N° 11 - Dicembre 2018
Dal "diario" di un parrocchiano
di Enzo

Domenica 28 ottobre - Oggi grandi festeggiamenti nella Chiesa di S. Giuseppe per la cerimonia del rito di ingresso e presa di possesso canonico da parte del nuovo parroco Padre Miguel Tuch, presieduta dal nostro Vescovo, S.E. Rev.Mons. Luigi Ernesto Palletti.
L'importante avvenimento è stato preceduto da cerimonie davvero significative: Penitenziale e Recita del Santo Rosario (mercoledì); Adorazione al SS.Sacramento e riflessione sul sacerdozio (giovedì); Meditazione sul tema: "Il Parroco: Pastore e Maestro della Comunità Cristiana, tenuta dal Vicario Generale, Mons. Enrico Nuti (venerdì).
La cerimonia del rito di ingresso è stata aperta da Don Andrea, Vicario di Luni, che aveva presieduto ed organizzato anche le funzioni del triduo di preparazione e che ha dato la parola a me che ero stato incaricato dai parrocchiani di portare il loro saluto augurale al nuovo Parroco, saluto che di seguito riporto: "Sono stato incaricato di portare il saluto dell'intera comunità e gli auguri di un buon apostolato al nostro nuovo parroco PADRE MIGUEL TUCH, un saluto molto breve per non appesantire l'importante cerimonia che ci attende.
Oggi nella nostra Parrocchia di S.Giuseppe e S.Martino festeggiamo un grande evento: Padre Miguel (Michele) prende ufficialmente possesso della parrocchia e viene insediato dal nostro amato Vescovo. Padre Michele, come lo chiamiamo tutti noi, svolge già da alcuni mesi questo incarico e perciò noi siamo già molto legati a questo nostro amato pastore ed alle sue elevate meditazioni, così come dobbiamo essere immensamente grati alla sua Congregazione: la Fraternità Missionaria di Maria che, dal lontano Guatemala ha inviato questi meravigliosi missionari a guidare le nostre anime. Una volta eravamo noi ad inviare missionari in tutto il mondo e proprio Ortonovo ha dato i natali a numerosi missionari, specialmente orionini. Ora invece in Italia le vocazioni scarseggiano e per questo il nostro Vescovo tutti i primi sabati del mese guida il Pellegrinaggio Mariano per intercedere nuove vocazioni sacerdotali. Ecco perché noi del Vicariato di Luni dobbiamo ringraziare la nostra Madonna del Mirteto che dall'alto ci assiste e sicuramente ci ha messo anche del Suo per far arrivare questi meravigliosi sacerdoti da paesi così lontani. Ed è grazie a loro se le parrocchie di Ortonovo Paese, Annunziata, Casano e quella vicina di S.Lazzaro hanno un loro pastore.
Caro Padre Michele, noi Le siamo molto grati per la Sua decisione di venire a curare le nostre anime, dopo un ventennio di missione a Latina. Speriamo che trovi in mezzo a noi la collaborazione che merita. Noi ce la metteremo tutta per facilitare questo Suo gravoso compito e non deluderLa e poi la nostra Madre Celeste e San Giuseppe, nostro Patrono, ci saranno accanto nel guidare i nostri passi.
Grazie, Padre Michele, e che il buon Dio L'assista e Le sia sempre vicino. Grazie a nome di tutti i Suoi nuovi parrocchiani. Cercheremo di non deluderLa. Grazie".
Ha quindi preso la parola il nostro Sindaco, Avv. Alessandro Silvestri, che ha dato il benvenuto al nuovo Parroco, esprimendo il suo vivo compiacimento e la sua vicinanza al nuovo Parroco. Sottolinea gli ottimi rapporti fra il Comune e la Chiesa di S.Giuseppe che è collocata a pochi metri di distanza dalla Sede Comunale. Ricorda anche l'opera davvero meritoria prestata dai "Soci Costruttori" che sono venuti dal Belgio, dall'Olanda e dalla Germania per costruire questa nuova Casa di Dio.
Auspica quindi la massima collaborazione fra il nuovo Parroco e l'Amministrazione Comunale, sicuro che non mancherà.
A questo punto il Vescovo ed il nuovo Parroco baciano il Crocifisso che viene loro presentato su un cuscino. Quindi vengono presentate le chiavi della Chiesa, che fino ad allora era rimasta chiusa, e il Vescovo le porge al nuovo Parroco dicendo: "Ecco le chiavi della casa di Dio. Entra felicemente a prendere in essa il tuo posto per farvi le veci di padre. Tu la custodirai e ne curerai la bellezza come di una sposa per il suo sposo, affinché sia segno eloquente della dimora che il Signore ha nel suo popolo". Il nuovo parroco apre la porta della Chiesa mentre il coro eleva un bellissimo canto.
A questo punto viene celebrata la S.Messa solenne, arricchita da meravigliosi canti eseguiti dalla Corale di S.Giuseppe.
Bellissimi e commoventi i vari momenti della cerimonia: presentazione del nuovo Parroco da parte del Vescovo; giuramento di fedeltà da parte del sac.Miguel Tuch, nell'assumere l'ufficio di Parroco delle Parrocchie di Ortonovo, di Casano Alto, di Casano Basso e di San Lazzaro, promettendo di conservare sempre la comunione con la Chiesa cattolica, sia nelle parole  che nel modo di agire; di adempiere con diligenza e fedeltà ai doveri ai quali è tenuto; di compiere fedelmente e correttamente il compito di amministratore; di conservare integro, trasmettere ed illustrare fedelmente  il deposito della fede; di osservare tutte le leggi ecclesiastiche, in particolare quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico; di osservare con Cristiana obbedienza ciò che i sacri Pastori dichiarano e di prestare fedelmente aiuto ai Vescovi diocesani. Seguono il canto e la lettura del Vangelo; la rinnovazione delle Promesse Sacerdotali, la Professione di fede (Credo) che viene recitata solo dal nuovo Parroco, mentre l'assemblea si unisce in silenzio.
Quindi il Vescovo accompagna il nuovo Parroco ai luoghi significativi per il suo ministero pastorale: al Tabernacolo, al Battistero ed al Confessionale.
Molto profonda e coinvolgente, come sempre, l'omelia del Vescovo che di seguito riporto:
"Nel brano del Vangelo abbiamo sentito una parola che ci parla di gratuità.
Tutte e tre le letture ci hanno parlato di gratuità: la gratuità di una promessa che si deve adempiere; la gratuità di un dono per il servizio del popolo di Dio; la gratuità di un gesto che riporta quest'uomo a vedere. Ecco allora ci introduce bene quello che stiamo vivendo. Innanzitutto l'Eucaristia, perché siamo nel giorno del Signore, siamo di fronte all'Altare del Signore, la celebrazione, quella del rendere presente, unico ed eterno il sacrificio di Cristo: celebrare l'Eucaristia e siamo nel momento in cui accogliamo un nuovo Pastore. Tutti gesti di carità, ma soprattutto gesti di gratuità, perché la carità, che è l'amore di Dio, è sempre un amore gratuito. Noi non possiamo pagare a Dio la salvezza. Non possiamo neanche dare qualcosa in cambio della salvezza.
La salvezza è un atto gratuito che Gesù compie sulla Croce per noi, ma questo non ci dispensa però dall'essere protagonisti perché il dono che tale rimane e gratuito richiede però di essere afferrato e di essere portato dentro la propria vita e allora questo nella grazia di Dio, noi dobbiamo compierlo. È bello quello che abbiamo sentito dal Vangelo! Ecco quest'uomo cieco e non è un caso e non è neppure semplicemente il guaio di una cecità fisica.
Certamente il gesto dell'Evangelista, il contesto ci parlano anche di una cecità molto più profonda e dunque questa necessità nostra di ritornare quotidianamente a vedere nella fede ciò che i nostro occhi umani non potrebbero permettere di vedere perché sono vere ed autentiche e presenti, ma per vederle abbiamo bisogno degli occhi della fede, abbiamo bisogno che il Signore veramente tocchi ogni giorno la nostra vista e ci permetta di vedere oltre, non quella pratica che vediamo tutti i giorni, ma quella interiore, quella che proviene soprattutto dall'ascolto della parola di Dio.
Quest'uomo chiede pietà: "Figlio di Davide abbi pietà di me". Ecco io ricordo sempre, di fronte a questo brano di Vangelo, come in fondo questo chiedere pietà è ancora inadeguato nella nostra traduzione perché il verbo originale che viene usato nel Vangelo è il verbo del questuante: "Signore fai realmente l'elemosina" e non per niente ci dice che quest'uomo era lungo la strada proprio a chiedere l'elemosina. Ma perché questo? Per ricordarci che noi siamo dei questuanti, delle persone che hanno bisogno quotidianamente di tendere le mani a Dio e chiedere: "Signore facci l'elemosina", un'elemosina che non è quella che si può fare a un disagiato, quant'altro, ma quella che Dio compie nei confronti della Sua creatura. La creatura, per quanto possa pensare di essere grande, potente, intelligente, di fatto è una creatura.
Noi abbiamo un limite, noi abbiamo realmente una nostra fragilità e, se Dio non ci viene incontro, quel limite e quella fragilità segnano drammaticamente la nostra esistenza, soprattutto la nostra esistenza interiore. Ecco, abbiamo bisogno che il Signore ci venga incontro. E Lui lo fa. Qui lo ha fatto con un gesto particolare, ma anche con noi lo fa con gesti particolari. Perché il Signore non ci ha lasciato solo la Sua parola. Intanto ci ha promesso la Sua presenza, sempre: "Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi" e poi ci ha promesso una presenza efficace che da una parte noi possiamo conoscere attraverso l'annuncio della parola, ma della quale possiamo fare esperienze attraverso i Suoi gesti. Quali sono i gesti privilegiati? Quelli che noi comunemente e giustamente chiamiamo i Suoi Sacramenti: attraverso il Battesimo veniamo realmente fatti, generati figli di Dio; attraverso la Riconciliazione veramente veniamo nuovamente riconciliati con Lui; attraverso l'Eucaristia siamo realmente nutriti del Suo corpo e del Suo sangue e così via, in tutti e sette i Sacramenti  e di questi uno ha particolare importanza.
Certo, quello fondamentale è il Battesimo che è la porta di tutti. Quello essenziale, cioè la pienezza, è l'Eucaristia perché è la presenza stessa del Signore Gesù, ma quanto è importante il Sacramento dell'Ordine! Che permette che quell'Eucaristia possa essere celebrata. Ecco perché è importante la presenza del Pastore, del Sacerdote, perché lì può essere celebrata l'Eucaristia e la Chiesa realmente non solo si identifica ma si realizza, cresce proprio attorno all'Altare del Signore, attorno a quel "Prendete e mangiatene tutti" ma perché è diventato Corpo di Cristo, perché è diventato Sangue di Cristo. Non è la distribuzione di un simbolo. È veramente il dono di una realtà che Lui ha lasciato ai Suoi e che i Suoi ci hanno trasmesso ed è giunta fino a noi.
Ecco, noi oggi dobbiamo dire grazie di tutta questa gratuità e grazie del dono di avere presente un Pastore, come anche altri confratelli, che possono realmente spezzare il Pane di questo dono in mezzo a noi.
Abbiamo sentito nel momento dell'Accoglienza, giustamente è stato sottolineato, abbiamo bisogno di conversioni sacerdotali. Ricordiamoci di questa preghiera. Il Signore ce lo chiede: "Pregate il Signore della messe perché mandi operai per la Sua messe" e direi che proprio noi che siamo qua dunque anche con una sensibilità particolare nella fede comprendiamo quanto sia necessario e fondamentale avere il dono di nuovi sacerdoti, di accogliere il nuovo Pastore, sia per il suo nuovo compito che gli viene affidato nella Chiesa, ma sia anche il nostro compito di pregare il Padrone della messe perché veramente mandi santi sacerdoti alla Sua messe.
Ora, momento per momento, seguiremo quello che viene compiuto: la rinnovazione delle promesse sacerdotali e poi il grande momento di rinnovazione proprio della professione di fede e poi quei gesti semplici che sono importanti e verrà condotto in quei luoghi dove lui svolgerà il suo ministero, ecco quei luoghi dove si realizzano i gesti fondamentali di Dio. È bello. Direi non è solo un momento celebrativo, ma è anche veramente un momento in cui ciascuno di noi è chiamato a pensare alla bellezza della propria fede, per poi darne tutti insieme testimonianza al mondo. Ecco vediamolo perché sia proprio un momento di Grazia e di salvezza per noi".
Sabato 3 novembre - Come ogni primo sabato del mese abbiamo un appuntamento molto importante da rispettare: il Pellegrinaggio Mariano mensile che oggi si svolgerà nella bellissima ed antica Chiesa di Santa Maria Maddalena di Castelnuovo Magra.
Siccome il tragitto da compiere è abbastanza breve, i partecipanti del nostro Comune faranno uso delle auto private. Io sono arrivato con un certo anticipo e quindi ho potuto parlare a lungo con alcuni partecipanti in un ambiente davvero suggestivo, la Piazza Querciola, dove domina il castello, già Palazzo Vescovile di Luni. Sono presenti i parroci dell'intero Vicariato di Luni.
La cerimonia è aperta dal nostro Vescovo con la seguente esortazione: "Carissimi, la Chiesa che è nostra madre sollecita, ricorda sempre ai suoi figli le verità della fede, non semplicemente come dogmi o norme, ma come realtà che riguardano la vita, la persona. Con le celebrazioni di questi giorni c'è stato ricordato che la Chiesa è pellegrinante nel tempo verso la città Santa: la Gerusalemme del cielo, dove vivremo in pienezza quello che qui viviamo nella fede. Anche il gesto del pellegrinaggio che mensilmente viviamo è un richiamo a questo: ci dice il popolo di Dio è pellegrino verso una meta precisa, la visione di un Dio Uno e Trino, partecipando alla vita di quella comunità composta da Maria SS., i Santi, gli Angeli e tutti quei fratelli che abbiamo conosciuto e amato e che ci attendono in quel giorno senza tramonto. In questo cammino per vincere la tentazione della distrazione abbiamo l'Eucarestia, corpo di Cristo che ci sostiene, memoriale della Pasqua che ci infonde speranza, speranza che è certezza del futuro meraviglioso a cui siamo destinati. In questo cammino abbiamo bisogno di guide che ci dicano con la vita e l’insegnamento dove guardare, per cui insieme chiediamo che Maria, Madre di questo popolo interceda affinché non manchino guide forti e tenere che dicano dove guardare".
Quindi si è snodata la processione lungo le strade del borgo, con la recita del S.Rosario, intervallata dal bellissimo canto Mariano "È l'ora che pia".
Davvero meravigliosa la Chiesa di Santa Maria Maddalena dove partecipiamo ad una solenne S.Messa, celebrata dal nostro Vescovo ed accompagnata da canti eseguiti magistralmente.
Molto profonda, come sempre, l'omelia del nostro Vescovo che di seguito riporto:
"Viviamo questo nostro sabato , questo nostro pellegrinaggio, questo nostro andare da Maria, proprio alla luce di questa parola di Dio che abbiamo ascoltato insieme nella liturgia.
Da una parte abbiamo l'Apostolo che  si trova di fronte un interrogativo:
"Cosa fare della sua vita: essere con Dio, essere con i fratelli per il servizio". E abbiamo sentito poi la sua scelta, certo.
Dice: "Poter già essere liberato da questo corpo e poter così vivere quella pienezza ma, per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò ad essere d'aiuto a voi tutti".
E dall'altra parte abbiamo il Vangelo che ci chiede realmente di vivere quell'ultimo posto ma non per rimanere necessariamente ultimi, ma proprio per far sì che il Signore possa Lui collocarci al posto che ha deciso per noi.
Ecco, allora in questa luce della parola di Dio, oggi noi viviamo la figura di Maria. In fondo Maria è colei che è assunta in cielo, dunque è nella pienezza della Sua gloria, ma è anche Colei che ci è affidata come madre; dunque è nella presenza in mezzo a noi, silenziosa, invisibile ma efficace. E poi La possiamo veramente venerare come Maria che intercede le grazie per noi: di quella intercessione materna di cui solo Lei è capace.
Diventa però segno della Chiesa, Madre, dalla quale siamo nati nel fonte battesimale, della quale siamo figli e con la quale viviamo in comunione, quella comunione che Dio ha scritto nei nostri cuori proprio ad immagine e somiglianza Sua, che è realtà di amore e di comunione.
E poi abbiamo questa intercessione , appunto, di Maria, intercessione presso di noi, intercessione che nasce - ce lo ricordiamo - da una parte, per il fatto che Maria è la madre di Gesù, dunque la madre del Capo e noi siamo le membra e, dall'altra, perché il Signore Gesù ce La affida come madre e ci affida a Lei come figli.
E allora, se noi guardiamo questa pagina evangelica, che ovviamente Gesù indirizza ai presenti di quel momento, vedendo i loro comportamenti. Dice il Vangelo di Luca:" Sceglievano i primi posti”. Ebbene questa pagina evangelica invita invece a mettersi all'ultimo posto perché , vedendo,  colui che ti ha invitato ti dica: "Amico  passa più avanti". Ecco noi in questa pagina evangelica, veramente, vediamo la figura di Maria. Maria si colloca all'ultimo posto fin dal primo momento. Fin dal primo momento dice: "Ha guardato la piccolezza della sua serva!". E proprio perché si colloca a quest'ultimo posto, La troviamo, poi, al primo posto: perché sotto la Croce c'è Lei, non ci sono gli altri!
Maria da quel silenzio dell'annunciazione, da quel gioire nel Magnificat, da quel custodire tutto nel Suo cuore, apparentemente rimane sempre a lato della scena di Gesù, si trova invece proprio nel cuore della redenzione. Maria è sotto la Croce e a Maria, non ad altri, viene detto: "Ecco tuo figlio!". E di Maria, e non di altri, viene detto: "Ecco tua madre!". Allora questo legame semplicemente devozionale, che giustamente dobbiamo avere, ma è un legame che proviene proprio dal cuore del Signore Gesù. È Lui che vuole che la madre rimanga con noi; è Lui che vuole che noi rimaniamo con la Madre e che questo vincolo profondo non si separi mai. Maria è dunque capace di intercedere per noi proprio perché è madre, ma è anche segno di quella maternità grande della Chiesa, alla quale sempre dobbiamo fare riferimento, se vogliamo vivere la pienezza della nostra fede.
Allora accogliamola così, nella Parola, per accoglierla poi nel grande Sacramento dell'Eucarestia e invocare da Maria proprio la grazia di Sante Vocazioni sacerdotali  per la nostra Chiesa. Chiediamole con fede e chiediamole con l'intensità dei figli, affidandole alle mani premurose della Vergine Madre.

                                                                          


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