esperienza con umiltà e gioia. Ogni pastore con il suo gregge cresca e viva in questa gioia perché ogni comunità la viva in pienezza."
Quindi inizia la recita del Santo Rosario e, dopo la prima decina, si snoda la processione dei fedeli che, cantando anche inni, raggiungono la chiesa parrocchiale della Beata Vergine del Carmine a Rebocco (La Spezia) dove il Vescovo recita la S.Messa.
Bellissimi i canti eseguiti e, come sempre, molto profonda l'omelia del Vescovo, che di seguito riporto integralmente: "Abbiamo accolto la parola di Dio: una parola che realmente scende su di noi e deve scendere dentro di noi, per trasformare la nostra vita. Oggi, in modo particolare, il Vangelo ci ripropone quel brano semplice, profondo e ovviamente sempre nuovo, di Gesù che accoglie i piccoli. Ora noi sappiamo che piccolo non vuol dire solo bambino, ma anche essere noi piccoli nella fede, piccoli, semplici: diventa il modello, il modello per poter vivere la dimensione del Regno dei Cieli. Certo lo spunto è quello di un momento, di un episodio della vita storica di Gesù, anche di incomprensione, se vogliamo, da parte dei Suoi discepoli, o meglio di una sorta di premura verso il Signore Gesù quasi perché non Lo infastidiscano, ma il Signore Gesù coglie questo momento per lasciare a noi veramente una via profonda per giungere a Lui, questa via che poi nella spiritualità verrà soprattutto sottolineata come la piccola via, la via per diventare bambino. Ora questo brano Evangelico ovviamente non chiede a noi di diventare infantili, ma di diventare bambini che è una cosa diversa. Infantile è l'adulto che ritorna ad uno stadio che lo ha preceduto e di conseguenza non ci sta più con la sua età adulta; il bambino invece non è mai infantile perché vive la realtà di quella che è una realtà in crescita, una realtà in cammino, una realtà in accoglienza, una realtà in semplicità e diventa il simbolo profondo di colui che deve entrare nel Regno dei Cieli. Però, abbiamo detto, questo richiede che da parte nostra ci sia un atteggiamento nuovo e l'atteggiamento è quello innanzitutto dell'affidamento profondo, dell'ascolto, della sequela generosa del Signore Gesù, del ritrovare in Lui un punto di certezza della nostra vita, un superare tutti quei momenti a volte di dubbio, a volte di perplessità, momenti che ci impediscono di guadare il regno dei cieli, non perché questi non esistano: tutt'altro, il Signore Gesù nel Vangelo è molto concreto. Anche nel cammino che abbiamo fatto, abbiamo sentito i vari brani della Scrittura, le varie meditazioni che ci hanno sempre richiamati alla concretezza. Guai se il Vangelo ci togliesse dalle nostre responsabilità! Guai se il Vangelo fosse quella zona della nostra vita dove rifugiarci per non vedere più nulla, non sentire più nulla, non toccare più nulla, sentirci quasi magicamente al riparo.
Il Vangelo certo è la parola di Dio e la presenza di Dio diventa la nostra sicurezza, ma dentro la responsabilità personale di ognuno di noi. E allora ecco che è bello leggere questo brano Evangelico: se da una parte ci chiede di essere piccoli, e dunque ci chiede di ritrovare quel rapporto anche di figli col Padre che è nei Cieli, che trovano nel Signore Gesù il punto fondamentale della loro esistenza, dall'altra parte ci chiede anche di fare un riferimento profondo alla maternità di Maria e, conseguentemente, alla maternità della Chiesa. Importante essere piccoli perché il piccolo fa riferimento alla madre e si sente sicuro nelle braccia della madre. E noi dobbiamo fare riferimento a Maria se vogliamo continuare il nostro cammino.
È bello pensare che proprio questa celebrazione la Chiesa la dedica a Maria Vergine, Madre e Maestra. Così come la Chiesa è madre e maestra: ci genera e ci educa. Ci dona la vita e ci permette di viverla. Ecco cosa vuol dire ritornare piccoli: ritornare in quella semplicità di vita di chi accoglie con generosità la parola della vita. Ritornare in quella generosità di vita in chi si lascia condurre dal Signore Gesù e dunque ne diventa discepolo, ovvero colui che cammina dietro al maestro. Diventare piccoli vuol dire accettare che ognuno di noi sia chiamato a dare la sua risposta a Dio. Essere piccoli vuol dire accettare di non avere tutti quei diritti dei quali giustamente ci nutriamo ogni giorno, ma che spesso poi diventano fonte di contese e di litigio, ma essere un pochino più disarmati di fronte a Dio, un po' come la Vergine Maria che appunto è Madre e Maestra la quale, dopo aver poste quelle domande all'Angelo, dice con serenità: "Si compia di me secondo quello che hai detto". Ecco, accogliamo così proprio questa Parola! La cogliamo per noi perché la nostra parola sia "conversione". Abbiamo sentito: fra pochi giorni inizierà la Quaresima, il grande periodo della nostra conversione, ma accogliamo anche questa parola perché in noi possa portare frutto e soprattutto frutto nella nostra preghiera che vuol essere ancora una volta richiesta di sante vocazioni al Signore. In modo particolare, sappiamo, tutte le vocazioni sono importanti, ma abbiamo dedicato questi sabati alla vocazione sacerdotale, di cui tanto c'è bisogno per la vita delle comunità e per la santificazione di ognuno di noi. Ecco, allora affidiamo alla Vergine Maria tutto questo. AccogliamoLa come Madre, seguiamoLa come Maestra”.
Giovedì 14 marzo - Questa sera i fedeli del Vicariato di Luni si riuniscono presso la Chiesa di San Giuseppe in Casano, per la tradizionale Adorazione Eucaristica del secondo giovedì del mese.
Dopo il canto iniziale e l'Esposizione del Santissimo Sacramento, iniziano i momenti di riflessione  e di preghiera silenziosa. Molto profonde le letture predisposte da Padre Michele che sono ispirate alla Trasfigurazione di nostro Signore Gesù, che è annuncio del Mistero Pasquale nella sua intrinseca unità di morte e resurrezione. Per Gesù la Trasfigurazione illumina il cammino della Croce come cammino libero ed amoroso di donazione. Questo cammino deve essere percorso anche dal cristiano sostenuto ed alimentato dall'Eucaristia. Aderiamo, pertanto, alla voce del Padre che indica nel Cristo trasfigurato il Suo Unigenito con l'imperativo:"Ascoltatelo!", per professare la nostra fede e rendere autentica la sequela.
Molto profonda la meditazione di Padre Michele sulla "Trasfigurazione di Gesù", che di seguito riporto: " Stasera siamo qui riuniti intorno a Gesù Eucaristico, centro della nostra vita: siamo con Gesù come Pietro, Giovanni e Giacomo sul monte della Trasfigurazione.
L'evento della Trasfigurazione si trova al termine del ministero di Gesù in Galilea e prima della partenza per Gerusalemme e poi è inserito subito dopo la confessione di Pietro e l'annuncio della passione. Sconvolti dalle strane dichiarazioni di Gesù, i discepoli scoprono la Sua gloria e la Sua identità: Egli è Figlio e Parola di Dio.
L'evangelista Luca ci dà delle indicazioni precise: Gesù salì sul monte a pregare e prese con Sé tre dei Suoi discepoli: Pietro, Giovanni e Giacomo.
E mentre Gesù pregava, il Suo volto cambiò d'aspetto e la Sua veste divenne candida e sfolgorante.
La Trasfigurazione avviene in un clima di preghiera: mentre Gesù era in preghiera e quindi possiamo dire che era in rapporto alla vita interiore di Gesù. Mentre prega la verità del Suo intimo, risplende: Dio Lo riempie dal di dentro e il Suo volto cambia d'aspetto: la Sua veste diventa sfolgorante. L'evangelista Matteo, parlando di questo evento, dice: "Il Suo volto brillò come il sole e le Sue vesti divennero candide come la luce".
Il monte è immagine che diventa particolarmente il luogo dell'incontro con Dio, cioè il luogo della preghiera. Luca vuole dirci che la preghiera può essere il luogo dove anche noi veniamo trasfigurati, dove è possibile entrare in comunione con lo splendore originario che Dio ci ha donato, imprimendo in ciascuno di noi un'unica immagine di sé. Nella preghiera ci è dato di conoscere chi siamo realmente: cadono le maschere che hanno oscurato la nostra luminosità nella grazia iniziale.
Luca ci parla anche della presenza di Mosè ed Elia, apparsi nella gloria. Entrambi rifulgono del medesimo splendore che avvolge Gesù: due personaggi che stanno ad indicare la possibilità, per ognuno di noi, di venire trasfigurati in quella luce divina che ci è propria fin dalla nascita.
Mosè personifica la legge e il liberatore. Quando noi, sull'esempio di Gesù, siamo raccolti in preghiera, ci poniamo, in forza della nostra stessa natura, in perfetta sintonia con la volontà di Dio e veniamo liberati.
Elia è il grande profeta. Profeta è colui che manifesta il volere di Dio: una volontà che solo lui è autorizzato a comunicare. Nella preghiera possiamo entrare in comunione con la genuina parola di Dio, quella che Egli vuole trasmettere a questo mondo proprio attraverso di noi. La nostra vita brillerà così del suo vero senso.
L'intenzione di Pietro è comprensibile: far perdurare quel meraviglioso evento, con la costruzione di tre tende, in modo da potersi trattenere il più possibile sul monte della Trasfigurazione. La risposta di Dio non viene direttamente, ma indirettamente ed è rappresentata dalla nube che avvolge i tre discepoli presenti, gettandoli nell'angoscia. Con la sua ombra, la nube viene ad oscurare quella esperienza di luce. Ma anche la nube rappresenta un'esperienza di Dio: l'accoglienza della Sua presenza silenziosa, che permette di lasciare lo spazio all'ascolto della Sua voce. Infatti, tante volte il Signore Si fa incontrare proprio nell'oscurità. Giovanni della Croce descrive questa esperienza con l'immagine della "notte oscura dell'anima". Dalla nube risuona la voce di Dio: "Questi è il Figlio mio, l'eletto, ascoltateLo". I discepoli non possono trattenersi lassù; devono far ritorno nella valle della loro vita quotidiana. Ad essi deve bastare il ricordo di quell'esperienza di luce e l'ascolto della parola di Gesù. La memoria e l'ascolto daranno profondità e consistenza alla loro esperienza di cui sono stati testimoni sul monte.
Siamo dunque sollecitati a vedere la nostra vita collegata alla parola che Gesù pronuncia per noi, oltre che in sintonia con gli eventi attraverso i quali Gesù ci parla. Allora si trasfigurerà la nostra esistenza: la vedremo sotto un'altra luce. La parola che ascoltiamo e gli eventi che viviamo devono ricomporsi in unità nel nostro cuore, sicché possiamo cogliere il senso profondo della storia, il senso vero della nostra vita”.
Seguono quindi altri intensi momenti di meditazione e di pausa, per favorire la preghiera silenziosa individuale poi tutti recitano la Preghiera per le Vocazioni e quindi, con la Benedizione Eucaristica e le Acclamazioni, termina questo commovente incontro di preghiera.



<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti